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I 60 anni di Nanni Moretti tra sarcasmo, luoghi comuni e frecciate politiche

Oggi il Moretti nazionale, amato ed odiato, raggiunge un altro importante traguardo. Carriera a gonfie vele, premi su premi, il regista non ha certo intenzione di fermarsi e, anzi, è già sul set del suo nuovo film, intitolato “Margherita”.
A cura di Ciro Brandi
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Altro traguardo importante per Nanni Moretti. Il regista di Brunico oggi compie 60 anni ma i suoi film sembrano non essere intaccati dal tempo che passa, anzi, migliorano come il buon vino. Moretti ha sempre raccontato, soprattutto all’inizio della sua carriera, i luoghi comuni dell’Italia col suo sarcasmo pungente e sottile, trattando le problematiche dei giovani e spostandosi poi il tiro verso la politica e la società italiane, allo sbando più totale. Genitori professori, Moretti cresce a Roma dove coltiva le sue passioni: la pallanuoto e il cinema. Il suo primo corto risale al 1973, “La sconfitta”, girato con una cinepresa Super 8, mentre il primo film è del 1976, “Io sono autarchico”, dove lo stesso Moretti interpreta il famoso e ricorrente personaggio Michele Apicella. La pellicola approda ai Festival di Berlino e Parigi e questo gli da la spinta propulsiva per il film successivo, “Ecce bombo”, del 1978, che viene presentato con successo al Festival di Cannes e accolto molto bene dal pubblico. Con il film “Sogni d’oro”, del 1981, arriva il primo premio importante: il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia e nel 1986, “Bianca” si aggiudica l’Orso d’argento al Festival di Berlino.

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Nel 1987, Moretti fonda la Sacher Film con Angelo Barbagallo, la casa di produzione cinematografica che ha l’intenzione di dare spazio ad autori nuovi. Per la Sacher escono “Domani accadrà”, di Daniele Luchetti e “Notte italiana” di Carlo Mazzacurati e “Palombella rossa”, di Moretti, con contenuti politici decisamente non velati. Il 1993 è l’anno del bellissimo “Caro diario”, dove il regista interpreta se stesso, e vince il premio per la miglior regia al Festival di Cannes. La sua preferenza politica si fa sempre più chiara nel corto “L’unico paese al mondo”, dove esprime la sua visione negativa nel caso di vittoria della coalizione di centrodestra. La stessa struttura a diario è adottata per “Aprile”, film del 1998, dove Moretti interpreta di nuovo se stesso. La pellicola è dedicata alla nascita del figli Pietro, avuto da Silvia Nono, ma v’inserisce sottilmente anche le sue “considerazioni” politiche.

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Il nuovo millennio gli porta subito fortuna. Il drammatico “La stanza del figlio”, del 2001, ottiene la Palma d’Oro al Festival di Cannes e il David di Donatello. Cinque anni dopo torna a parlare di politica con “Il caimano”, ispirato chiaramente alla figura di Silvio Berlusconi, con Silvio Orlando, che suscitò tantissime polemiche perché uscito nel pieno delle elezioni politiche. Nel 2008 è il protagonista e sceneggiatore di “Caos calmo”, di Antonello Grimaldi e due anni fa esce il profetico “Habemus Papam”, con Michel Piccoli, Margherita Buy e Franco Graziosi. Il film venne presentato in concorso al Festival di Cannes e l’anno dopo Moretti è il presidente di giuria allo stesso Festival. I suoi prossimi progetti? Il regista è già sul set del suo prossimo film, “Margherita”, di cui non si sa ancora nulla, tranne il fatto che Margherita Buy farà parte del cast e che Moretti ha cercato a lungo una giovane attrice – tra i 14 e i 16 anni – nei licei della capitale.

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