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I 65 anni di John Travolta nei suoi 8 migliori film

Il 18 febbraio uno dei più grandi divi di Hollywood compie 65 anni. John Travolta ha girato più di 50 film e nel suo curriculum ci sono cult come “La febbre del sabato sera”, “Grease”, “Staying Alive” e “Pulp Fiction”. Pochi mesi fa, lo abbiamo visto in “Gotti – Il primo padrino” e in cantiere ha altri tre film ma per celebrare il suo compleanno, ecco 8 film essenziali che non ci stancheremmo mai di vedere.
A cura di Ciro Brandi
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E’ uno dei più grandi divi di Hollywood e ha all’attivo più di 50 film. Nel suo curriculum ci sono pellicole cult come “La febbre del sabato sera”, “Grease”, “Staying Alive” e “Pulp Fiction” e, pochi mesi fa, lo abbiamo visto in “Gotti – Il primo padrino”, basato sulla storia del boss mafioso italo-statunitense John Gotti. John Travolta, il 18 febbraio, compie 65 anni e in cantiere ha già altri 3 film: “Trading Paint”, di Karzan Kader; “The Poison Rose”, diretto da Francesco Cinquemani e George Gallo e “Moose”, per la regia di Fred Durst. In attesa di ammirarlo di nuovo nelle sale, ecco 8 suoi film essenziali che non ci stancheremmo mai di vedere.

“Carrie – Lo sguardo di Satana”(1976), di Brian De Palma

Il primo film di successo a cui ha preso parte John Travolta è “Carrie – Lo sguardo di Satana”, cult di Brian De Palma che racconta la storia di Carrie White (Sissy Spacek), una ragazza che ha ricevuto dalla madre Margaret (Piper Laurie) un'educazione religiosa bigotta e severa. A scuola tutti la deridono, tranne Sue (Amy Irving) che convince il suo ragazzo ad accompagnare Carrie alla festa di fine anno. I due vengono eletti coppia regina della serata, ma un terribile scherzo della malvagia e popolare Chris (Nancy Allen) scatena la vendetta di Carrie, che nel suo passaggio all'adolescenza ha acquisito poteri paranormali. Nella pellicola, Travolta ha il ruolo di Billy Nolan, ragazzo di Chris che organizza con lei il sadico scherzo a Carrie. Un trampolino di lancio utilissimo perché da allora non si è più fermato.

“La febbre del sabato sera”(1977), di John Bradham

La pellicola, diretta da John Badham, ci porta nella Grande Mela degli anni ’70, dove il 19enne italo-americano, Tony Manero (Travolta), di giorno lavora in un negozio di vernici, ma il sabato sera si scatena in discoteca, la 2001 Odissey, con i suoi scapestrati amici. Il giovane è ammirato per la sua bellezza e il suo talento nel ballo dalla goffa Annette (Donna Pescow) ma è più attratto dalla più matura ed emancipata Stephanie (Karen Lynn Gorney), con la quale parteciperà, vincendo, ad una gara di ballo. Tuttavia, la sua vita non è facile come sembra. La situazione familiare è disastrosa; gli scontri con le bande di portoricani sono all’ordine del giorno e le bravate con i suoi amici precipiteranno verso la tragedia. Proprio dopo la morte di uno di questi, Tony maturerà e cambierà decisamente strada. Con “La febbre del sabato sera”, John Travolta fu lanciato definitivamente nella Hollywood che conta, anche perché in breve, il film diventò un vero e proprio fenomeno di costume e tutti imitavano lo stile e il modo di ballare di Travolta, sulle note della meravigliosa “More Than a Woman”, degli iconici Bee Gees. La pellicola portò a casa 237 milioni di dollari e Travolta fu nominato ai Golden Globe e agli Oscar come Miglior attore protagonista. Un trionfo.

“Grease”(1978), di Randal Kleiser

Sono passati 41 anni dalla sua uscita, ma “Grease – Brillantina” (questo il titolo italiano completo) è tuttora uno dei musical più amati di sempre. Diretta da Randal Kleiser, e tratto dall'omonimo musical di Jim Jacobs e Warren Casey, la pellicola ha come protagonisti assoluti John Travolta e Olivia Newton-John, nei panni di Danny Zuko e Sandy Olsson, ruoli che li hanno fatti diventare divi di prima grandezza. “Grease” è stato anche il film di maggior incasso della seconda metà degli anni ’70, dopo “Lo squalo”(1975) e “Guerre stellari” ed è Il film è stato candidato a 5 Golden Globe e a 1 Oscar, ma non ha vinto nessuno di questi importanti riconoscimenti.

