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Mel Gibson: il divo di “Mad Max”, “Arma Letale” e “Braveheart” compie 60 anni

E’ stato il protagonista delle saghe cult di “Mad Max” e “Arma Letale”, mettendo a segno altri blockbuster come “What Women Want” e “Signs”. Mel Gibson, 60 anni il 3 gennaio, ci ha regalato anche perle registiche come “L’uomo senza volto”, “La passione di Cristo” e “Apocalypto”, e solo negli ultimi anni la sua stella si è un po’ affievolita.
A cura di Ciro Brandi
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E’ il divo delle saghe di “Mad Max”, “Arma Letale” e del pluripremiato “Braveheart”. Ha al suo attivo tantissimi altri blockbuster e si è cimentato alla regia con lo storico “La passione di Cristo” e “Apocalypto”, dimostrando una bravura fuori dal comune. Mel Gibson, il 3 dicembre, compie 60 anni e nel suo curriculum ha 43 film, di cui 4 da regista, ma poi ha preso parte a varie serie tv, documentari, ha doppiato film d’animazione e, solo negli ultimi anni, la sua stella si è un tantino affievolita.

L’esordio nella serie tv “The Sullivans”

Il vero nome di Gibson è Mel Colm-Cille Gibson ed è nato a Peekskill il 3 gennaio 1956, da padre statunitense e madre irlandese. Sesto di dieci figli, all’età di 12 anni si è trasferito con la famiglia in Australia dove, nel 1977, si diploma all’Accademia di Arte Drammatica di Sydney e con Judy Davis, George Miller, Gillian Armstrong e Peter Weir fonderà l’Australian New Wave, per promuovere il nuovo cinema australiano nel mondo. L’esordio sul piccolo schermo avviene con la famosa serie tv “The Sullivans” (1976-1983) mentre nel 1977 viene scelto da Christopher Fraser come protagonista del thriller “Summer City – Un’estate di fuoco” che non fa, però, faville al cinema.

Le saghe di “Mad Max” e “Arma Letale”

L’occasione d’oro arriva due anni dopo, nel 1979, quando il suo amico George Miller lo sceglie come protagonista di “Mad Max” – in italiano tradotto col titolo “Interceptor” – e Gibson appare subito perfetto nei panni di “Mad” Max Rockatansky, riscuotendo un successo clamoroso e incassando 100 milioni di dollari (a fronte di un budget di 10 mila!). Nel 1980, sposa Robyn Moore. I due hanno avuto 7 figli, ma si sono lasciati nel 2006. Nel 1981, Peter Weir lo vuole per lo storico “Gli anni spezzati”, ma nello stesso anno gira anche il sequel “Interceptor – Il guerriero della strada” (“Mad Max 2”) sempre per la regia di Miller. Grazie al ruolo di Mad Max, che riprende nel 1985 per il terzo capitolo della trilogia, “Mad Max – Oltre la sfera del tuono”, diretto da George Miller in coppia con George Ogilvie, l’attore diventa uno dei volti più amati del cinema e gira film su film, tra cui “Un anno vissuto pericolosamente”(1982), “Il Bounty”(1984) e “Il fiume dell’ira”(1984). Completato un franchise, Gibson si butta subito in un’altra avventura che avrà un grandioso successo, più di quello riscosso da Mad Max. Si tratta di “Arma Letale”(1987), diretto da Richard Donner. Gibson è nei panni dello sgangherato e sexy sergente Martin Riggs, reduce del Vietnam e noto per i suoi comportamenti sul lavoro a dir poco rocamboleschi. Con lui ci sarà il grande Danny Glover, per una saga che andrà avanti fino al 1998.

“L’uomo senza volto” e “Braveheart – Cuore impavido”

