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Dario Argento, il maestro del brivido compie 75 anni

Il celebre regista romano ha all’attivo 19 film, ma ha lavorato tanto anche come sceneggiatore, in televisione e come attore. Oggi compie 75 anni e tra i suoi più grandi successi è impossibile non ricordare “L’uccello dalle piume di cristallo”, “Profondo rosso”, “Suspiria”, “Phenomena” e tanti altri, tutti con la sua inconfondibile impronta di suspense e costante ricerca della perfezione.
A cura di Ciro Brandi
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Sono bastati pochi film per farlo diventare il maestro del brivido italiano, rinomato in tutto il mondo. Dario Argento, nato a Roma il 7 settembre del 1940, oggi compie 75 anni e può dirsi, decisamente, più che soddisfatto della sua lunga e gloriosa carriera. Regista, sceneggiatore, produttore e anche attore, Argento è noto per il suo stile imperniato sulla suspense e su figure psicotiche, per l’ossessione nella ricerca dei dettagli, per la fotografia accurata ed estremamente riconoscibile, sia quando si cimenta in thriller-horror piscologici o in pellicole più splatter, e per la cura anche della colonna sonora. Insomma, un vero professionista che in 30 anni, tuttavia, non ha girato tantissimi film per il cinema. Infatti, in tutto, sono 19, da “L’uccello dalle piume di cristallo”, fino a “Dracula 3D”(2012), ma in realtà Argento ha lavorato molto anche per la televisione e per il teatro.

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Gli esordi da critico e sceneggiatore

Dario Argento è figlio d’arte, dato che il padre, Salvatore, era un produttore cinematografico, funzionario dell’Unitalia Film, e sua mamma, Elda Luxado, una modella e fotografa di moda brasiliana molto rinomata. Sin da piccolo, quindi, ha sempre respirato arte e, infatti, dopo aver abbandonato il liceo classico, si trasferisce a Parigi da solo, vivendo di espedienti, ma nel 1957 torna in Italia e inizia a collaborare con il giornale “L’Araldo dello spettacolo”, come critico di cinema e teatro. Nel 1968 passa a collaborare col giornale di sinistra “Paese Sera”, e iniziò a conoscere grandi personalità del cinema e dello spettacolo in generale. In quegli anni era forte in lui la passione e l’ammirazione verso la Nouvelle Vague e l’Avanguardia francese in generale. Ben presto, grazia al suo talento nella scrittura, Argento inizia a lavorare come sceneggiatore a grandi film di successo come: “Scusi lei è favorevole o contrario?”(1967, di Alberto Sordi, i western “Oggi a me… domani a te!”(1968), “Cimitero senza croci”(1969) e “C’era una volta il West”(1968) di Sergio Leone, fino a “Metti una sera a cena”(1969) di Patroni Griffi.

Il debutto da regista e la Trilogia degli animali

L’esordio in cabina di regia avviene nel 1970. Dopo aver fondato con suo padre la casa di produzione, la S.E.D.A. Spettacoli, Argento scrive e dirige “L’uccello dalle piume di cristallo”, con Tony Musante, Suzy Kendall, Enrico Maria Salerno, Eva Renzi, Mario Adorf e Umberto Raho. La sceneggiatura è ispirata al romanzo “La statua che urla” di Frederic Brown e si tratta del primo capitolo della “Trilogia degli animali” diretta da Argento. Nel suo primo thriller-horror è chiara l’influenza di maestri come Hitchcock e Mario Bava e la pellicola, incentrata sulla storia dello scrittore americano Sam Dalmas che si mette sulle tracce di un misterioso serial killer, magnetizza il pubblico e, col tempo, anche la critica, che lo attaccò per la presenza eccessiva di sangue. E’ stato distribuito in tutti il mondo e oggi, a 45 anni di distanza, il film è un vero cult del genere. Una curiosità: le mani dell’assassino, come in tutti i maggior film di Argento, sono sempre dello stesso regista. La Trilogia degli animali prosegue con “Il gatto a nove code”(1971) e “Quattro mosche di velluto grigio”(1971). Nel frattempo, il regista divorzia da Marisa Casale, sposata nel 1966 e dalla quale ha avuto la prima figlia Fiore. Avrà in seguito una relazione con l’attrice Daria Nicolodi, dalla quale avrà la più nota figlia Asia.