“Staying Alive”(1983), di Sylvester Stallone

Nel sequel de “La febbre del sabato sera”, diretto da Sylvester Stallone, Tony Manero (Travolta) si trasferisce a Manhattan sognando di fare del ballo la sua professione. Jackie, la sua fidanzata, lo introduce a Broadway, dove il ragazzo ha una storia con Laura, la capricciosa prima ballerina. Il talento innato di Tony viene notato immediatamente e diventa primo ballerino. Pur non raggiungendo i fasti del primo film, questo sequel è amatissimo dal pubblico ed è un’ulteriore consacrazione per Travolta. La canzone “Far from over”, di Frank Stallone e Vince DiCola fu nominata anche ai Golden Globe.

“Pulp Fiction”(1994), di Quentin Tarantino

Il film simbolo del cinema tarantiniano degli anni ’90, con John Travolta e Uma Thurman nei panni degli iconici Vincent Vega e Mia Wallace. Entrambi furono candidati agli Oscar, anche se su sette nomination l’unica statuetta vinta fu quella alla Miglior sceneggiatura originale, scritta da Tarantino con Roger Avery, ma la pellicola portò a casa anche la Palma d’oro al Festival di Cannes. “Pulp Fiction” è un ingranaggio perfetto che, oltre alla bravura dei protagonisti – ai quali vanno aggiunti Samuel L. Jackson, Harvey Keitel, Tim Roth e Bruce Willis – conta la presenza del direttore della fotografia Andrzej Sekula, Sally Menke al montaggio, David Wasco alle scenografie e Betsy Heimann ai costumi. La colonna sonora, invece, spazia dal rock al blues con artisti come Kool & the Gang, Dick Dale, Al Green e Chur Berry.

“Face/Off – Due facce di un assassino”(1997), di John Woo

L’action-thriller di John Woo fu un grandissimo successo al botteghino, incassando quasi 246 milioni di dollari. Il film è incentrato sulla storia di Sean Archer (Travolta), un agente dell'FBI, e Castor Troy (Nicolas Cage), un terrorista che, dopo un intervento di chirurgia plastica all'avanguardia, assumono rispettivamente l'uno le sembianze dell'altro. Surreale, adrenalinico e tremendamente magnetico, il film si pone come punto di riferimento per molti altri lungometraggi dello stesso genere.

“Hairspray – Grasso è bello!”(2007), di Adam Shankman

Il musical di Adam Shankman, tratto dall’omonimo musical di Broadway e remake del film di John Waters, “Grasso è bello”, ci riporta nella Baltimora del 1962 dove Tracy Turnblad (Nikki Blonsky) sogna di partecipare al programma tv di ballo "Corny Collins Show". Nonostante qualche chilo di troppo, è un'ottima ballerina e con la sua simpatia conquista tutti, tanto da diventare la star del momento e chiede, a quel punto a sua mamma Edna (Travolta), di diventare la sua agente. La donna, così, uscirà dopo più di 10 anni in cui era rimasta in casa perché si vergognava della sua obesità. I problemi inizieranno quando le due verranno prese di mira da Velma Von Tussle (Michelle Pfeiffer), produttrice del programma e madre di Amber (Brittany Snow), ex star dello show. Il film è stato un successo globale con quasi 203 milioni di dollari con un Travolta osannato dalla critica specializzata per la sua Edna, uno dei suoi personaggi più riusciti ed esilaranti di sempre.

“Le belve”(2012), di Oliver Stone

Il film di Stone è basato sull’omonimo best-seller di Don Wislow. La pellicola racconta la storia di due amici: Ben (Aaron Johnson), pacifico, laureato e buddista e Chon (Taylor Kitsch), ex Navy Seal senza scrupoli. I due sono innamorati della stessa donna, la bella Ophelia (Blake Lively), detta “O” e vivono alla grande a Laguna Beach, dov’è concentrata anche la loro redditizia attività: la produzione e lo spaccio di marijuana. Tutto procede per il verso giusto, fino a quando il cartello dei trafficanti messicani decide d’intromettersi in modo forzato nel loro commercio e d’imporsi come socio, ricevendo un netto rifiuto. Il capo del cartello è la bella e spietata Donna Elena, coadiuvata dal suo scagnozzo Lado. Con l’aiuto di Dennis (John Travolta), un ambiguo e viscido agente della DEA, i messicani rapiranno la bella O e scateneranno una vera e proprio battaglia per avere la supremazia del mercato, senza esclusione di colpi, proprio come belve feroci. Un film su più livelli che si fa apprezzare per l’impianto narrativo perfetto e per la bravura di tutti i protagonisti principali.

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