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Uno studio mostra che il 70 % dei consumatori preferisce vedere i film a casa e non al cinema

Uno studio riportato nelle ultime ore da Variety, condotto dalla società di analisi Performance Research in collaborazione con Full Circle Research Co, indica quanto sia ripida la risalita per l’industria dell’intrattenimento rispetto al riconquistare il consenso popolare sulla partecipazione agli eventi pubblici. Tra i quali, in primis, i cinema, che il 70% del campione esaminato disdegnerebbe volentieri a favore del divano di casa.
A cura di Eleonora D'Amore
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La verità  è che c'è ancora molta paura. Da settimane ormai, mentre le restrizioni della COVID-19 in tutto il mondo iniziano ad allentarsi, i telegiornali riferiscono di un aumento esponenziale del numero di persone che invadono gli spazi pubblici, conseguenza naturale al lockdown e alla quarantena che ha costretto tutti a casa per più di due mesi, con relativo desiderio postumo di allontanarsi più possibile dall'ambiente domestico per beneficiare degli spazi fuori.

L'ansia per la propria salute

Ma, secondo uno studio riportato nelle ultime ore da Variety, la copertura mediatica smentisce una verità più profonda, ovvero che l'ansia per la salute e la sicurezza negli spazi pubblici supera ancora di gran lunga il desiderio di uscire di casa. I risultati sono pervenuti da un'indagine di circa 1.000 persone a metà maggio, condotto dalla società di analisi Performance Research in collaborazione con Full Circle Research Co, indicano quanto sia ripida la risalita per l'industria dell'intrattenimento rispetto al riconquistare il consenso popolare sulla partecipazione agli eventi pubblici.

Da qui la domanda se il campione di persone preferisse noleggio digitale a casa o la visione in un cinema, laddove fossero entrambi disponibili (in Italia per le sale se ne parlerà dopo dal 15 giugno), e il 70% ha affermato che avrebbe preferito di gran lunga il loro divano, mentre solo il 13% avrebbe accettato l'ipotesi, nemmeno la certezza, di tornare in un cinema, e infine il 17% si è detto privo di una reale risposta, vagando ancora nel buio delle sue perplessità.

Tanta paura, meno eventi

Inoltre, il 52% degli intervistati ha affermato che è intenzionato a partecipare a un numero inferiore di eventi pubblici di grandi dimensioni e il 60% si è detto certo che l'idea di partecipare a un grande evento pubblico lo spaventerà a lungo. Quindi concerti, parchi a tema, grandi fiere, spettacoli in arene, i cinema, sono tutti luoghi e occasioni che per un'altissima percentuale di persone presa in analisi possono aspettare ancora a lungo o almeno finché la situazione del coronavirus non accenni a trovare una dimensione più precisa e rassicurante.

Per le produzioni di Broadway, il risultato è stato, ove possibile, ancora più preoccupante, visto che il 51% degli intervistati affermato che ci vorranno alcuni mesi prima di partecipare a uno spettacolo di Broadway a New York anche in caso in cui gli venisse detto che è sicuro farlo, e il 16% si è mostrato lapidario, affermando di non riuscire più a mettervi piede con questa situazione indefinita nel tempo.

I fattori più rassicuranti per tornare a un evento

Molto più chiari i due fattori che convinceranno maggiormente le persone a tornare in qualsiasi luogo pubblico: pulizia e distanziamento sociale. Forte è infatti la necessità di aree di servizio e servizi igienici puliti e sanificati e nonostante il tema delle mascherine sia sempre molto dibattuto e, rispetto al suo utilizzo all'aperto, a tratti impopolare, ben il 61% ha affermato che l'utilizzo dei dispositivi di sicurezza individuali aumenterebbe il desiderio di partecipazione a un evento. Anche il numero di persone autorizzate a partecipare agli eventi sembra essere un fattore determinante, con una netta maggioranza di persone che si è espressa a favore del 60% di capacità per ogni luogo pubblico a cui accedere, una parte ridottissima che farebbe sentirli maggiormente al sicuro.

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