The Road, Viggo Mortensen nel film tratto da McCarthy
Come troppo spesso accade, anche in questo caso abbiamo dovuto aspettare un bel po'. The Road, quarto film di John Hillcoat (The Proposition), presentato al settembre al Festival di Venezia e in anteprima al Fantafestival di Roma, ha dovuto farsi attendere molti mesi prima di venir comprato dalla Videa CDE e distribuito nelle sale. Meno male: perché l'attesa trasposizione del grande romanzo di Cormac McCarthy (Non è un paese per vecchi, da cui i Coen maestri del cinema grottesco hanno tratto un film) è un'ottima sorpresa, a tratti folgorante.
La trama sembra quella di partenza di molto cinema apocalittico: a causa di eventi sismici e climatici, la terra è scossa da un inverno sempre più duro e totale, che negli anni ha distrutto la vita animale e umana. Un padre e un figlio sono in cammino verso sud, dove sperano di poter trovare delle – residuali – speranze di sopravvivenza. Dove il romanzo di McCarthy e la sceneggiatura di Joe Penhall hanno la svolta decisiva e nel non raccontare le cause, nel non spettacolarizzare la fine della civiltà, ma nell'interrogarsi sulle conseguenze del disastro, specialmente quelle intime umane, anziché quelle scientifiche. Hillcoat affronta la moderna mitologia americana in modo diretto e consapevole: la strada, la foresta, la solitudine dell'uomo che cerca di farsi il proprio destino contando solo su di sé – e per questo temendo chiunque altro – servono a mettere in scena la deriva distopica degli Stati Uniti, potendo contare su una ricchezza di suggestioni testuali e letterarie che il regista sa mettere a frutto.
Ma il regista sa anche giocare un'altra importante carta nella costruzione del linguaggio e nell'impianto del suo film: la musica, composta da Nick Cave e da Warren Ellis (sodali nelle escursioni cinematografiche del cantautore australiano, spesso accompagnato da Hillcoat come regista), scorre come un fiume carsico lungo l'intera pellicola, sottolineando con compostezza e partecipazione sottile, ma anche creando un apparato emotivo linguistico che pare caratteristica imprescindibile della sintonia tra Hillcoat e Cave, che non a caso ha scritto il precedente film del regista. The Road, in onore al suo titolo e al suo progetto teorico di rilettura apocalittica del genere umanista per eccellenza, vive d'incontri, di persone, di attimi perduti di comprensione dell'altro: il vecchio cieco di Robert Duvall da sempre anima del west, il ladro di Michael K.Williams, e la coppia che nel finale accompagna il figlio verso una nuova speranza (Guy Pearce e Molly Parker). Tracce di un passato impossibile da ricordare e che forse non è mai esistito, che diventa insostenibile eco emotiva nell'asciutta recitazione di Viggo Mortensen (presto con Cronenberg nel seguito della Promessa dell'assassino) e nei brandelli di ricordo di Charlize Theron, bellezze e felicità autentiche e dimenticate, spazzate via da una marea grigia che accompagna i personaggi verso un futuro d'oblio.
Emanuele Rauco