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Zelda, figlia di Robin Williams: “Non riesco a guardare i suoi film, è autodistruttivo”

Zelda, figlia di Robin Williams, racconta di avere in parte superato il lutto legato alla morte di suo padre. C’è una cosa, però, che ancora non riesce a fare: guardare i suoi film.
A cura di Stefania Rocco
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A due anni dalla morte di Robin Williams, la figlia Zelda racconta di aver in parte superato il lutto legato alla sua morte. Gli ultimi 24 mesi sono stati difficili da affrontare ma grazie all’aiuto della sua famiglia, la giovane è riuscita a venirne fuori. Oggi ripercorre quei terribili momenti nel corso di un’intervista rilasciata al “Chelsea Handler show”:

Io e la mia famiglia ci siamo sostenuti a vicenda nel dolore. Quando mio padre è morto, eravamo a San Francisco tutti insieme. Semplicemente ho provato ad andare avanti. Mi dicevo: "Ok, bene, oggi ho intenzione di svegliarmi e di amare quello che faccio. E poi domani, ho intenzione di svegliarmi e di essere felice. E poi il giorno dopo, lo stesso". Perché è tutto quello che posso fare. Mi dicevano sempre: "Oh, ma come stai? Stai bene?». Ho preferito trasformare solitudine e tristezza in produttività. I suoi film, però, ancora non riesco a guardarli. Sarebbe autodistruttivo.

La morte di Robin Williams

Robin Williams è morto nell’agosto del 2014. Si è suicidato impiccandosi nella sua villa di Tiburon, California, a soli 63 anni. La sua morte, avvenuta in circostanze tanto tragiche, ha reso difficile alla sua famiglia superare il lutto. L’attore combatteva da anni contro la depressione e, al momento della morte, gli era stato diagnosticato da poco il morbo di Parkinson. Già prima di mettere in atto il gesto che avrebbe posto fine alla sua vita, il divo aveva pensato al suicidio. Fu lui stesso a raccontarlo anni dopo, convinto che non sarebbe mai più sprofondato così tanto nella tristezza.

Già pochi mesi fa, mentre si sforzava di superare il dolore legato alla perdita del padre, Zelda aveva promesso sui social che sarebbe andata avanti:

Nel corso di quest’anno sono giunta a una conclusione che mi sento di condividere qui, per chiunque possa averne bisogno: evitare la paura, la tristezza o la rabbia non significa essere felici. Vivo la mia tristezza ogni giorno, ma non me la prendo più. Invece, so che ogni singolo momento di gioia che vivo e trovo, non è fatto per essere dimenticato, ma per essere vissuto e goduto.

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