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Così Hollywood fece accordi con Hitler

Un libro choc rivela come gli studios americani aiutarono il dittatore tedesco nel suo piano politico, censurando sceneggiature e, addirittura, costrigendo un dirigente MGM a ripudiare la propria moglie perché ebrea.
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Una storia folle che ha dell'incredibile: "The Collaboration – Come Hollywood aiutò Hitler", sarà pubblicata nel prossimo numero del "The Hollywood Reporter", a partire dal 9 agosto. Una pubblicazione firmata da Ben Urwand ed edita dall'Harvard University Press. Lo stagista è riuscito, analizzando una serie di documenti d'archivio negli States e in Germania, a risalire ad una scioccante collaborazione tra Hollywood ed i nazisti, nel decennio che ha preceduto la seconda guerra mondiale. Siamo in un'epoca d'oro per l'industria cinematografica americana, gli anni '30, i nazisti minacciarono le grandi case di Hollywood di escludere i film americani che, dopo la salita al potere di Adolf Hitler nel 1933, erano più di 250. Il mercato cinematografico tedesco era il secondo del mondo, dopo Hollywood appunto, quindi la collaborazione per l'industria a stelle e strisce era squisitamente di comodo, atta ad evitare perdite economiche gravissime.

Le censure alle sceneggiature. Come mostra Ben Urwand, dal 1930 fino alla fine della seconda guerra mondiale, la Universal avrebbe sempre inviato le sue sceneggiature ai funzionari tedeschi che, dopo accurata lettura, decidevano per l'approvazione, la censura di alcune parti o la bocciatura totale del copione. Alcuni dei film di Hollywood furono promossi dai funzionari di Hitler come dei veri e propri film-manifesto. Capitani Coraggiosi (1937) era tra questi. Il film, tratto dal romanzo di Rudyard Kipling, era uno dei preferiti di Hitler perché era quello che maggiormente si prestava per la diffusione e l'esaltazione dei valori della "razza ariana".

La copertina del libro
La copertina del libro

Il caso "Ad ovest niente di nuovo". "All quiet on the western front", film basato sul romanzo di Erich Maria Remarque, che raccontava gli orrori della prima guerra mondiale, fu uno dei casi più lampanti di un accordo tra Hollywood e i nazisti. E' il 5 dicembre del 1930, a Berlino una folla di nazisti scende in strada con un unico obiettivo: protestare contro la prima proiezione del film, visto come una rievocazione dolorosa ed offensiva  della sconfitta tedesca. In 300 acquistarono il biglietto d'ingresso soltanto per poter urlare in sala, mentre il film veniva proiettato, frasi come: "I tedeschi avevano coraggio! Vergogna! Questo film è offensivo! Una vergogna sia stato fatto in America". Il proiezionista interruppe tutto, mentre il propagandista Joseph Goebbels tenne un discorso dalla prima fila del cinema, dove sosteneva che il film era un tentativo di distruggere l'immagine della Germania. Sei giorni dopo, il film fu ritirato dalla Germania.

A Hollywood corsero ai ripari. Carl Laemmle, presidente della Universal Pictures, turbato dalle polemiche avvenute in Germania, secondo quanto riportato in questo libro, era convinto che, se si fosse raggiunto un accordo con i tedeschi, il film sarebbe potuto rivelarsi un enorme successo finanziario. Così, nell'agosto del '31, fu presentata una nuova versione del film, completamente rivista e modificata per non offendere i tedeschi, e lo presento al Ministero degli Esteri tedesco. In quel momento si sancì l'accordo. La Germania si accordò con l'industria americana ad una sola condizione: ricevere tutte le sceneggiature in anticipo per un'eventuale approvazione o una bocciatura.

Una collaborazione sempre più stretta che, però, salvò molti ebrei. Secondo le ricerche fatte da Ben Urwand, il patto siglato dalla Universal e dai nazisti riuscì a salvare molti ebrei. In che modo? Carl Laemmle era ebreo e, anno dopo anno, sempre più preoccupato per la condizione degli ebrei, al momento della salita al potere di Adolf Hitler. Riuscì, prima della sua morte nel 1939, a richiamare dalla Germania almeno 300 ebrei. Nello stesso periodo, la versione restaurata per i tedeschi di "Ad Ovest niente di nuovo" è stata pubblicata in tutto il mondo. Da quel momento anche il resto di Hollywood si aprì a collaborazioni con il Ministero degli Esteri tedesco, dalla Fox alla Rko fino alla United Artist. Alla MGM costrinsero addirittura un dirigente a ripudiare la propria moglie, perché ebrea. Lo scioccante documento completo sarà disponibile a partire dal 9 agosto.

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