Gregory Peck, 100 anni fa nasceva il leggendario divo di “Vacanze romane”
Un secolo fa, il 5 aprile 1916, nasceva uno degli attori più belli e carismatici della storia del cinema. Gregory Peck è uno dei miti immortali che sono, ormai, esempio di classe, talento e fascino per le nuove leve di Hollywood. Protagonista di film cult come “Il buio oltre la siepe” (per il quale portò a casa l’Oscar come Miglior attore protagonista, dopo quattro nomination andate a vuoto), “Io ti salverò”, “Vacanze romane” e tantissimi altri, la sua stella ha brillato incessantemente dagli anni ’40 fino agli anni ’90, arrivando a girare circa 53 film con alcuni dei più grandi registi del mondo.
L’esordio al cinema e la prima nomination agli Oscar
Il leggendario divo è nato a La Jolla, in California, da padre farmacista e madre insegnante. Nel 1936, s’iscrive alla Facoltà di Medicina e all’Università faceva parte del team di canottaggio. Peck voleva seguire le orme di suo padre, ma, nel 1938, mentre era a New York, andò a teatro a vedere lo spettacolo “I’ve Married an Angel” e ne rimase talmente entusiasta che, appena tornato in California, s’iscrisse al Neighborhood Playhouse, di Los Angeles, col sogno di diventare attore. Nel 1942, l’attore sposa Eine Matilda Kukkonen e dall’unione nascono tre figli: Jonathan, Stephen e Carey. Dopo anni di gavetta teatrale, l’esordio sul grande schermo avviene nel 1944, quando il divo ha 28 anni. Viene scelto come protagonista del dramma sentimentale “Tamara, figlia della steppa”, diretto da Jacques Tourneur. Nello stesso anno gira “Le chiavi del paradiso”, di John M. Stahl, e per il ruolo di padre Franco Chisholm riceve la sua prima nomination agli Oscar come Miglior attore protagonista.
“Io ti salverò” e “Il caso Paradine” di Hitchcock
Il maestro del brivido, Alfred Hitchcock, lo vuole per il ruolo di John Ballantine, nel thriller sentimentale “Io ti salverò”, accanto a Ingrid Bergman. La pellicola si rivela un grande successo di pubblico e vince l’Oscar per la Migliore colonna sonora, dando alla carriera di Peck una spinta propulsiva. Per il drammatico “Il cucciolo”(1946), di Clarence Brown, riceve la seconda nomination agli Oscar e, nello stesso anno, riscuote grandissimo seguito per il film “Duello al sole”, di King Vidor. L’anno dopo, è di nuovo sul set con Alfred Hitchcock nel thriller “Il caso Paradine”, dove recita accanto ad una bellissima Alida Valli, e in “Barriera invisibile”, di Elia Kazan, che gli fa ricevere la sua terza nomination. Nel 1949, inizia il suo sodalizio con la diva Ava Gardner, nel film “Il grande peccatore”, di Robert Siodmak mentre per il film di guerra “Cielo di fuoco”, diretto da Henry King, Peck si guadagna la quarta nomination agli Oscar.
Il successo di “Vacanze romane”
Durante i floridissimi anni ’50, Peck è nei panni di Ernest Hemingway ne “Le nevi del Kilimangiaro”(1952) di Henry King, ma il successo esplode nel 1953 con “Vacanze romane”. Il divo interpreta il ruolo del giornalista Joe Bradley che conosce – in una Roma splendida – e s’innamora della principessa fuggitiva Anna/Audrey Hepburn. Il film vinse 3 Oscar (Miglior attrice protagonista, Miglior soggetto e Migliori costumi), portando i due protagonisti nell’Olimpo di Hollywood e rendendoli, praticamente, immortali. Due anni dopo, l’attore sposa la giornalista Veronique Passani, da cui ha due figli – Anthony e Cecilia – e grazie al successo di “Vacanze romane”, Peck diventa uno degli attori più richiesti dell’epoca. Gira a ruota “Moby Dick”(1956) di John Huston, “La donna del destino”(1957) di Vincente Minnelli, “Adorabile infedele”(1959) di Henry King e “L’ultima spiaggia”(1959) diretto da Stanley Kramer.
L’Oscar per “Il buio oltre la siepe”
Dopo il fenomenale “I cannoni di Navarone”(1961) di J. Lee Thompson, dove recita accanto ad Anthony Quinn e Richard Harris, gira il famoso thriller “Il promontorio della paura”, di J. Lee Thompson, altro cult del genere. Finalmente, nel 1962, dopo 4 nomination andate a vuoto, Peck porta a casa l’Oscar come Miglior attore protagonista per il film “Il buio oltre la siepe”, di Robert Mulligan, dove interpreta il ruolo del coraggioso avvocato Atticus Finch. Nel 1966 gira “Arabesque”, di Stanley Donen, con la nostra Sophia Loren, seguito da “Abbandonati nello spazio”(1969) di John Sturges, “Un uomo senza scampo”(1970) di John Frankenheimer e l’horror cult “Il presagio”(1976), di Richard Donner. Nel 1968, riceve Il Premio umanitario Jean Hersholt.
Il declino degli anni ’70 e ’80 e “Cape Fear – Il promontorio della paura” di Scorsese
Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, inizia la fase declinante della sua carriera. Il divo gira pellicole di scarso seguito come “I ragazzi venuti dal Brasile”(1978) di Joseph Sargent, “La protesta del silenzio”(1987) diretto da Mike Newell, “Old Gringo – Il vecchio Gringo”(1989) di Luis Puenzo e appare in un cameo del remake de “Cape Fear – Il promontorio della paura”(1991), di Martin Scorsese, con Robert De Niro e Nick Nolte nel 1993 prende parte al film per la tv “The Portrait” e nel 1998 alla mini serie “Moby Dick”, nel ruolo di Padre Mapple. L’attore muore, 5 anni dopo, a Los Angeles il 12 giugno 2003, ad 87 anni, per una broncopolmonite.