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Buon compleanno a Sabrina Ferilli, 55 anni e tanto cinema nei suoi 5 film essenziali

40 film per il grande schermo, decine di fiction di successo e 5 Nastri d’argento, 4 Ciak d’oro e un Globo d’oro in bacheca. Sabrina Ferilli, il 28 giugno, compie 55 anni ed è riuscita pienamente a diventare una delle più grandi attrici italiane. Nel suo curriculum può vantare pellicole come “La bella vita”, “Tutta la vita davanti”, “Io e lei” e fiction da milioni di telespettatori tra cui spiccano, “Le ali della vita”, “Rimbocchiamoci le maniche” e la recente “L’amore strappato”. Per renderle omaggio alla grande, ecco 5 suoi film essenziali che non potete non aver visto.
A cura di Ciro Brandi
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Più di 40 film per il grande schermo, decine di fiction di successo e 5 Nastri d’argento, 4 Ciak d’oro e un Globo d’oro in bacheca, oltre a decine di altri riconoscimenti. Sabrina Ferilli è riuscita pienamente a diventare una delle più grandi attrici italiane, ispirandosi ai suoi grandi miti Virna Lisi, Anna Magnani e Sophia Loren. Il 28 giugno compie 55 anni e nel suo curriculum può vantare pellicole come “La bella vita”, “Ferie d’agosto”, “Tutta la vita davanti”, “A ruota libera”, “Io e lei”, “The Place” e fiction da milioni di telespettatori, tra cui spiccano “Commesse”, “Le ali della vita”, “Rivoglio i miei figli”, “Rimbocchiamoci le maniche” e la recente “L’amore strappato”. Sex symbol per antonomasia, gli anni per lei non sembrano passare mai e, per renderle omaggio nel modo migliore, proponiamo 5 suoi film essenziali che non potete non aver visto.

“La bella vita”(1994), di Paolo Virzì

Nel film d’esordio alla regia del pluripremiato Paolo Virzì, Sabrina Ferilli è Mirella, cassiera di un supermercato sposata con Bruno (Claudio Bigagli), operaio metalmeccanico in depressione proprio a causa della perdita del lavoro. Mirella ha sempre sognato una vita più agiata e, quindi, si lascia sedurre dalla star del piccolo schermo Gerry Fumo (Massimo Ghini), lasciando Bruno. Il destino, però, sembra non essere dalla sua parte. L’esordio di Virzì intreccia i sentimenti ai risvolti sociali, dato che il regista, sullo sfondo della storia dell’adulterio tra Mirella e Bruno, inserisce la terribile crisi del 1992/1993, sotto il governo Amato, e la dismissione delle acciaierie di Piombino, dove il protagonista lavora. Straordinari i protagonisti: la fotografia di Paolo Carnera e la sceneggiatura scritta dal regista con Francesco Bruni. A Virzì andarono il David di Donatello, il Nastro d’argento e il Ciak d’oro come Miglior regista esordiente, mentre Sabrina Ferilli vinse il Nastro e il Ciak come Migliore attrice protagonista.

“Tutta la vita davanti”(2008), di Paolo Virzì

In “Tutta la vita davanti”, Virzì racconta la storia di Marta (Isabella Ragonese), una 25enne che decide, nonostante la laurea con lode in filosofia, di lavorare in un call center per sbarcare il lunario. Il suo compito è quello di vedere un costoso elettrodomestico da cucina ed è una delle più brave telefoniste in assoluto e ciò la fa entrare nelle grazie della fanatica, falsa e severa capo telefonista Daniela (Sabrina Ferilli). Marta, però, farà presente al sindacalista Giorgio (Valerio Mastandrea) i criteri di licenziamento assurdi dell’azienda e il mobbing continuo, e la situazione precipiterà quando al lavoro s’intrecceranno anche questioni private e sentimentali, che porteranno alla distruzione totale dei sogni di Daniela, mentre Marta ritroverà la sua strada. Critica cruda, vera e quasi fastidiosa del mondo dei call center, del precariato, dei capi invasati e ossessionati da obiettivi da raggiungere, con un cast perfettamente amalgamato, in cui spicca l’antipatica Daniela della Ferilli, personaggio che le farà vincere il Nastro d’argento, il Globo d’oro e il Ciak d’oro come Migliore attrice protagonista.

