L’altra faccia del Diavolo s’impossessa delle sale italiane
E’ stato il caso cinematografico di inizio anno in USA, e adesso è arrivato anche in Italia. L' horror “L’altra faccia del Diavolo” (titolo originale “The Devil Inside”) è diretto dal regista William Brent Bell, e calca l’onda del mokumentary (falso documentario), ormai diventata quasi un “must” del genere horror contemporaneo. Il film è stato girato a Bucarest e Roma, con varie riprese effettuato a Città del Vaticano. Sulle locandine pubblicitarie della pellicola viene riportato che proprio il Vaticano avrebbe disapprovato il film, ma in realtà si tratta solo di una bufala, frutto di una voce messa in giro da una giornalista americana.
La trama
La pellicola parte dal 1989, anno in cui una donna di origini italiane, Maria Rossi (Suzan Crowley), commette un triplice omicidio durante un esorcismo effettuato su di lei. La Chiesa cattolica fu coinvolta e da allora la donna è stata rinchiusa in un ospedale psichiatrico di Roma. Il film continua, vent’anni dopo e in stile mokumentary, con le indagini di sua figlia, Isabella Rossi (Fernanda Andrade), la quale ha appreso degli omicidi da suo padre, morto tre giorni dopo le rivelazioni. La donna quindi si metterà a girare un documentario sugli esorcismi proprio per capire cosa sia potuto accadere alla madre. Dopo una visita in una scuola romana che si occupa di esorcismi, l’interrogativo principale che Isabella si pone è: le persone possono essere realmente possedute da demoni o si tratta solo di una condizione/malattia mentale? A volte però bisogna ammettere che non tutto ha una spiegazione logica o scientifica, così il viaggio di Isabella si popolerà di presenze sataniche, riti, voci misteriose, corpi contorti e scoperte sconvolgenti
Il cast
La bella Fernanda Andrade è il volto più noto al pubblico dell’intero cast de “L’altra faccia del Diavolo”. L’attrice, di origini brasiliane, ha alle spalle una lunghissima carriera fatta di partecipazioni televisive in serie televisive di grandissimo successo come “The Mentalist”, “C.S.I.”, “Sons of Anarchy” e “Low & Order”. L’indemoniata di turno è invece Suzan Crowley, attrice inglese molto nota in patria, che nel 2008 ha partecipato alla commedia romantica, made in USA, “Un amore di testimone” con Patrick Dempsey. Simon Quarterman, che nel film interpreta Padre Ben, ha debuttato sul grande schermo nel 2008 nel film “Il Re Scorpione 2: il destino di un guerriero”, nei panni di Ari, uno di protagonisti principali. L’attore Evan Helmut/Padre David abbiamo avuto invece modo di apprezzarlo nella commedia campione d’incassi “L’amore in gioco” con Drew Barrymore e Jimmy Fallon, del 2005, nella quale è stato diretto dai fratelli Farrelly.
La nostra recensione
Ormai è assodato. Il genere horror ha imboccato la strada del found footage e sembra non volerla più abbandonare. Il mokumentary stuzzica la curiosità degli spettatori, il trailer li fa terrorizzare e alzare dalla poltrona per andare al cinema, spinti anche dal successo di pellicole come “Paranormal Activity”, “The Rite” con Anthony Hopkins, la saga spagnola “REC” e “ESP – Fenomeni paranormali”. Per carità, i gusti del pubblico sono indiscutibili ed è giusto battere il ferro finchè è caldo pur di far soldi, ma è altrettanto vero che questo genere di film con storie di esorcismi e demoni, lo stile reportage, le scene “falsamente” rubate da videocamere sparse un po’ dappertutto, le ambientazioni sempre più cupe e claustrofobiche come ospedali/prigioni, manicomi abbandonati o case isolate hanno un po’ stancato. Il fatto che ci venga detto che la storia è ispirata a storie reali poi è assolutamente opinabile, la maggior parte delle volte si tratta solo di specchietti per le allodole per abbindolare gli spettatori più famelici e inesperti. “L’altra faccia del Diavolo” non fa eccezione. Il film ci presenta la classica e usurata concezione del Vaticano come luogo in cui sono nascosti terribili segreti e presenze (Dan Brown docet), corpi che si contorcono in maniera spaventosa, urla dei posseduti che ci riportano al primo “Esorcista”. L’unico tocco di “originalità” è il fatto che in questo caso, il demonio si comporta come una sorta di malattia contagiosa, passando di corpo in corpo con effetti sempre più devastanti. Alcune scene possono risultare anche particolarmente crude e “gratuite”, ma niente che non sia stato già visto nei film che abbiamo citato prima, quindi, in un certo senso, la paura è altamente smorzata. A peggiorare la situazione c’è l’incerta prova recitativa dell’intero cast e di una sceneggiatura alquanto abbozzata e costruita, secondo noi, su un’accozzaglia di elementi di natura discutibile e inventata. Anche stavolta il pubblico premierà il genere?
Voto: 4