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“Fantozzi” al cinema per la prima volta 40 anni fa

Esattamente 40 anni fa usciva nelle sale il primo film dedicato alle sgangherate avventure del ragioniere più sfigato d’Italia, simbolo del servilismo, delle reazioni spropositate, esempio di uomo medio vessato dalla società e alla continua ricerca di un riscatto.
A cura di Ciro Brandi
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Il 27 marzo 1975 usciva nelle sale “Fantozzi”, il primo capitolo della fortunata saga dedicata alle (dis)avventure del ragioniere più sfigato d’Italia, Ugo Fantozzi, ambientata negli anni '70 e '80. In realtà, il personaggio è nato qualche anno prima, precisamente nel 1968, quando Paolo Villaggio pubblicò sul giornale L’Europeo, diretto da Tommaso Giglio, alcuni racconti che prendono spunto dalle gag che interpretava nel suo programma d'esordio, “Quelli della Domenica”, ispirandosi ad un suo collega di quando lavorava all'Italsilder. Tre anni dopo, tutti i monologhi furono raccolti in un libro, intitolato semplicemente “Fantozzi” ed edito da Rizzoli, che riuscì a vendere più di un milione di copie e fu tradotto in tante lingue. Le storie di Fantozzi e dei suoi colleghi – La signorina Silvani, il ragionier Filini, la moglie casalinga Pina e la figlia Mariangela – divennero famosissimi. Fantozzi diventa simbolo del servilismo, della sfiga, delle reazioni spropositate, esempio di uomo medio, o meglio mediocre, vessato dalla società e alla continua ricerca di un riscatto.

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Fantozzi, una maschera sempre attuale

All'inizio del 1974 Villaggio decise, di comune accordo con la Rizzoli Film, di trasportare sul grande schermo la maschera di Fantozzi, scrivendo la sceneggiatura col regista Luciano Salce, Leo Benvenuti e Piero De Bernardi. Fin dall'inizio, però, Villaggio aveva scartato l'idea di recitare nel film, affidando il ruolo prima all'amico Renato Pozzetto e su rifiuto di quest'ultimo a Ugo Tognazzi. Dopo il rifiuto di Tognazzi, Paolo Villaggio deciderà di recitare anche nella parte del protagonista. Il film è stato girato tra Roma e Courmayeur. Gli esterni dell'abitazione di Fantozzi furono girati in un palazzo all'inizio di via Casilina realmente lambito dal tratto elevato della Tangenziale Est, all'epoca delle riprese in costruzione e non ancora aperta al traffico, mentre la “Megaditta” dove lavora è il palazzo della Regione Lazio, alla Garbatella. E’ qui che Fantozzi trascorre le sue surreali giornate, circondato da personaggi folli, cinici e spietati, che non gli risparmiano nulla, designandolo a caprio espiatorio per eccellenza. La iella lo perseguita – un pò come la terribile nuvoletta che segue solo lui – ma oltre che risate a crepapelle, il film ha avuto successo anche per l’immedesimazione che riesce a infondere, per il fatto di riconoscere in Fantozzi, e nei colleghi, tratti in comune con i nostri amici, parenti, conoscenti. Indimenticabili sono le scene della partita tra scapoli e ammogliati, la festa di Capodanno, quelle della corte spietata di Fantozzi alla signorina Silvani e tantissime altre. Ancora oggi, a 40 anni di distanza, le sue avventure sono tremendamente attuali e continueranno ad esserlo perchè, alla fine, di situazioni “fantozziane” ne è pieno il mondo, nel bene e nel male.

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