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Joaquin Phoenix ricorda il fratello River, morto a 23 anni: “Devo a lui la mia carriera”

Nel ricevere un premio al Toronto Film Festival, l’interprete dell’atteso Joker ha regalato un commosso discorso di ringraziamento in cui ha ricordato il fratello River Phoenix. Attore lanciatissimo a Hollywood negli anni 80, da Stand By Me a Indiana Jones, morì a soli 23 anni nel 1993, stroncato da un’overdose.
A cura di Valeria Morini
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Dopo la gioia per il Leone d'Oro vinto alla Mostra di Venezia con "Joker", Joaquin Phoenix è volato al Toronto Film Festival, dove è stato insignito del TIFF Tribute Actor Award. Nel corso del suo discorso, ha svelato che probabilmente non avremmo mai assistito alle sue tante emozionanti performance attoriali, da "Il gladiatore" a "Her", dal Johnny Cash di "Quando l'amore brucia l'anima" a "The Master", se non fosse stato per suo fratello River. Commosso e bellissimo l'omaggio dell'attore 44enne, che iniziò a recitare ancora bambino in una serie tv in cui River Phoenix, più grande di lui di quattro anni, era tra i protagonisti. A fine anni 80 Joaquin decise di ritirarsi dalle scene, ma fu proprio il fratello, che sarebbe morto poco dopo, a convincerlo a ricominciare:

Quando avevo 15 o 16 anni mio fratello River Phoenix è tornato a casa dal lavoro con una VHS di un film intitolato Toro scatenato. Mi ha fatto sedere e mi ha fatto vedere il film. Il giorno dopo mi ha svegliato e me lo ha fatto rivedere. Poi ha detto: "Ricomincerai a recitare, questo è quello che farai". Non me lo ha chiesto, me lo ha detto. E io sono in debito con lui per questo, perché la recitazione mi ha dato una vita così incredibile..

La storia di River Phoenix

Negli anni 80, River Phoenix si era imposto come una delle giovani promesse di Hollywood, soprattutto a partire dall'adolescente ribelle Chris di "Stand by Me – Ricordo di un'estate". Film come "Mosquito Coast" e "Nikita – Spie senza volto" avevano accresciuto la sua fama, fino alla nomination agli Oscar a soli 19 anni per "Vivere in fuga", all'iconico ruolo di un giovanissimo Indy nel prologo di "Indiana Jones e l'ultima crociata" e a quello del tossicomane Mike in "Belli e dannati" di Gus Van Sant. Una carriera in ascesa costante, interrotta però dalla morte prematura a soli 23 anni. La notte tra il 30 e il 31 ottobre 1993, Phoenix rimase vittima di un'overdose di eroina e cocaina al Viper Room di Los Angeles. Erano presenti gli amici Johnny Depp, Christina Applegate, Leonardo DiCaprio, Flea e John Frusciante e lo stesso fratello Joaquin. Fu quest'ultimo a chiamare, inutilmente, i soccorsi: la sua telefonata al 911 fu registrata e ritrasmessa da varie trasmissioni radio e TV.

Il discorso di Joaquin Phenix, cita anche Rooney Mara

"Mi sento sopraffatto dall'emozione, perché sto solo pensando a tutte le persone che hanno avuto un'influenza così profonda su di me", ha dichiarato Phoenix nel suo discorso. “Le mie sorelle Rain, Liberty e Summer, che sono ancora le mie migliori amiche. Sto pensando a mio padre, che mi ha insegnato l'etica del lavoro – anche se Todd Phillips [regista di Joker, ndr] potrebbe non essere d'accordo – e a mia madre per essere una costante fonte di ispirazione. Tutto ciò che faccio è per lei". Un pensiero, infine, anche alla compagna Rooney Mara, citata riferendosi alla Lisbeth Salander che ha interpretato in "Millennium – Uomini che odiano le donne": "Un'ultima cosa: da qualche parte qui, non so dove, c'è un drago sporco, e voglio strappargli le ali, stringerlo con una coperta e dormire con lui per sempre. Ti amo. Grazie". Insomma, un ottimo speech di prova in attesa di quello che con molta probabilità pronuncerà, grazie al suo Joker, ai prossimi Oscar.

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