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Sesso, urla e lacrime: la coppia Castellitto/Mazzantini si salva da sola

Orgogliosamente melodrammatico Nessuno si salva da solo è una mosca bianca, un film commerciale e popolare, con due star del cinema italiano che vuole intrattenere non tramite la commedia ma con il suo opposto.
A cura di Gabriele Niola
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Il cinema italiano degli ultimi anni si è innamorato della commedia anche più di quanto non lo fosse già in passato (è il genere in cui eccelliamo, quello che ci ha regalato le soddisfazioni migliori dunque il più praticato) ne ama la semplicità di realizzazione e il potere d’incasso. C’è quindi un che di epico nella maniera in cui Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, marito regista e moglie scrittrice di romanzi da lei stessa sceneggiati per il grande schermo, continuano a battere il percorso opposto film dopo film. Per loro sembrano non valere le regole degli altri, tanto che la loro pellicola meno fortunata al botteghino (almeno in questi ultimi 15 anni) è la loro unica commedia: La Bellezza del Somaro.

Con Nessuno si salva da solo girano un altro orgoglioso melodramma in cui si piange, si urla, ci si ama e ci si dispera in ugual maniera e ovviamente un po’ si ride, essendo pur sempre un film italiano. Una storia d’amore che parli solo di quello, che vada in profondità là dove tutti gli altri film si fermano, che non usi la storiella amorosa solo per mandare avanti una trama che parli d’altro, come fanno tutti i film. Nessuno si salva da solo appartiene a quella categoria di cinema in cui la storia d’amore è il film stesso: il melodramma. Un genere popolarissimo di cui abbiamo imparato ad avere paura e che invece la famiglia Castellitto/Mazzantini ci ricorda avere una grandissima potenzialità.

Delia e Gaetano si conoscono in una palestra di pugilato, lui si allena nel tempo libero lei è una nutrizionista che lo deve visitare. In un luogo di combattimento si amano iniziano le loro schermaglie, la loro lotta che proseguirà per tutto il rapporto, anche quando si lasceranno. Non è infatti un caso che tutto cominci dall’alimentazione in questo film in cui amare è mangiare, in cui Delia ha i denti rovinati da un problema alimentare e Gaetano la guarda mangiare. È il più efficace di una lunga serie di paralleli e allegorie della storia (purtroppo non tutti così secchi e invisibili ma spesso eccessivamente retorici, altisonanti e baronali) che come tutto il resto in Nessuno si salva da solo hanno l’unica funzione di raccontare Gaetano e Delia, non individualmente ma come coppia.

Ci vuole del coraggio in Italia per produrre storie di passione simili, delle quali non si ha la certezza del lieto fine all’ingresso in sala, in cui l'amore è uno stress, dove non tutto deve finire bene per forza e che non promettono solo allegria ma un percorso più tortuoso. Se il cinema d’autore si può permettere tutto ciò in virtù di aspettative commerciali diverse, lontane dalle ambizioni di grande incasso, il cinema popolare invece sembra non poterlo più fare. I film realizzati con attori di richiamo (Scamarcio e Trinca, una coppia inedita ma di grande affiatamento), grandi campagne pubblicitarie e major alle spalle (in questo caso Rai Cinema co-produce e Universal Pictures Italia distribuisce) si rifugiano costantemente nella risata e nell’alleggerimento, come se non ci fosse spazio per altro nelle tasche degli spettatori di massa. Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini cercano di contraddire quest’assunto e ancora una volta riescono a nuotare controcorrente.

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