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Dragon Trainer, i draghi si animano in 3D

Il nuovo film d’animazione della Dreamworks, rigorosamente in 3D, è l’avvincente storia di un ragazzino alle prese coi suoi più temuti nemici: i draghi.
A cura di Emanuele Rauco
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Dragon Trainer

E’ interessante quando un film cerca di tradire la propria essenza: un film di rapina senza rapine, una storia d’amore senza baci, pellicole belliche senza la guerra. Per questo Dragon Trainer, il nuovo film d’animazione diretto da Chris Sanders e Dean DeBlois, appare così affascinante: perché cerca di rimuovere del tutto la sua natura di prodotto animato per affermarsi solo come fantasy, visto che la tecnologia glielo permette.

Perno del racconto è Hic, ragazzo figlio di un grande vichingo che soffre dell’incapacità di accontentare i desideri guerrieri del padre (doppiato da Gerard Butler); ma tutto cambia quando fa conoscenza con un drago, che tutti credono terribile, e che lui scopre docile e fedele. La sceneggiatura dei registi e di Will Davies rilegge la tradizione fantasy degli ultimi anni, da Dragonheart a Eragon, nel tentativo sostanzialmente riuscito di usare i disegni e l’animazione non per raccontare un mondo che i disegni isolerebbero, ma per comunicare ai più giovani il fascino di magie e battaglie che nascono da contenuti adulti.

E che parlano di omologazione e violenza, accettazione e diversità, in toni tra il moralismo e la riflessione progressista: ne esce un film solido, ben costruito e molto ben realizzato, doppiato da attori di nome (tra cui America Ferrera, l'Ugly Betty dell'omonima serie), che parte un po’ troppo cauto, ma che sa crescere col respiro dei film d’avventura e fantasia che tutti, da bambini abbiamo amato. Ecco forse a chi si rivolge la Dreamworks: non ai giovani, ma ai grandi che vogliono tornare indietro con gli anni. E volare in dimensioni (poco) sconosciute.

Emanuele Rauco

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