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“Profondo rosso” e i grandi film degli anni ‘70

Dopo aver girato lo storico “Le cinque giornate”(1973), con Adriano Celentano, arriva il vero successo internazionale con “Profondo rosso”(1975), che segna il passaggio del regista dal thriller all’horror più angosciante. Il regista si servì degli effetti speciali di Carlo Rambaldi e delle musiche dei Goblin e si Giorgio Gaslini, utilissime a fare da terrificante sfondo sonoro al terrore della pellicola. Il film racconta la storia del pianista Marc Daly (David Hammings) testimone dell’omicidio di una parapsicologa. Il giovane si mette ad indagare per trovare l’assassino, aiutato solo dall’amica Gianna (Daria Nicolodi), ma tutte le persone coinvolte nelle indagini intorno a loro, iniziano ad essere vittima di quell’efferato killer. Il film incassò 2 miliardi e 700 milioni di lire dell'epoca, facendo diventare Argento una vera e propria leggenda italiana nel mondo, a soli 38 anni. Sguiranno alti suoi capolavori come: “Suspiria”(1977), “Inferno”(1980), il thriller “Tenebre”(1982), “Phenomena”(1985) e “Opera”(1987), in cui s’intrecciano i suoi temi preferiti: la follia, la psicopatia, le deviazioni sessuali e l’assassino di turno che viene svelato solo alla fine.

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La collaborazione con la figlia Asia

Gli anni Novanta si aprono con “Due occhi diabolici”(1990), film in due episodi, di cui uno fu diretto da Argento (“Il gatto nero”) e l’altro da George A.Romero. Collaborò anche alla regia di due film horror dell’amico Michele Soavi “La chiesa”(1989) e “La setta”(1991),e fu attore per John Landis in “Amore all’ultimo morso”(1992), nel ruolo di un paramedico. Proprio durante gli anni ’90, il regista scopre una musa d’eccezione: sua figlia Asia Argento.  Dalla loro collaborazione nasceranno pellicole come “Trauma”(1992), “La sindrome di Stendhal”(1996) e “Il fantasma dell’Opera”(1998), ma la fortuna degli anni Ottanta è decisamente in calo, soprattutto presso il botteghino.

Il declino degli anni Duemila e il progetto “The Sandman”

Nel 2001, Argento gira il thriller-horror “Non ho sonno”, con Stefano Dionisi, Max Von Sydow e Gabriele Lavia, ma pubblico e critica non apprezzano molto. Riesce a fare peggio con “Il cartaio”(2004) horror-giallo con  Stefania Rocca, Liam Cunningham, Silvio Muccino, Adalberto Maria Merli e Claudio Santamaria, ma la critica lo stronca amaramente. Collabora, poi, con i registi Carpenter e Landis alla serie “Master of Horror”(2005-2006) e ultima il terzo film della “Trilogia delle Tre Madri”, con “La Terza Madre”, che va ad unirsi ai precedenti “Suspiria” e “Inferno”. Al 2009, invece, risale “Giallo/Argento”, il thriller poliziesco ambientato a Torino, con Adrien Brody, Elsa Pataky e Emmanuelle Seigner che, nonostante il cast stellare e dopo vari problemi distributivi, fa un clamoroso tonfo al botteghino. L’ultimo film è stato “Dracula 3D”, del 2012, ennesima trasposizione del romanzo di Bram Stocker, con Thomas Kretschmann nei panni del Principe delle Tenebre e sua figlia Asia in quelli di Lucy Kisslinger. Ancora una volta, la critica lo stronca duramente e al botteghino italiano il film incassa solo 274.000 euro. Nel giugno 2014, un grave incidente domestico lo confinò a letto per un mese, ma nell’ottobre dello stesso anno, Argento è ricomparso per chiedere soldi alla rete per finanziare il film “The Sandman”, sua nuova pellucola con protagonista Iggy Pop. Si tratta di un thriller contemporaneo, ambientato nelle foreste della Germania. Vedremo se, in futuro, il progetto vedrà la luce e se i suoi fan e la critica lo apprezzeranno.

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