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Christian De Sica: “Mi chiamano figlio di papà, ma Vittorio ci lasciò senza una lira”

A breve in sala con “Poveri ma ricchi” e in tv con “Zelig”, l’attore rievoca la figura del padre, che morì lasciando la famiglia in grandi difficoltà economiche e su cui vorrebbe girare un film. De Sica racconta anche un aneddoto divertente sulle botte prese da Carlo Verdone per gelosia, prima che diventasse suo cognato.
A cura di Valeria Morini
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Momento d'oro per Christian De Sica, che torna sul grande e piccolo schermo. L'attore si racconta in un'intervista a Libero, parlando dei nuovi progetti, del rapporto con la famiglia e con la fortuna/sfortuna di essere figlio di un grande del cinema e della cultura italiana, l'immenso Vittorio De Sica, che fu tra i padri del Neorealismo, regista e attore tra i più importanti nella storia.

De Sica sarà protagonista di "Poveri ma ricchi", in sala dal 15 dicembre, ma sarà anche su Canale 5 dal 1 dicembre come conduttore di "Zelig" al fianco di Michelle Hunziker: "All’inizio ero titubante: non avevo mai fatto un programma comico tout court. Ma mi hanno convinto". Una carriera decennale, quella di Christian, in cui quel cognome è stato croce e delizia. Nessuno, però, lo ha mai chiamato raccomandato: Vittorio De Sica morì nel 1974, lasciando la famiglia in difficoltà finanziarie per i numerosi debiti di gioco.

Quando è morto mio padre avevo 23 anni e non c'avevamo ‘na lira. Non ci ha lasciato in una situazione economica felice, piano piano ho ricostruito tutto. Ho sempre avuto l'etichetta del figlio di papà e me la porterò nella tomba. Adesso ne ho anche un'altra: quella del papà di Brando.

Brando De Sica ha seguito infatti le orme di papà, mentre la figlia Maria Rosa, sposata da poco a Federico Pellegrini fa la stilista e ha creato il marchio Mariù De Sica, che è anche il suo soprannome (proprio come la celebre canzone "Parlami d'amore Mariù" che cantava nonno Vittorio nel film "Gli uomini che mascalzoni").

Maria Rosa è bravissima con la sua Mariù de Sica. Brando sta facendo dei sopralluoghi per Mimì e il principe delle tenebre, scritto con Ugo Chiti e prodotto dalla Pago (casa di produzione dell'ultimo film di Tornatore). E' un noir ambientato a Napoli. Poi, ho un nipote, Andrea, che è al Festival del Cinema di Torino come unico italiano in gara. A casa nostra è come nelle cioccolaterie: qui si fa cinema dal 1901.

"Ho fatto a botte con Verdone prima di sposare sua sorella"

Christian de Sica con la moglie Silvia Verdone
Christian de Sica con la moglie Silvia Verdone

De Sica regala anche un piccolo aneddoto sulla sua vita sentimentale. Dal 1980 è sposato con Silvia Verdone, produttrice cinematografica sorella di Carlo Verdone. Peccato che quest'ultimo, amico d'infanzia, non avesse preso molto bene l'idea della loro relazione. Pare che ai tempi volarono botte tra i due amici. Oggi, Christian e Silvia sono una delle coppie più longeve del cinema italiano e lui ha per lei solo parole d'amore.

Io senza mia moglie Silvia non sarei quello che sono: una donna innamorata ti dà il coraggio di fare cose impensabili. Il nostro segreto? Essere cresciuti insieme, ci siamo innamorati quando lei aveva 14 anni e io 21. Frequentavo casa Verdone perché ero compagno di banco di Carlo. Ho fatto a botte con lui prima di fidanzarmi perché diceva che Silvia era una ragazzina e la dovevo lascia sta'.

"Voglio fare un film su come papà salvo 300 ebrei"

Da tempo De Sica coltiva il desiderio di realizzare un film su papà Vittorio: "Sono 15 anni che l’ho scritto e non me lo fanno fare: si chiama La porta del cielo, racconta di quando mio padre si chiuse nella basilica di San Paolo aspettando che gli americani liberassero l’Italia dal nazismo, così salvò involontariamente 300 ebrei". In compenso i fan sono ancora in attesa della reunion con Massimo Boldi, che ha confessato recentemente come gli manchi lavorare con l'amico. Nessun litigio tra loro, conferma anche Christian: "Le nostre strade si sono divise, senza rancore".

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