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Ma come fa a far tutto? La recensione

La pellicola è diretta da Douglas McGrath e i protagonisti sono Sarah Jessica Parker, il redivivo Pierce Brosnan e il grande Greg Kinnear ed è tratta dall’ominimo best-seller di Allison Pearson, giornalista gallese che ha raccontato, in forma di diario, la “difficile” vita di una donna lavoratrice e mamma.
A cura di Ciro Brandi
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ma come fa

La pellicola è diretta da Douglas McGrath e i protagonisti sono Sarah Jessica Parker, il redivivo Pierce Brosnan e il grande Greg Kinnear ed è tratta dall’ominimo best-seller di Allison Pearson, giornalista gallese che ha raccontato, in forma di diario, la “difficile” vita di una donna lavoratrice e mamma. Oprah Winfrey ha definito il libro come “l’inno nazionale delle madri lavoratrici”.

La Parker è Kate Reddy è una donna di 35 anni che di giorno lavora per una ditta di gestione finanziaria con sede a Boston mentre di sera è la madre devota di due bambini e una moglie felicemente sposata con l'architetto disoccupato Richard. La sua è una vita dura e non senza sacrifici, ma grazie anche all'aiuto dell'amica Allison riesce a gestirla tranquillamente. Un giorno però a complicare le cose arriva Jack, nuovo cliente di Kate, che si rivela provocante verso la donna ed inoltre Richard riceve un'offerta di lavoro che non può rifiutare.

Non c’è dubbio che la commedia sia dedicata alle donne, alla figura femminile, quindi i maschietti, “trainati” al cinema con la forza, storceranno un pò il naso. Le situazioni tragicomiche che si rincorrono sulle schermo sono facilmente riconducibili alla vita di tutti i giorni, ai mille impegni che le donne affrontano quotidianamente, specchio di una realtà contemporanea che le vede, ormai, più indaffarate e “risolutrici” rispetto all’universo maschile.

Sarah Jessica Parker è la colonna portante dell’intero progetto. Abbandonati i lustrini di “Sex and the City”, l’attrice si lancia in dialoghi serratissimi, situazioni paradossalmente vere, facendo anche da “narratrice”, voce fuori campo che ci accompagna nella stupenda e frenetica Manhattan. Il tema della gestione della vita quotidiana è trattato con estrema ironia e freschezza, in stile mokumentary, con tanto d’interviste ai protagonisti, il che da ritmo e dinamicità alla pellicola. Ovviamente la sceneggiatura (scritta da Aline Brosh McKenna, la stessa de “Il Diavolo veste Prada”) non vuole essere un manifesto del femminismo, ma anzi propone soluzioni simpatiche e creative per fa fronte ai mille impegni.

In USA il film non è stato un successo e la critica l’ha stroncato. Come andrà in Italia?

Voto: 6

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