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La Bottega dei suicidi fa furore in città

La famiglia Tuvache gestisce questo originale negozio che vende il kit perfetto per porre fine alla propria vita. Ma Alan, il terzogenito, ribalterà la situazione, riportando il sorriso e l’ottimismo nei cittadini.
A cura di Ciro Brandi
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La Bottega dei suicidi

Patrice Leconte, il famoso regista e fumettista francese, firma il suo primo film d’animazione (noir e in 3D), presentato già all’ultimo Festival di Cannes. La pellicola è tratta dal famoso racconto di Jean Teulè “Le magasin des Suicides”, molto originale e, purtroppo, tristemente attuale, dato che il tema principale è il suicidio di massa  dei cittadini di una città desolata e grigia. A ribaltare la tetra e angosciante situazione ci penserà un bimbo molto particolare che riporterà la felicità e la voglia di vivere.  Ovviamente, non crediamo che sia adatto ai più piccoli, ma non sarebbe male se gli adulti andassero a vederlo.

La trama

La Bottega dei suicidi

In una macabra e desolata cittadina, il sole ha smesso di splendere, tagliato fuori dagli enormi palazzoni che fanno quasi da scudo. Gli abitanti hanno perso completamente la voglia  di vivere. L’unico rimedio sembra quello di affidarsi alla famiglia Tuvache, che gestisce un negozio specializzato nella vendita di tutto quello che serve per il suicidio perfetto. I tre figli portano addirittura i nomi di personaggi morti suicidi: Vincent (Van Gogh), Marylin (Monroe) e Alan (Mathison Turing). La florida attività viene messa in pericolo proprio dal piccolo Alan, il terzogenito, l’emblema della gioia di vivere, che ribalterà completamente la situazione, non pensando assolutamente agli affari, bensì a riportare il sorriso e l’ottimismo tra i suoi concittadini.

I personaggi

Alan

I doppiatori dei personaggi nella versione originale sono: Bernard Alane (Mishima), Isabelle Spade (Lucrèce), Kacey Mottet Klein (Alan), Isabelle Giami (Matilyn), Laurent Gendron (Vincent), Pierre-Francois Martin-Laval (il ragazzo carino), Eric Métayer ( il SDF), Jacques Mathou (Il signor Calmel) e Urbain Cancelier (Il ginecologo).

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