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Star Wars, la Forza si è risvegliata davvero. Ed è donna

Così audace e pieno di novità da essere pronto al massacro da parte dei fan ma al tempo stesso anche ricalcato sul primo film mai uscito di Guerre Stellari, il settimo episodio sceglie per la prima volta una protagonista femminile e centra il suo obiettivo.
A cura di Gabriele Niola
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Comincia in un pianeta desertico e finisce con una grande esplosione, il settimo film di Star Wars. Il risveglio della forza desidera così tanto rifarsi alla trilogia originale, senza non curarsi dei tre film usciti negli anni 2000, che pare ricalcato sull’esordio di tutta la saga, il film che ha iniziato tutto nel 1977. Al centro non c’è più il giovane Luke Skywalker ma Rey (che abbiamo incontrato a Londra), una ragazza dal gran carattere, come sta diventando regola nel cinema di grande incasso, anch’essa abbandonata dai genitori e cresciuta in povertà. La forza è grande e potente in lei ma non lo sa, se ne accorgeranno tutti quando i destini della galassia le esploderanno accanto.

La trama le casca addosso nei panni di Finn, soldato del Primo Ordine (l’esercito guidato dal lato oscuro della Forza nato dalle ceneri dell’Impero della prima trilogia) che per scappare ad una vita da tirapiedi butta uniforme ed armi e cerca di mimetizzarsi. Così finirà assieme a Rey in possesso di un droide che contiene qualcosa di preziosissimo che tutti desiderano. Da qui parte un film che non si ferma per nulla e nessuno se non un vecchio amore mai sopito. Ispirato molto più ai film di Steven Spielberg e a quel cinema d’avventura pieno di umorismo, ammiccamenti, romanticismo e grandi scene d’azione che allo stile controllato di George Lucas, il nuovo Guerre Stellari è un trionfo di cinema tecnico e di grande narrazione visiva. Se con le battute i personaggi forniscono le coordinate fondamentali per i non fan (“Questa era la mia nave, si chiama Millennium Falcon!” dice Han Solo per mettere in chiaro) il resto del film si spiega da sè con le immagini.

Pensato per essere il primo di tre film ma anche sufficientemente pieno di dettagli sulla nuova storia e i nuovi personaggi da soddisfare immediatamente, Il risveglio della forza lascia pochi misteri da svelare ai prossimi film. Specie dopo la strategia di immane segretezza adottata dalla Disney per l’uscita del film, una che effettivamente ha assicurato a tutti di non sapere niente su almeno un paio di colpi scena molto grossi, siamo davanti ad un’ubriacatura di dettagli, legami e novità riguardo i personaggi che già conosciamo (Han Solo la principessa Leia e Luke Skywalker). J. J. Abrams guarda indietro a quel che è accaduto nella trilogia originale come puro mito, lo lascia rievocare dai più giovani come storie a metà tra realtà e finzione. Tutto il film è pieno di rottami dalla trilogia originale, dettagli di scena e oggetti già visti ad inizio anni ‘80, è in quel mondo che si muovono questi personaggi a differenza della seconda trilogia che sembrava vivere in un altro universo.

In questo Il risveglio della forza sembra avere il medesimo culto per quella storia che i fan hanno nel mondo reale. Gli occhi di Rey si riempiono di luce quando sente nominare per la prima volta Luke Skywalker e così quando scopre di stare parlando con Han Solo “credevo fossi una leggenda!”. È frutto della fantasia di un fan, e si vede. A differenza dei film originali però questo settimo è cucinato anche per un pubblico di over40 (quelli che si suppone essersi innamorati della saga da piccoli), per il pubblico dotato di figli. Ancora una volta infatti Guerre Stellari è una questione di famiglia, ma non più vista solo dal punto di vista dei figli quanto anche da quello dei genitori, veri o surrogati che siano.

Con un doppiaggio italiano di certo non eccezionale (possiamo solo immaginare le terribili condizioni in cui devono aver lavorato grazie alla segretezza Disney) ma un 3D ottimo, ben usato e vertiginoso, si poteva chiedere davvero poco di più a questo film. Si sente la mancanza di un villain all’altezza del nome della serie, quello che vediamo in solo in ologramma è un personaggio in computer grafica abbastanza scialbo, e un po’ di epica in più. Sono tuttavia dettagli, solo alcuni dell’infinità che gli appassionati tireranno fuori e discuteranno. J. J. Abrams prende molte decisioni in autonomia, mostra cose che Lucas non aveva mai mostrato (cosa sente un Jedi quando vede passato e futuro avanti e dietro di sè) e quindi le crea da sè. Per tutti gli altri spettatori invece Il risveglio della forza è cinema d’intrattenimento allo stato dell’arte, il meglio della tecnica filmica e il meglio della forza produttiva hollywoodiana, puro ritmo e grande racconto.

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