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Il GGG – Il Grande Gigante Gentile: il protagonista principale doveva essere Robin Williams

Steven Spielberg, nel 2016, portava al cinema questo fantasy incentrato sulla storia di un gigante (Mark Rylance) che, una notte, rapisce l’orfanella Sofia (Ruby Barnhill) e la porta nel Paese dei Giganti. La creatura è dolce e amichevole e mostrerà alla bimba come e dove cattura i sogni che manda nella notte nelle menti dei bambini, insegnandole tutto su quella magia misteriosa. I due, però, dovranno affrontare la pericolosa minaccia di un attacco dei giganti agli esseri umani. Ecco 5 curiosità che non sapevate.
A cura di Ciro Brandi
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Steven Spielberg, nel2016, portava nelle sale il fantasy con Il GGG: Il Grande Gigante Gentile, tratto dal romanzo omonimo di Roald Dahl, del 1982. La pellicola è incentrata sulla storia, appunto, di un gigante (il premio Oscar Mark Rylance) di 7 metri che, una notte, rapisce l’orfanella Sophie (Ruby Barnhill) e la porta nel Paese dei Giganti. La creatura è dolce e amichevole e mostrerà alla bimba come e dove cattura i sogni che manda nella notte nelle menti dei bambini, insegnandole tutto su quella magia misteriosa. I due, però, dovranno affrontare la pericolosa minaccia di un attacco dei giganti agli esseri umani e, oltre ad evitarlo, dovranno avvisare anche la Regina d’Inghilterra del pericolo imminente. Nel cast, ci sono anche Penelope Wilton, Rebecca Hall, Bill Hader, Rafe Spall, Jemaine Clement e Adam Godley. Ecco, però, 5 curiosità che ancora non sapevate.

1. Il protagonista doveva essere Robin Williams

La gestazione della pellicola risale al 1991, anno in cui Frank Marshall e Kathleen Kennedy proposero il progetto alla Paramount Pictures. Qualche anno dopo, Robin Swicord e Nicholas Kazan scrissero anche una sceneggiatura e il protagonista principale, nei panni del gigante, doveva essere il compianto Robin Williams. La produzione, poi, non è mai andata in porto.

2. Migliaia di provini per trovare la piccola Sofia

Spielberg ha dichiarato che, per trovare la giusta attrice per la parte di Sophie, ha dovuto fare migliaia di provini. Quando il regista vide Ruby Barnhill, che all'epoca aveva 9 anni, rimase però folgorato anche se, prima di sceglierla, sono stati necessari altri 5 provini, organizzandone anche uno con Mark Rylance per vedere se la coppia poteva funzionare e se tra loro c’era quel feeling che lui desiderava. vita a un'amicizia che ha contribuito in modo efficace alla buona riuscita del progetto.

3. Il rifiuto di Gene Wilder

Il regista aveva fatto di tutto per avere il grande Gene Wilder per un ruolo nel film. L’attore, noto al grande pubblicò per il ruolo di Willy Wonka ne La fabbrica di cioccolato, film ispirato sempre al romanzo omonimo di Roald Dahl, rifiutò però l’invito di Spielberg e, purtroppo, venne a mancare il 29 agosto 2016, un mese dopo l’uscita nelle sale statunitensi de Il Grande Gigante Gentile.

4. Il film è dedicato alla memoria di Melissa Mathison

La sceneggiatura del film è stata scritta dalla grandissima Melissa Mathison, fidata collaboratrice di Steven Spielberg, che curò anche lo script del cult E.T. – L’extraterrestre, e poi di altri film come Ai confini della realtà (1983) e La chiave magica (1995), facendo incetta di nomination agli Oscar e ai Golden Globe. Purtroppo, la Mathison non è riuscita ad assistere alla première del film perché è venuta a mandare il 4 novembre 2015, all’età di 65 anni, dopo aver combattuto contro il cancro. Spielberg, però, ha deciso di dedicare Il Grande Gigante Gentile alla sua memoria. Infatti, alla fine dei titoli di coda c’è la frase: “Alla nostra Melissa”.

5. Mark Rylance si è ispirato al suo cane

Mark Rylance, premio Oscar per Il ponte delle spie (2015), diretto sempre da Steven Spielberg, ha dichiarato che per il ruolo del Gigante si è ispirato al suo cane, Apache. L’attore, infatti, ha detto che nella sua immaginazione ha provato a pensare di avere delle appendici rappresentate da queste grandi, enormi, orecchie che ruotavano ed erano espressive proprio come quelle del suo Jack Russell Terrier e poi si è confrontato anche con Spielberg sull’argomento, per trovare il modo giusto per creare le espressioni del suo GGG.

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