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Paul Thomas Anderson, la Universal dice di no

The Master, il nuovo film del regista di Magnolia, è stato bloccato dalla Universal: tra le cause, la difficoltà del progetto e il costo.
A cura di Emanuele Rauco
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Paul Thomas Anderson, la Universal dice no

Il concetto di indipendente al cinema, negli ultimi venti anni è cambiato e nemmeno poco. Ora ogni film indipendente, che vuole una distribuzione decente anche all’estero, non può non passare dalle majors che si possono beare dell’apprezzamento critico e degli incassi a volte imprevedibili dei registi indipendenti. Come ad esempio Paul Thomas Anderson – il regista di Magnolia, il film sul caso che abbiamo visto ieri sera in tv – che dopo una serie di successi e film acclamati si trova all’impasse.

Infatti il suo nuovo progetto, The Master, è stato bloccato dalla Universal dopo averne approvato la sceneggiatura (tanto che on line si trovano già recensioni dello script). Il film parla di Ron Hubbard, scrittore di fantascienza e fondatore di Scientology, e della creazione della setta che l’ha reso famoso visto con gli occhi di un adepto. Un progetto affascinante, probabilmente interpretato da Phillip Seymour Hoffman nel ruolo del Maestro e da Jeremy Renner in quello dell’adepto, che pare perfetto per la capacità di Anderson di sondare l’animo e gli abissi umani. Ma a cui la Universal ha voltato le spalle.

I motivi potrebbero essere molti: dopo il flop clamoroso di Green Zone con Matt Damon (30 milioni d’incasso su 100 di spesa), la casa non voleva ancora rischiare con un prodotto dai contorni difficili, spigoloso sul piano cinematografico e interessante per una nicchia forse piccola rispetto ai 35 milioni di budget richiesti. Oppure non volevano polemiche vista l’importanza anche a Hollywood della setta, da Tom Cruise a John Travolta, (nei cinema con From Paris with Love). Così la Universal se n’è lavata le mani, lasciando la patata bollente alla River Road. Che però non sappiamo se potrà garantire ad Anderson il massimo per il suo lavoro.

Emanuele Rauco

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