Valeria Golino: “Fortuna è un film sull’infanzia violata, Napoli per me è una sirena”
Il film Fortuna è l'opera prima di Nicolangelo Gelormini, liberamente ispirato a fatti realmente accaduti nel Parco Verde di Caivano alla piccola Fortuna Loffredo, abusata nel ‘palazzo degli orrori' e uccisa a soli sei anni. Al cinema dal 27 maggio, vede nel cast Valeria Golino, Pina Turco, l'esordiente Cristina Magnotti nel ruolo di Nancy/Fortuna, Libero De Rienzo, Anna Patierno, Luciano Saltarelli, Denise Aisler e Leonardo Russo. Una produzione Dazzle Communication con Indigo Film e Rai Cinema con il patrocinio ufficiale di Save The Children.
Fanpage.it ha raggiunto Valeria Golino per parlare di questa emozionante pellicola, con la quale ha già ricevuto, insieme alla co protagonista Pina Turco, una nomination ai nastri d'argento 2021.
Fortuna nasce sotto il patrocinio di Save the Children Italia. Qual è la sua principale intenzione?
La vera intenzione di questo film è la denuncia del tradimento degli adulti all’infanzia, una metafora che prende spunto da una storia di cronaca. Nicolangelo Gelormini ha voluto trasformare una storia di fatti orrorifici in una favola incentrata sullo spaesamento di una bambina violata.
Prende spunto da un caso di pedofilia avvenuto a Caivano, quello della piccola Fortuna Loffredo, ma si avvale di una visione onirica. Perché?
Per raccontare il punto di vista della bambina, che crea una sorta di mondo parallelo per evitare di guardare alla realtà che è troppo brutta.
Centrale è il ruolo materno ma non solo. Quali sfumature femminili vedremo in questo film?
Io interpreto un doppio ruolo, come anche Pina Turco. Essendo un film onirico, in cui l’immaginario e la realtà si confondono, interpreto due personaggi: la mamma e la psicologa della bambina. Due persone diverse che portano lo stesso sentimento, un corrispettivo di accoglienza, buona fede, quello che i bambini vorrebbero che gli adulti fossero. Mentre Pina è tutto il contrario, lei porta con sé pericolo, disagio, inadeguatezza, sciatteria, ignoranza. Questi due ruoli insieme creano dei corto circuiti identitari che solo alla fine si risolveranno.
C’è una sceneggiatura molto potente, curata da Massimiliano Virgilio. Hai dichiarato che è ciò che ti ha spinto ad accettare. Perché?
Perché la sceneggiatura era articolata, curiosa, destabilizzante, psicoanalitica. Al di là del ruolo che mi è piaciuto da subito, questo film mi è sembrato promettente sia nel copione sia nella visione di ciò che sarebbe stato tra le mani di un regista esordiente (Nicolangelo Gelormini, ndr) che mi è sembrato, e poi mi ha confermato essere, un grande talento.
Cristina Magnotti interpreta Nancy/Fortuna. Una bambina dalla forte espressività, capace di recitare con gli occhi. Quanto è complesso rapportarsi sul set con un talento così giovane in un ruolo così delicato?
Cristina mi ha agevolata. Se un bambino ha talento e ha quella presenza accompagnata da intelligenza, anche un esordio può essere in discesa. Lei è già molto matura, ha una consapevolezza insolita per la sua età, che ha reso tutto molto più semplice.
Fortuna è stato presentato alla Festa di Roma, poi è stato bloccato dall’ennesima chiusura nelle sale. Questo pit stop continuo ha danneggiato il cinema in termini di fruizione o credi che lo streaming sia davvero una nuova allettante frontiera?
Penso che sia tutte e due le cose: un nuovo veicolo per chi fa cinema, che però se diventa un mezzo esclusivo potrebbe penalizzarlo. Dipende dal film, Fortuna visto al cinema è molto più bello che visto in tv, perché è cinema. Altri tipi di prodotti possono invece andare bene anche solo in streaming e, anzi, lì possono trovare maggiori opportunità. Insomma, penso che una cosa non dovrebbe escludere l’altra.
Dici che Fortuna è più bello al cinema per via del suo forte senso estetico?
Sì perché Nicolangelo Gelormini è molto sensibile all’estetica, essendo anche un architetto, quindi sul grande schermo risulta un’esperienza totalmente diversa.
Alla luce di queste riflessioni, qual è il presente e il futuro dei cinema e delle sale?
Il cinema nasce come esperienza collettiva e va da sé che ha attraversato un momento di grande sofferenza. E non è detto che da un giorno all’altro tutto riprenda come prima. Voglio essere ottimista: mentre adesso è il pubblico a sembrare il punto interrogativo delle sale, spero che diventeremo proprio noi, con il forte desiderio di tornare a vedere un film insieme e in presenza, la sua nuova linfa.
Napoli, le tue origini, l’accettazione di ruoli fortemente legati a questa terra (con Per amor vostro hai recitato in napoletano e hai vinto anche la Coppa Volpi). Com’è Napoli a guardarla da lontano e viverla da vicino?
Fantasticata da lontano, diventa un posto incredibile ogni volta che ci torno per lavoro. La riscopro sempre come un’altra città, è sorprendente e fonte di ispirazione continua. Se un film che mi propongono si fa a Napoli è un valore aggiunto per me, ma non perché sono napoletana, lo dico da attrice e regista. Girare in questa terra è sinonimo di pienezza, contraddizione e bellezza.
Se dovessi restituirmela con un’immagine?
Una sirena che mi dice continuamente ‘resta’ e mi fa interrogare spesso sul perché non vengo a viverci.
Dove hai vissuto il tuo isolamento e come?
Nella mia casa di Roma, come fosse un’altalena: meglio del previsto a volte, altre invece con ansia e paura per la mia incolumità e per chi si ammalava intorno a me. Sono contenta di essere viva e di aver avuto delle difficoltà senza essere travolta dalla tragedia. Mi sento una privilegiata che, almeno ad ora, ha la fortuna di poterlo raccontare.
Tante le perdite, ma qualcosa che invece senti di aver guadagnato da questa pandemia?
Ho imparato a fare un sacco di cose che prima non facevo abitualmente, tipo la lavatrice. Avendo iniziato a lavorare nel cinema molto giovane, ho sempre delegato, invece in questo lungo periodo ho potuto sperimentarmi con le amiche e con i tutorial. Volendo, è stato anche divertente.
Chiudiamo con una domanda che oggi, rispetto a qualche settimana fa, è possibile fare: perché andare al cinema per vedere Fortuna?
Perché se devi andare al cinema e pagare un biglietto, meglio scegliere un film che non dimenticherai facilmente.