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Mickey Rourke sul ring a 62 anni, l’avversario ne ha solo 29

L’attore di “9 settimane e 1/2” e “The Wrestler”, pugile professionista negli anni ’90, ha deciso di indossare ancora una volta i guantoni. Combatterà a Mosca il 28 novembre, contro Elliot Seymour, di 33 anni più giovane.
A cura di Valeria Morini
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Non è stato solo l'irresistibile seduttore di Kim Basinger nel bollente "9 settimane e 1/2", il tenebroso motociclista di "Rusty il selvaggio" e l'anziano lottatore alla disperata ricerca di riscatto in "The Wrestler". Forse non tutti sanno che Mickey Rourke, il bad boy del cinema americano, l'uomo la cui  carriera è caduta e si è risollevata più volte, è stato anche per alcuni anni un pugile professionista. E, alla faccia dei 62 anni suonati, l'attore è deciso a riprendere in mano i guantoni che aveva appeso al chiodo nel lontano 1994. Il 28 novembre affronterà a Mosca Elliot Seymour, pugile americano di 29 anni.

Una vita sempre sul filo del rasoio quella di Rourke, sia dal punto di vista professionale che personale. Una vita che da decenni è in bilico tra il suo talento smisurato di attore e una tendenza progressiva all'autodistruzione. Basta citare un paio di dati per inquadrare il personaggio: lo stesso Rourke che ha più volte sfiorato il premio Oscar (l'ultima delle quali con la sua toccante interpretazione in "The Wrestler") è anche colui che negli anni '80 ebbe un matrimonio a dir poco turbolento con Carré Otis (conosciuta sul set di "Orchidea selvaggia") e che, pare, usò buona parte dei suoi proventi come attore per finanziare le attività terroristiche dell'Ira.

Di origine irlandese, cresciuto in una famiglia allargata con otto fratelli (tra naturali e acquisiti), dopo una giovinezza inquieta e una fase nella boxe dilettantistica, Mickey scopre la carriera cinematografica grazie a Steven Spielberg, che gli offre un piccolo ruolo in "1941 – Allarme a Hollywood". Vengono poi capolavori come "Rusty il selvaggio", "L'anno del dragone", "Ore disperate" e, soprattutto, "9 settimane e 1/2", che lo consacra definitivamente in una delle scene erotiche più famose di sempre (il celebre striptease della Basinger).

Negli anni '90 la sua carriera crolla miseramente, ed è allora che l‘attore decide di tornare alla vecchia passione giovanile, il pugilato. Otto incontri dal 1991 al 1994 lo vedono sei volte vincitore, ma non bastano a farne decollare la carriera sportiva. Il risultato sono un'infinità di fratture a naso, zigomi e denti, che lo portano a iniziare una lunga serie di interventi di chirurgia plastica, fino a diventare praticamente irriconoscibile.

Oggi il suo leggendario fascino sembra un ricordo lontano, ma Mickey non demorde: se al cinema è tornato di recente nei panni dell'inquietante Marv in "Sin City: Una donna per cui uccidere", anche il ring è nuovamente pronto ad accoglierlo. E lui non si sente ancora disposto a dichiarare KO.

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