“Gravity” vince 7 statuette, il film di Cuarón vero protagonista agli Oscar
Alla fine dei giochi colui che può dirsi più contento per i risultati ottenuti in questa edizione degli Oscar 2014 (ecco il racconto dell'intera serata) è sicuramente il regista messicano Alfonso Cuarón, che porta a casa tutti i premi sui quali non si era assolutamente dubitato, ovvero quelli facenti riferimento alla magistrale realizzazione tecnica della pellicola, ai quali può fieramente aggiungere l'Oscar per la Miglior Regia. Un premio, quest'ultimo, del quale si era vociferato, ma che vedeva dei tali mostri sacri a contendergli il riconoscimento da renderlo certamente molto più succulento per il regista.
Delle dieci statuette alle quali il film ambiva risultando candidato, sono state ben sette quelle finite nelle mani degli artefici del thriller di fantascienza con protagonisti Sandra Bullock e George Clooney ed hanno premiato la minuziosità nella realizzazione oltre che la grande sperimentazione tecnica. Premi minori li definirebbe qualcuno, ma solo perché non sono altisonanti come quelli per le categorie più quotate. E per quanto la matematica avesse previsto che pure la statuetta del Miglior Film sarebbe finita nelle mani del regista messicano, Cuarón ha dovuto arrendersi dinanzi a "12 anni schiavo", per la verità vittorioso già dalla vigilia, il film di Steve McQueen che ha finito per confermare le premesse.
Ma di fatto, a consuntivo di una lunga serata, il vero vincitore di questa edizione 2014 degli Oscar, il vero vincitore non può che essere il film con Sandra Bullock, capace inoltre di riuscire ad abbattere una sorta di barriera mentale immaginaria per la quale il genere cinematografico non godesse delle caratteristiche necessari per potersi giocare i premi di maggiore levatura.