Nel 1989, è la volta di “Arma Letale 2”, diretto sempre da Donner, ma Gibson, dopo aver girato “Due nel mirino”(1990) di John Badham e “Air America”(1990) di Roger Spottiswoode, decide di mettersi alla prova anche con qualcosa di totalmente diverso. Sarà, infatti, “Amleto”(1990) per il nostro Franco Zeffirelli, che gli affianca Glenn Close e Helena Bonham Carter. Il film conquista la critica e viene candidato a 2 Oscar. Nel 1992 gira “Arma Letale 3” e il romantico “Amore per sempre”, mentre l’anno successivo, fa il suo esordio alla regia col bellissimo “L’uomo senza volto”. Nel film, Gibson è un ex insegnante sfigurato e solitario, che non riesce a liberarsi dal rimorso della morte di un suo allievo. Col tempo, intreccerà una solida amicizia con il giovane Chuck, ma l’insegnante sarà accusato di pedofilia dagli abitanti del villaggio. Dopo la commedia western “Maverick”(1994) di Richard Donner, con Jodie Foster, Gibson rientra in cabina di regia per girare uno dei film più belli ed intensi della cinematografia mondiale: “Braveheart – Cuore impavido”(1995). La pellicola racconta la storia, romanzata, del patriota ed eroe nazionale scozzese William Wallace e, nel 1996, vinse 5 Oscar su 10 nomination, oltre a una caterva di altri premi. Il film ha incassato per 200 milioni di dollari (a fronte di un budget di 70) e, secondo molti addetti ai lavori e non, è riuscito a risvegliare la coscienza nazionale scozzese. A seguire, l’attore gira “Ransom – Il riscatto”(1996) di Ron Howard, poi “Ipotesi di complotto” e “Arma Letale 4”, ultimo capitolo della saga, sempre per la regia dell’amico Richard Donner.

I blockbuster “What Women Want”, “Signs” e il tonfo di “Apocalypto”

Gli anni Duemila si aprono con il drammatico “The Million Dollar Hotel”, del visionario Wim Wenders, per poi proseguire con i blockbuster “What Women Want – Quello che le donne vogliono” diretto da Nancy Meyers e “Signs” di M. Night Shyamalan, mentre “Il patriota” di Roland Emmerich e “We Were Soldiers – Fino all’ultimo uomo” di Randall Wallace, ottengono un risconto molto più tiepido. Poco male, perché nel 2004, la terza regia di Gibson entrerà nella storia del cinema con la “C” maiuscola. Esce, infatti, “La passione di Cristo”, girato interamente in Italia, a Matera, e che racconta le ultime ore di vita di Cristo. Il film – doppiato in latino e aramaico con sottotitoli – è contraddistinto da un grandissimo realismo e da scene tremendamente crude, e questo ne fa oggetti di aspre critiche, ma riesce a portare a casa ben 611.899.000 dollari e tre nomination agli Oscar. Forte del successo del film, l’attore gira “Apocalypto”(2006), girato nella penisola messicana dello Yucatan. La pellicola racconta la storia di Zampa di Giaguaro (Rudy Youngblood) che vive nel suo villaggio occupandosi della caccia. All'improvviso, la sua vita viene sconvolta dall'arrivo di un'altra tribù che semina la morte e fa prigionieri i sopravvissuti. Zampa di Giaguaro lotterà con tutte le sue forze per salvare sua moglie e i suoi figli. Il film è accompagnato da dialoghi in Yucateco moderno, la lingua dei Maya e, purtroppo, non mancarono, anche stavolta, le critiche. Gibson fu accusato di dipingere i Maya solo come un popolo cruento e dedito alla guerra, tralasciando la loro grande cultura. Anche il pubblico non lo premiò, infatti il film ha incassato “solo” 118.300.000 dollari globalmente. Nel 2009, dalla relazione con la musicista russa Oksana Grigorieva, è nata la sua ottava figlia, Lucia. La donna, però, lo ha denunciati per presunti maltrattamenti e, nel 2011, l’attore ha patteggiato il pagamento di 750 mila dollari a titolo di risarcimento, rinunciando all’affidamento di Lucia.

Il declino negli ultimi 5 anni

Gli ultimi 5 anni non l’hanno visto fare furore al botteghino. Infatti, nel 2010 gira “Fuori controllo”, thriller molto debole di Martin Campbell, seguito da “Mr. Beaver”, film drammatico diretto dalla sua amica Jodie Foster, “Viaggio in Paradiso”(2012) di Adrian Grunberg, “Machete Kills”(2013) di Robert Rodriguez e ha preso parte a “I mercenari 3”(2014), per la regia di Patrick Hughes. Nel 2016, lo vedremo nell’action-thriller “Blood Father”, diretto da Jean-François Richet, accanto ad Elisabeth Rohm, Erin Moriarty, Katalina Parrish e William H. Macy.

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