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Taylor Lautner si riprende la sua vita in Abduction [la recensione]

Il licantropo di “Twilight” è accompagnato da un cast di stelle: Sigourney Weaver, Maria Bello, Alfred Molina e Lily Collins, figlia del più famoso Phil.
A cura di Ciro Brandi
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Taylor Lautner, Lily Collins

John Singleton dirige Taylor Lautner in questo thriller/action targato USA. Il licantropo di “Twilight” è accompagnato da un cast di stelle: Sigourney Weaver, Maria Bello, Alfred Molina e Lily Collins, figlia del più famoso Phil.

Nathan (Taylor Lautner) è un ragazzo che da tempo ha dei problemi con i genitori. Un giorno, la sua amica Karen (Lily Collins), navigando su internet, scopre una foto di Nathan da bambino pubblicata su un sito dedicato alle persone scomparse, capendo così che quelli che l'hanno cresciuto non sono i suoi veri genitori. Una scoperta che scatenerà una serie di eventi drammatici e violenti.

Hollywood ormai cerca di puntare su volti giovani, belli e prestanti, attingendo a piene mani da saghe di successo o da telefilm culto. E’ il caso quindi di Lautner, reso un divo dal ruolo di Jacob Black in “Twilight” (a breve lo rivedremo in “Breaking Dawn – Parte I”), ma tremendamente spaesato e fuoriluogo in “Abduction – Riprenditi la tua vita”. La pellicola è uscita il 23 settembre in USA e la critica l’ha massacrata mentre le casse dei cinema piangevano.

Lautner non convince su tutti i fronti. Non riesce a staccarsi dal suo personaggio, la gente fa fatica a vederlo in altri ruoli, anche perché fisicamente è sempre uguale, muscoloso da quando aveva 12 anni, stessi capelli, stessa espressione, nulla lo fa uscire fuori dal guscio. Lo spettacolare cast che lo circonda non lo ha aiutato minimamente, anche perché è lui il protagonista assoluto di tutto il film, e non si può far finta di essere un attore per quasi 2 ore!

La sceneggiatura sembra scritta da una ciurma di bimbi di 3°elementare, piena di battute degne di una parodia di un B-movie anni ’80. La regia di Singleton è molto buona, dinamica, agile (d’altronde è stato il regista di “2Fast 2Furious”) ma da sola non basta certamente a salvare l’intero progetto, è come vedere una bella cornice senza quadro. Tutto è scontato, piatto e banale, ad iniziare dal plot, passando per le surreali scene action, fino ad arrivare al finale.

A questo punto speriamo solo che le fans di Lautner non lo abbandonino.

Voto: 3

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