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Vincere a Cannes da ergastolano, la storia di Aniello Arena

Il Reality che ha trionfato alla 65esima edizione del Festival di Cannes ha il volto di Aniello Arena, attore detenuto al carcere di Volterra.
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Nel carcere di Volterra si festeggia per il Grand Prix vinto da Reality di Matteo Garrone, ma senza spumante e fotografi. Si festeggia perché tra i detenuti, da quasi vent'anni, c'è Aniello Arena, l'attore ergastolano che ha stregato Cannes con il personaggio di Luciano il pescivendolo. L'incarnazione dell'illusione creata e diffusa nella società odierna dalla sovraesposizione ai vari Grande Fratello, Isola dei Famosi & Co. è stato il suo personaggio, salta ogni schema possibile e obiettivo primario diventa quello di entrare a far parte di quel maledetto reality. E il distacco con la realtà aumenta sempre più. Aniello Arena commenta questa vittoria con soddisfazione e, forse, con un po' di rimpianto per non aver ricevuto l'autorizzazione di partecipare al Festival di Cannes.

Mi sarebbe piaciuto esseri lì con Garrone e con tutti gli altri. Al personaggio di Luciano ho dato tutto me stesso, peccato che alla fine non si arrivata l'autorizzazione per poter partire. Comunque tutto quello che mi sta accadendo è bellissimo, indimenticabile.

Aniello Arena è il classico talento autodidatta, tra i più apprezzati della Compagnia della Fortezza, gruppo teatrale nato proprio nel Carcere di Volterra, è sicuramente tra i migliori d'Italia sottoposti al regime detentivo. Come ci è finito in carcere Aniello? Lui sul set racconta di avere rubato galline e con una smorfia cambiava abilmente discorso. La verità è che Arena fu coinvolto nella strage di Piazza Crocelle a Barra (era l'8 gennaio del '91), nell'hinterland orientale di Napoli, quando aveva soltanto 23 anni. Morirono in tre, due le vittime designate, una fu una disgrazia, una vecchia di ottant'anni che non resse allo spavento, stroncata da un infarto. Adesso negli occhi di Aniello, che vedrà le sbarre fino alla fine dei suoi giorni, c'è la serenità e il rimpianto, lui che nel carcere ha trovato correzione, che ha trovato nella sua pena il "tempo" per cambiare e risistemare le sue prospettive.

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