Morto Ettore Scola, addio a uno dei Maestri del grande cinema italiano
Grandissimo lutto nel mondo del cinema italiano, che ha appena perso uno degli ultimi, grandi, Maestri della sua epoca d'oro. A 84 anni se n'è andato Ettore Scola, regista di capolavori come "Una giornata particolare" e "C'eravamo tanto amati". Uno dei più grandi cineasti e sceneggiatori della settima arte nostrana. Il suo ultimo lavoro risale al 2013: il documentario "Che strano chiamarsi Federico", dedicato al collega Federico Fellini. Suoi anche "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?" e "La famiglia". Scola era in coma da domenica sera, nel reparto di cardiochirurgia del Policlinico di Roma.
Gli inizi
Era nato a Trevico, in provincia di Avellino, il 10 maggio del 1931. Da bambino si trasferisce con la famiglia a Roma, diventata la sua città d'adozione. L’incontro con il mondo del cinema inizia alla fine degli anni ’40, quando durante l’Università inizia a pubblicare bozzetti sul giornale umoristico "Marc’Aurelio". Dall'inizio degli anni 50 comincia a scrivere sceneggiature di commedie all'italiana, spesso in coppia con Ruggero Maccari. Nel frattempo, collabora con i testi a diverse trasmissioni di varietà sia radiofonici che televisivi della RAI; tra l'altro è coautore dei testi delle scenette settimanali interpretate da Alberto Sordi (che vedono protagonisti personaggi come il Conte Claro e Mario Pio).
L'esordio e il sodalizio con Sordi
Esordisce alla regia nel 1964 con "Se permettete parliamo di donne", ma il primo grande successo arriva quattro anni con "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?", interpretato da Alberto Sordi, Nino Manfredi e Bernard Blier. Con Sordi lavorerà altre tre volte: in "La più bella serata della mia vita" (1972), in alcuni episodi del film collettivo "I nuovi mostri", (1977) e in "Romanzo di un giovane povero" (1995).
Gli anni 70 e 80, i film con Mastroianni
Seguono "Il commissario Pepe" (1969) e "Dramma della gelosia – Tutti i particolari in cronaca" (1970) fino ad arrivare a uno dei suoi massimi capolavori, Nel 1974 dirige infatti "C'eravamo tanto amati (1974), che vede nel cast Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefano Satta Flores, Stefania Sandrelli, oltre a Marcello Mastroianni, Federico Fellini e Mike Bongiorno nella parte di se stessi, Aldo ed Elena Fabrizi e Giovanna Ralli.
Realizza anche "Brutti, sporchi e cattivi" (1976) e un altro dei suoi più alti risultati, lo splendido "Una giornata particolare" (1977), con Marcello Mastroianni e Sophia Loren. Nel 1980 gira "La terrazza", bilancio di un gruppo di intellettuali di sinistra in crisi, con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Jean-Louis Trintignant e Marcello Mastroianni. Nel 1982 affronta la Rivoluzione francese in "Il mondo nuovo" (1982), di nuovo con Mastroianni nei panni di Giacomo Casanova.
Altro grande film corale è "La famiglia" (1987), commedia che ripercorre 80 anni di storia italiana con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant. Altri film di rilievo sono "Splendor" (1988) e "Che ora è?" (1989), entrambi con Mastroianni e Massimo Troisi (dirige quest'ultimo anche in "Il viaggio di Capitan Fracassa"). Nel 1998 gira "La cena", sempre con Gassman, la Ardant e la Sandrelli, mentre risale al 2001 il suo ultimo film di finzione, "Concorrenza sleale", con Diego Abatantuono, Sergio Castellitto e Gérard Depardieu.
La chiusura dedicata a Fellini
Chiude con due documentari: il semidocumentaristico "Gente di Roma" (2003) e "Che strano chiamarsi Federico", dedicato a Federico Fellini nel ventennale della scomparsa, con il quale partecipa fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
I premi
Nel corso della sua carriera ha conquistato sei David di Donatello (nel 2011 è stato insignito il premio alla carriera) e ha ricevuto quattro nomination al Premio Oscar per il miglior film straniero: per "Una giornata particolare", "I nuovi mostri", "Ballando ballando" e "La famiglia". Da sempre politicamente impegnato a sinistra, ha fatto parte del governo ombra del Partito Comunista Italiano nel 1989 con delega ai Beni Culturali. Lascia la moglie Gigliola Scola, sceneggiatrice e regista.