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I 40 anni dalla morte di Bruce Lee

Il 20 luglio 1973, Bruce Lee fu colto da un attacco di emicrania e non si svegliò più dopo essersi messo a dormire. Fu la fine dell’attore e l’inizio del Mito.
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Il "piccolo drago" moriva 40 anni fa. Li Xiaolong, meglio conosciuto come Bruce Jun Fan Lee, viene ricordato già da un mese in ogni parte del mondo, in tutte le comunità cinesi. Oggi, però, la festa è a Hong Kong, dove Lee è cresciuto ed ha studiato le arti marziali, il kung fu e praticato la boxe occidentale, prima di diventare attore. Dopo una serie di ruoli minori in alcuni film americani, fu "Il furore della Cina colpisce ancora", primo di una lunga serie di pellicole, tutte vietate ai minori, violente per l'epoca e, proprio per questo, di grande impatto sul pubblico. Soltanto ad Hong Kong incassa 3 milioni di dollari, ed è un record; in Italia il successo fu più lento, uscì nel maggio '73, incassando soltanto 200 milioni di lire.

"I tre dell'Operazione Drago" consacrò Bruce Lee (in coppia con Jim Kelly, l'attore scomparso lo scorso primo luglio), fu il secondo maggior incasso della Warner Bros, dopo "L'esorcista" ed aiutò a consolidare l'immagine dell'attore come superstar delle arti marziali. Una leggenda destinata, però, a durare poco. Durante le sessioni di doppiaggio di un film, Bruce Lee fu colpito da un attacco di vomito e da febbre alta, causatagli da un edema cerebrale. Se la cavò grazie al mannitolo, un farmaco che riduceva il gonfiore cerebrale. Tre mesi dopo, mentre era ad Hong Kong per lavorare a "Game of Death", fu colto da un attacco di emicrania e non si svegliò più dopo essersi messo a dormire. Ancora oggi le cause sulla sua morte, restano un oggetto di discussione.

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