Lars von Trier, l’anticonformista e visionario regista danese compie 60 anni
Anticonformista, ribelle, visionario ed esagerato. Lars von Trier è stato, da sempre, uno dei più dirompenti innovatori del mondo del cinema. Dotato di un talento unico, i suoi film sono sempre stati oggetto di discussioni da parte dei critici, suscitando reazioni contrastanti e, talvolta, anche sconcerto. Celebre per essere l’ideatore del movimento DOGMA 95, il regista danese, 60 anni il 30 aprile, è noto al grande pubblico (oltre che per le sue fobie del volo e delle malattie) per titoli come “Europa”, “Dancer in the Dark”, “Dogville”, “Melancholia” e “Nymphomaniac”, insuccessi in patria, ma pluripremiati all’estero.
La scoperta della vera identità del padre
Il regista nasce a Copenaghen, da Inger Høst e Ulf Trier che, sin da piccoli, gli danno un’educazione molto libera. Ciò ha reso, però, la sua adolescenza molto problematica, perchè l’istituto scolastico scelto dai genitori, il Lundtofte, era molto autoritario e non conciliava affatto con l’ideologia dei Trier. A destabilizzarlo ancora di più, nel 1995, ci pensa sua madre che gli rivela la vera identità del padre, Fritz Michael Hartmann, discendente di una famosa famiglia danese di compositori. Il regista tenterà, più volte, di mettersi in contatto con lui, ma avrà solo contatti “legali” e mai da padre e figlio. A soli 13 anni, prende parte alla serie tv “L’estate segreta”, di Thomas Winding e Dopo aver frequentato la Danish Film School, il regista aggiunge il “von” al suo nome, in ricordo di suo nonno e in omaggio a tanti artisti da lui amati, come i registi Josef von Sternberg e Erich von Stroheim.
La “Trilogia Europea” e “The Kingdom”
Il regista riesce a trovare lavoro, come consulente, presso la Statens Filmcentral e, nel 1977, realizza il suo primo cortometraggio “Il giardiniere delle orchidee” e, in seguito, “Menthe – la ragazza felice”, “Nocturne”(1980) e “L’ultimo particolare”(1981). Il primo lungometraggio, invece, è “L’elemento del crimine”(1984), thriller poliziesco di matrice espressionista, il film rappresenta il primo capitolo della sua "Trilogia Europea". Presentato in concorso al 37esimo Festival di Cannes, il film vince il Grand Prix tecnico e lo lancia alla grande tra i cineasti più innovativi d’Europa. Dopo “Epidemic”(1987), secondo film della Trilogia, e il film tv di successo “Medea”(1988), chiude il cerchio con “Europa”(1991), storia di un americano di origini tedesche che arriva in Germania, alla fine del secondo conflitto mondiale, per aiutare a ricostruire il paese. Purtroppo, la sua volontà si rimanere al di fuori dei conflitti non sarà rispettata e, presto, prenderà parte alla resistenza verso l’occupazione americana. La pellicola vince il Premio della giuria al 44esimo Festival di Cannes. Nel 1994 è di nuovo sulla cresta dell’onda grazie alla seguitissima serie tv horror “The Kingdom – Il regno”, in seguito è stato distribuita come unico film di quattro ore. Dal film, sono stati tratti anche il sequel, “The Kingdom 2”(1997), e la serie televisiva statunitense “Kingdom Hospital”(2004).
Dogma 95 e la “Trilogia del cuore d’oro”
Nel 1995, Lars von Trier, con Thomas Vinterberg, da vita a Dogma 95, un movimento cinematografico fondato su regole precise, pubblicate in un manifesto, con lo scopo di purificare il cinema dalla cancrena degli effetti speciali e dagli investimenti sconsiderati delle grandi major. I registi aderenti dovevano evitare le luci, le scenografie, la colonna sonora e tutti gli elementi che non potevano essere creati con le proprie camere a mano. Secondo queste regole, von Trier gira il drammatico “Le onde del destino”(1996), con Emily Watson, che vince il Gran Premio della Giuria a Cannes e regala all’attrice una nomination agli Oscar. Il film inaugura la “Trilogia del cuore d’oro”, composta da “Idioti”(1998) e “Dancer in the dark”(2000) – vincitore della Palma d’Oro a Cannes – caratterizzata da protagonisti altruisti e buoni, ma tutti con un destino tragico.
La trilogia “USA – Terra delle opportunità”
Nel 2003 è la volta di “Dogville”, dramma con Nicole Kidman che ottiene un enorme successo e vince il David di Donatello per il Miglior film dell’Unione Europea e 2 European Film Awards per la Miglior regia e la Miglior fotografia. Nel film – il primo della nuova trilogia “USA – Terra delle opportunità” – è incentrato sulla storia di Grace, una ragazza che arriva, nel 1930, a Dogville, uno sperduto villaggio delle Montagne Rocciose. Sulle sue tracce, ci sono due spietati killer, ma grazie all'aiuto di Tom (Paul Bettany), portavoce della comunità, la donna ottiene ospitalità e protezione a patto che sia disposta a lavorare per il bene comune. Nessuno sa, però, che Grace nasconde un terribile segreto. Seguiranno, “Manderlay”(2005), con Bryce Dallas Howard e Willem Dafoe, incentrato sul tema della schiavitù, ma non riesce a concludere la trilogia, rimandando la lavorazione di “Wasington” all’infinito. Nel 2006, esce “Il grande capo”, dove il regista usa la tecnica dell’automavision, una tecnica di ripresa cinematografica che utilizza una camera fissa senza operatore, ma comandata da un computer che decide, in maniera casuale, che cosa riprendere.
“Melancholia”, l’espulsione da Cannes e i progetti futuri
Nel 2009, invece, il regista cambia nuovamente genere e gira il thriller horror “Antichrist”, con (Willem Dafoe e Charlotte Gainsbourg, che nella trama riflette il lungo periodo di depressione vissuto dal regista. La pellicola fa vincere il premio alla migliore attrice a Charlotte Gainsbourg al Festival di Cannes. Sulla Croisette, i suoi film hanno sempre successo e, infatti, nel 2011, il suo dramma fantascientifico, “Melancholia”, fa vincere a Kirsten Dunst il premio per la Migliore interpretazione femminile. Durante il Festival, però, il regista viene espulso per affermazioni pro-Nazismo, anche se in seguito si scuserà, asserendo di aver solo voluto fare uno scherzo ai giornalisti. Nel 2013, escono i due scandalosi capitoli di “Nymphomaniac”, dramma erotico composto da un cast di stelle, capitanato dalla Gainsbourg, che però non ottiene il successo di pubblico sperato. In una lunga intervista del 2014, il regista ha ammesso di essere stato in cura per disintossicarsi da alcol e droga, dopo essere stato espulso da Cannes e durante la lavorazione di “Nymphomaniac” , ma che ne era completamente uscito. Pochi mesi fa, il regista ha annunciato il suo nuovo progetto, il film “The House That Jack Built”, che racconterà la storia di un serial killer, ma dall’ottica dell’assassino. L’uscita è prevista per il 2017.