“La grande bellezza”(2013), Paolo Sorrentino

Il film premio Oscar di Paolo Sorrentino è incentrato sulla storia dell’ormai mitico Jep Gambardella (Toni Servillo), scrittore che, dopo aver pubblicato un solo romanzo di enorme successo, quando era giovane, non ha scritto più nulla. Diventato giornalista, frequenta solo l’alta borghesia romana, specchio della crisi assoluta di quella stessa società e del degrado assoluto delle persone che lo circondano. Jep, per rifugiarsi in un’oasi personale e intima, ripensa allora ad un amore del passato. Tra i tanti personaggi che lo circondano c’è la bella e tormentata Ramona (Sabrina Ferilli), spogliarellista romana, diversa da tutte le caricature di quei salotti perché capace di entrare nell’io più profondo del cinico Jep. Sarà l’unica a tenergli testa e a fargli provare ancora un barlume d’amore, anche se la loro storia durerà poco perché il destino della donna sarà tragicamente segnato. Una delle prove più difficili per Sabrina Ferilli, ma anche tra le più riuscite, che le ha dato modo di diventare nota anche all’estero. Il ruolo le regalò l’ennesimo Nastro d’argento alla Migliore attrice non protagonista e il Ciak d’oro.

“Io e lei”(2015), Maria Sole Tognazzi

Maria Sole Tognazzi, nel 2015, volle fortemente Margherita Buy e Sabrina Ferilli rispettivamente per i ruoli di Federica e Marina, una coppia che vive assieme da diversi anni. Le due donne sono come l’acqua e il fuoco, totalmente diverse, ma proprio per questo si amano alla follia e si completano. Proprio quando Marina pensa che ormai si possano considerare una coppia stabile, Federica, dopo una serie di eventi, entrerà in crisi e comincerà a porsi delle domande importanti riguardo loro due. In "Io e lei", La Tognazzi è bravissima a trattare un argomento ormai alquanto sdoganato ma sempre molto delicato con semplicità, ironia e grande tatto. La realtà della loro vita quotidiana ci fa pensare quasi di assistere ad un reality o un documentario sulla loro vicende e questo è merito della straordinaria bravura delle due protagoniste che, attraverso alti e bassi (anche bassissimi per la Buy), ci offrono finalmente uno spaccato dell’amore (omosessuale, andando nello specifico) fatto di pulsioni talmente forti da fare quasi invidia. Voto: 10.

“The Place”(2017), di Paolo Genovese

The Place”, diretto da Paolo Genovese, è un misterioso comedy-drama che ha come protagonista un uomo “The Man”, interpretato da Valerio Mastandrea, che riceve al tavolo di un ristorante otto sconosciuti, ognuno con un desiderio da realizzare. C’è chi è in lotta col proprio figlio, chi con la propria fede, chi vorrebbe che il proprio figlio guarisse dal cancro e chi vorrebbe andare a letto con la star dei calendari. L’uomo sostiene di poterli esaudire, ma in cambio dovranno svolgere un compito per lui. In questo circolo di personaggi, s’inserisce quello della cameriera Angela (Sabrina Ferilli), semplice e calma, l’unica che vuole cercare realmente di capire chi è quella figura mefistofelica, che lo fa sentire normale, che gli strappa un sorriso e riesce ad entrare nel suo mondo, instaurando anche un certo rapporto di fiducia. Il pathos e il mistero in questo film di Genovese sono palpabili dal primo minuto e, fino alla fine, non sappiamo se l’uomo è il Diavolo o un Dio benevolo, tantomeno se è interessato realmente alle storie che ascolta o, come un semplice psicologo, si limita a raccogliere gli sfoghi di questi “infelici” che si avvicendando al bar. Recuperatelo qualora non l’aveste ancora visto.

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