Warrior, due fratelli in lotta per la propria riscossa personale [la recensione]
Gavin O’Connor dirige tre grandi star del firmamento hollywoodiano: Nick Nolte, Tom Hardy e Joel Edgerton.
Paddy Conlon (Nick Nolte) è un ex pugile, veterano della guerra in Vietnam, il cui alcolismo ha distrutto la sua famiglia. Dopo diversi anni il figlio minore, Tom (Tom Hardy), marine tormentato, torna a casa e decide di allenarlo per competere ad una gara di arti marziali miste. Questo metterà Tom in competizione con il fratello maggiore, Brendan (Joel Edgerton) nella più grande competizione di arti marziali della storia, chiamata “Sparta”.
E’ inevitabile confrontare “Warrior” con “The Fighter”, diretto da David O.Russell, in cui Mark Walhberg diventava un grande pugile, per seguire le orme del fratello interpretato da Christian Bale (premio Oscar proprio per questo ruolo), ex campione caduto poi in disgrazia. Ma in “Warrior” la posta in gioco è più alta, i fratelli lottano per il proprio paese e la propria famiglia, si sfidano alla ricerca della propria riscossa, al di là dello sport.
La regia è perfetta, senza alcuna sbavatura. La fotografia di Masanobu Takayanagi riesce ad esprimere il grigiore interiore di tutti i personaggi principali attraverso le immagini rarefatte e cupe. Sensazionali Tom Hardy (ormai stella di prima grandezza, con all’attivo film come “Inception”, “Branson”, in attesa di rivederlo nel nuovo “Batman”) e Joel Edgerton, nonché Nick Nolte, chiamato ad interpretare uno dei ruoli più belli della sua carriera, un padre dal passato ingombrante che cerca di sotterrare i propri sbagli aiutando i figli, forse a non ripercorrere la sua stessa strada.
“Warrior” è un film intenso, emozionante, che colpisce allo stomaco, ma allo stesso tempo riesce ad essere anche poetico e filosofico. Da vedere assolutamente.
Voto: 8
