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Kevin Spacey in tribunale per l’accusa di molestie sessuali, rischia fino a 5 anni di carcere

Kevin Spacey è comparso in tribunale a Nantucket per rispondere dell’accusa di molestie sessuali. La prima udienza, fissata per il 7 gennaio, è stata aggiornata al 4 marzo prossimo. L’attore, allontanato da House of Cards dopo lo scandalo che l’ha visto coinvolto, rischia fino a 5 anni di carcere.
A cura di Stefania Rocco
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Kevin Spacey è comparso oggi in tribunale a Nantucket per rispondere dell’accusa di molestie sessuali ai danni di un teenager. Il divo hollywoodiano è stato fotografato poco prima di comparire di fronte al giudice che dovrà analizzare il suo caso e stabilire eventuali colpe. Il caso per il quale Spacey è finito sul banco degli imputati risale al luglio del 2016. Ad accusare l’attore la anchor woman della tv di Boston, Heather Unruh, che ha formalizzato le accuse del figlio 18enne. Il giovane aveva riferito di essere stato sessualmente molestato da Spacey durante un incontro casuale al Club Car, un piano-bar nell'isola del Massachusetts. Rispetto a quel caso, in una deposizione giurata che risale al dicembre scorso, l’attore si era dichiarato innocente. La corte dovrà aggiornarsi il 4 marzo prossimo.

Analizzati i dati dello smartphone

Alan Jackson, avvocato di Los Angeles e difensore dell’attore, ha chiesto e ottenuto che i dati dello smartphone del 18enne e della sua fidanzata siano conservati per 6 mesi dal momento in cui si sarebbero verificate le molestie. Se le accuse ai danni dell’attore dovessero essere provate, Spacey rischia fino a 5 anni di carcere e l’obbligo di registrarsi come molestatore sessuale.

Gli accusatori di Kevin Spacey

Sono più di 30 gli uomini che hanno accusato Kevin Spacey di violenza sessuale. Il primo ad accusarlo fu l’attore Anthony Rapp che raccontò pubblicamente un episodio accaduto oltre 30 anni prima. Rese nota la presunta violenza subita nei giorni immediatamente successivi al momento in cui è scoppiato lo scandalo degli abusi avvenuti a Hollywood. Alle accuse di Rapp si aggiunsero quelle del messicano Roberto Cavazos che raccontò: “Bisognava solo avere meno di 30 anni perché lui si sentisse libero di palpeggiarci. Conosco molte persone che nei prossimi giorni potrebbero trovare il coraggio di raccontare ciò che è successo loro. Io l’ho fermato, ma conosco gente che non è riuscita a farlo”. Ad accusarlo, tra gli altri, anche il figlio del premio Oscar Richard Dreyfuss e il film maker Tony Montana.

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