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Johnny Depp sul viale del tramonto? Ma non diciamo sciocchezze

“The Lone Ranger” è stato un flop al botteghino USA. Apriti cielo. I giornali e i siti di tutto il mondo hanno dato subito per finita la carriera dell’attore, dimenticando tutto quello che ha dato al mondo del cinema negli ultimi 30 anni.
A cura di Ciro Brandi
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Johnny Depp è l’attore più pagato al mondo. E' stato nominato 3 volte all’Oscar e ha vinto un Golden Globe per “Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street”. E’ stato il protagonista di film straordinari come “Edward mani di forbice”, “Donnie Brasco”, “Paura e delirio a Las Vegas”, “Chocolat”, “Blow”, “Neverland – Un sogno per la vita” e la saga dei “Pirati dei Caraibi” e adesso, a causa del flop di “The Lone Ranger”, è su tutti i giornali e siti mondiali, che lo danno per spacciato. Analizzando bene la situazione, possiamo subito dire che si, in effetti, “The Lone Ranger”, targato Disney, è andato maluccio al botteghino USA, incassando solo 49 milioni di dollari (è costati 375, promozione inclusa) nel primo weekend di programmazione – quello difficilissimo del 4 luglio – stracciato da “Cattivissimo me 2” che ne ha incassati circa 143. In Italia, invece, si è piazzato al primo posto, anche se con soli 1,2 milioni di euro.

Volendo soffermarci solo sui “difetti” del film potremmo dire che: è sicuramente troppo lungo; la trama è abbastanza debole e ormai i western – fatta eccezione per "Django Unchained" – hanno stancato; Armie Hammer risulta totalmente fuori parte e non ha mordente su alcun tipo di pubblico; Johnny Depp è una sorta di caricatura dei nativi-americani, andando incontro anche al terreno minatissimo delle tematiche razziali che tanto stanno a cuore agli americani e non solo; l’uscita è stata sbagliata, forse non in USA, ma nel resto del mondo si, dato che si tratta di un film da distribuire assolutamente in inverno. Eppure, proprio la saga de “I Pirati dei Caraibi”, e il ruolo di Jack Sparrow – sempre Disney – hanno dato nuovo vigore alla carriera dell'amato Johnny e, oltre questo, altri kolossal della stessa casa di produzione, costati tantissimo, si sono poi rivelati dei clamorosi flop, vedi “John Carter”.

Allora cosa c’è che non va?

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Parlare di viale del tramonto, carriera compromessa e fine di una stella è indubbiamente esagerato e fuori luogo. Depp è Depp, un divo, un attore con la A maiuscola che ha pagato forse lo scotto di aver fatto delle scelte sbagliate, sia personali che professionali. I tradimenti e la dipendenza dall’alcol, in seguito alla separazione da Vanessa Paradis, lo hanno lanciato in pasto ai paparazzi e alla stampa rosa, che ha infierito quando Depp ha intrecciato una nuova relazione con Amber Heard, procace attrice, bisessuale dichiarata, totalmente diversa dalla Paradis.

Il gossip, quindi, ha “macchiato”, in un certo senso, il suo percorso professionale, distogliendo l’attenzione dai suoi film, dal suo talento, sostituendo lo charme dell’icona del cinema con lo stereotipo dell’uomo traditore e alcolizzato. A questo, poi, vanno aggiunte le scelte cinematografiche errate fatte negli ultimi anni: “Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo” (2009), “The Tourist” (2010), “The Rum Diary – Cronache di una passione” (2011) sono stati distrutti dalla critica e snobbati dal pubblico, ma sono stati, tuttavia, bilanciati dai clamorosi successi di “Alice in Wonderland” (2010) e “Dark Shadows” (2012) del suo grande amico Tim Burton. Non dimentichiamo che, a fine anno, inizieranno anche le riprese di “Pirati dei Caraibi 5” e che i milioni di fan della saga non aspettano altro che rivedere Jack Sparrow in azione. La stella si sarà pure appannata, ma nessuno è infallibile, e purtroppo il mondo dorato di Hollywood, troppo spesso, è ingrato e spietato, soprattutto con le icone che hanno fatto guadagnare miliardi di dollari a registi, produttori, major & Co e che continuano a far sognare milioni di spettatori.

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