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The Lady 2: il brutto che fa ridere e che diventa ‘cult’

Tornano Lona e Chang e compare Maccio Capatonda. Dopo una prima stagione da record che ha conquistato tantissimi con un brutto come non l’avevamo mai visto, Lory Del Santo si dimostra più in forma che mai per la seconda stagione.
A cura di Gabriele Niola
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C’erano diverse centinaia di persone ieri alle 18.30 sul canale YouTube di Lory Del Santo. Sono diventate decine di migliaia dopo nemmeno 24 ore. Se tutto va come per la precedente stagione arriveranno alle centinaia di migliaia. Insomma: è ricominciato The Lady, e l’ha fatto con una seconda stagione dall’attacco formidabile. Moda, palestrati, corpi esibiti, musica lounge da poco, molti coatti, minacce, lodi verso la protagonista, discorsi vaghissimi sui sentimenti e un’idea generica di trama. In più c’è Maccio Capatonda, cammeo imprevedibile ma perfetto, calato nella parte per non stonare e doppiato da se stesso. Col senno di poi Maccio, che ha costruito una carriera sul brutto che fa ridere, non poteva mancare. Specialmente visto come ha tarato la partecipazione sullo standard di culto dell’estetica della webserie più originale e clamorosa degli ultimi anni.

Odiata da molti, idolatrata da altrettanti The Lady solo un anno fa ha stupito la rete per come è riuscita a proporre un immaginario visto solo a sprazzi nelle peggiori trasmissioni televisive dei canali generalisti, presa in un racconto che non è tale (non ci sono trame che si concludano, solo colpi di scena improvvisi), messo in scena con un’ingenuità che si traduce in ritmo e trovate involontariamente esilaranti ogni minuto. Ne abbiamo viste molte di produzioni brutte e, specie online, siamo abituati a prodotti amatoriali, The Lady sorpassa tutti i rivali a destra con un’originalità e una capacità di non ripetersi mai per 130 minuti (questa la durata di tutta la prima stagione più il primo episodio della seconda), in cui regala frasi, espressioni e momenti inclassificabili e per questo involontariamente esilaranti.

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Solo in questo primo episodio della seconda stagione ci sono momenti instant cult come “Lei deve morire, è una partita a due ma io sono più forte perché agisco nell’ombra” per aprire i giochi o la più classica delle esortazioni a la Del Santo “Devi essere felina!” o ancora l’inclassificabile “Devo uscire da una stasi ipnotica”, il “cellulare di riserva” menzionato ad un certo punto fino all’ingresso in scena di Chang (personaggio tra i più amati) che propone un “consommè”. Proprio questo genere di trovate e di abbinamenti tra personaggi e parole sono quelli che rendono questa webserie un gigantesco punto interrogativo.

Perché nessuno sa davvero cosa sia o cosa voglia essere The Lady. Tutti si chiedono quanto ci sia di onesto, come dice l'autrice, e quanto di fatto apposta (a parere di chi scrive sarebbe impossibile progettare un simile prodotto a tavolino, può solo che essere spontaneo). Tutti si chiedono se quel mondo raccontato esista sul serio e se il seguito incredibile della webserie, quello che l’ha fatta arrivare a diverse centinaia di migliaia di visualizzazioni ad episodio, sia reale o solo frutto del divertimento che suscita, se siano visioni sempre ironiche o ci sia una parte di pubblico più serio e convinto. Non si può sapere, anche perché Lory Del Santo disabilita i commenti sotto ai video. È parte del mistero The Lady.

Di certo ha senso solo online, è un rito collettivo come ne esistono ormai pochissimi. The Lady ha senso solo condiviso, è una fucina di meme, citazioni e trovate usate per definire se stessi all’interno di un gruppo. Il successo della webserie presso un certo pubblico è infatti dovuto in gran parte all’esigenza di mostrare di seguire The Lady, in modo che l’atto stesso di comprenderne l’assurdità definisca chi lo condivide agli occhi degli altri. Molto di internet è definizione della propria identità in una collettività (lo fanno i social network ma si faceva ben prima) e un testo ambiguo come The Lady, brutto ma non come altri, complesso ma non volontariamente, ricco ma non profondo, si è rivelato nel tempo un terreno fondamentale per gli utenti che desiderano usarlo per costruire la propria identità online. Tutti i nostri consumi ci definiscono agli occhi degli altri, alcuni però abbiamo l’esigenza di condividerli in dose maggiore e quindi fare in modo che parlino di noi più del resto. The Lady è questo. E per questo merita a tutti gli effetti la definizione di “cult”.

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