Nanni Moretti e le 4 regole del perfetto giurato
L'occasione di un'intervista al quotidiano francese Libération fu galeotta per il presidente Nanni Moretti, tornato a Cannes 2012 a capo della giuria d'eccellezza del noto festival cinematografico. L'aspetto serioso e il rigore spesso mostrato dietro la macchina da presa non hanno tradito le aspettative di chi avrebbe voluto vederlo come presidente/giurato integerrimo e severo. Il quotidiano specifica che la sua volontà di pernottare all'hotel Gray d’Albion, più riparato dai fasti della Croisette, e non al gettonatissimo Hotel Carlton, come vorrebbe la tradizione, si è rivelata in partenza sintomatica di un atteggiamento fuori dal comune.
Per le stesse ragioni di discrezione, Nanni Moretti ha chiesto di rilasciare questa intervista in una suite all'ultimo piano, proprio di fronte alla sua stanza, piuttosto che al bar, avvalorando la decisione di concedersi meno possibile alla stampa. Il motivo di cotanta riservatezza sarebbe insito in una serie di "regole" che, in breve tempo, hanno sollevato non poche critiche. Sono in tutto quattro, semplici e dirette, e rispecchiano a pieno l'ideale di giurato super partes, lontano dalla mondanità del Festival di Cannes e concentrato nella valutazione dei film in concorso, che tanto piace al noto regista.
- Non applaudire, nè prima nè dopo le proiezioni, perchè sarete osservati e il minimo gesto sarà interpretato;
- Vedere tutti i film,ovvio, dall'inizio alla fine;
- Fare spesso delle riunioni;
- Non andare alle feste dei film in concorso.
Riguardo a quest'ultima, è risultato difficile frenare l'entusiasmo di attori come Ewan McGregor o Diane Kruger, quasi impossibile quello di personaggi mondani e party-addicted come lo stilista Jean-Paul Gaultier. Con buona pace delle prime tre, purtroppo la quarta è decaduta ancor prima di essere detta, così come accadde nel 2001, quando la volontà di partecipazione ai vari party organizzati sulla Croisette a tratti prevalse sullo spirito "cinefilo" dei giurati:
Mi sono venuti in mente dei giurati che mi imploravano di andare alla festa di un film indiano molto musicale e danzereccio (Monsoon Wedding, ndr). Quest’anno il quarto comandamento non lo dirò!