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…E ora parliamo di Kevin, i sensi di colpa e l’angoscia di una madre

Dopo il grande successo al Festival di Cannes 2011, la pellicola drammatica di Lynne Ramsay, tratta dal romanzo “Dobbiamo parlare di Kevin” di Lionel Shriver, sbarca finalmente in Italia. I protagonisti principali sono l’enigmatica Tilda Swinton, John C. Reilly e Ezra Miller.
A cura di Ciro Brandi
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Dopo il grande successo al Festival di Cannes 2011, la pellicola drammatica di Lynne Ramsay, tratta dal romanzo “Dobbiamo parlare di Kevin” di Lionel Shriver, sbarca finalmente in Italia. I protagonisti principali sono l’enigmatica Tilda Swinton, John C. Reilly e Ezra Miller. Ramsay racconta con estrema sensibilità e acutezza la storia di Eva Khatchadourian, una donna armeno-americana, che ha messo da parte tutte le sue ambizioni professionali per mettere al mondo un figlio, lasciando la città per vivere in provincia. Dalla nascita di Kevin la sua vita cambia radicalmente, e tra madre e figlio nasce subito un rapporto conflittuale. Mentre con il padre, Kevin si dimostra un bambino tranquillo, con la madre continua a piangere, passando dal provocatorio mutismo infantile fino alla ribellione adolescenziale. Non ancora sedicenne, Kevin compie una strage, con il suo arco, la sua grande passione, uccide prima il padre e la sorellina per poi recarsi a scuola è uccidere compagni e professori. Mentre Kevin è in carcere, Eva è costretta ad abbandonare il suo quartiere, passando gli anni seguenti nel senso di colpa, interrogandosi sulle proprie responsabilità.

Il film è già vincitore di tantissimi premi nei Festival di tutto il mondo a cui ha partecipato, tra cui il premio come miglior film al London Film Festival e 3 nomination ai BAFTA Awards. La splendida protagonista Tilda Swinton è stata nominata meritatamente ai Golden Globe ed è un vero peccato che non sia tra le migliori protagoniste in corso ai prossimi Oscar. L’attrice fa trasparire ogni minima sensazione vissuta e provata solo attraverso lo sguardo e i gesti. La sua storia è una sorta di trappola senza assolutamente alcuna via d’uscita, talmente forte e impressionante da lasciarci quasi senza fiato, e nella quale molte donne potranno probabilmente riconoscersi. Il regista ce la mostra alle prese con i problemi attuali, ma anche attraverso sprazzi del suo passato, fino all’amore/odio verso il figlio Kevin, per il quale si è annullata come donna e come persona.

La sceneggiatura non fa altro che sottolineare lo stato d’animo dilaniato della protagonista e di tutte le persone che le ruotano intorno. Il giovane Ezra Miller è inquietante e machiavellico nel ruolo di Kevin adolescente, un misto di sofferenza, rabbia, follia che ci spiazzeranno. Hollywood non se lo lascerà certamente sfuggire. John C. Reilly/Franklin è il classico padre che ha gli occhi foderati di prosciutto e non ascolta minimamente ciò che la moglie tenta di spiegargli, fidandosi solo delle dimostrazioni d’amore del figlio, senza nutrire il minimo dubbio. Se potessimo dare un colore alla fotografia (Seamus McGarvey) e alle musiche (Jonny Greenwood) sarebbe un grigio chiaro, tendente al giallo, simbolo (e nel film ce ne sono moltissimi) dell’anima di Eva, incupita dagli sfortunati eventi che la vita le ha riservato, e incapace di rivedere il sole.

Voto: 8

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