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Sorrentino ritratta sul suo futuro: “Dopo Youth solo altri 4 film? Scherzavo”

Il regista, in un’intervista con Maria Latella in occasione del suo compleanno, è ritornato sui suoi passi rispetto a quanto aveva detto pochi giorni fa, lasciando presagire che la sua carriera avrebbe previsto, al massimo, altri quattro film.
A cura di Andrea Parrella
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E' più che mai evidente che Paolo Sorrentino, regista di "Youth – La Giovinezza", oltre ad essere uno tra i registi italiani più talentuosi del nostro tempo, sia soprattutto diventato una specie di fenomeno mediatico, il cui parere in merito a certe questione, oltre che le sue idee e i suoi progetti, vengono abitualmente sottoposti ad un processo di amplificazione forzosa per il quale, ogni affermazione, ha da diventare una possibile notizia. La settimana scorsa, ad esempio, nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere subito dopo la "delusione" italiana al Festival di Cannes (dove lui, Garrone e Moretti sono rimasti a secco di premi), il regista napoletano aveva constatato come l'estro e la creatività di un regista tendessero in qualche modo ad appiattirsi nel corso del tempo. Lo disse con una frase che forse non mancava di attinenza con la sua ultima opera filmica, ovvero che "col tempo i registi peggiorano". Prima di dire, probabilmente con leggerezza, di avere in previsione non più di quattro film per la sua carriera.

Un'affermazione che si è subito trasformata in notizia, appunto, costringendo il regista ad un dietrofront nell'intervista ulteriore rilasciata a Maria Latella per Sky, in occasione del suo compleanno (il regista compiva 45 anni il 31 maggio), nella quale ha fugato ogni dubbio sul suo futuro, non ponendo alcun limite numerico ai progetti ancora da realizzare: "Solo altri 4 film? Scherzavo. Faccio quello che mi passa per la tesa e questo è un privilegio impagabile". Sorrentino ha poi invocato aiuti al cinema, ritenendolo uno dei cardini, da un punto di vista economico, sui quali l'Italia dovrebbe puntare in questo momento storico, prima di parlare del suo rapporto con gli altri due registi italiani in concorso a Cannes, al fine di smontare quel dualismo tipicamente italico che si instaura nel mondo dell'arte: "Con Moretti e Garrone non ci vediamo spessissimo, ma ci sentiamo al telefono. Garrone abita nel mio stesso palazzo, ma è un puro caso".

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