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24, la redenzione di Jack Bauer

Mentre in USA è finita la serie con l’ottava stagione, in Italia arriva in chiaro la settima preceduta da un tv-movie che funge da prologo.
A cura di Emanuele Rauco
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Kiefer Sutherland in una scena di 24_Redenzione

Molti hanno pianto in tutto il mondo per il finale di Lost, persino in contemporanea mondiale, ma il giorno dopo la chiusura della serie avventurosa di Abrams un’altra serie storica ha chiuso i battenti, come vi avevamo anticipato: 24, la straordinaria serie di Surnow e Cochran in tempo reale  è finita con un’ottima ottava stagione ed un emozionante finale. Ma per chi non ne avesse mai abbastanza di Jack Bauer (il personaggio interpretato da Kiefer Sutherland, che interpeterà il nuovo film di Von Trier con Kirsten Stewart) o fosse rimasto indietro con gli episodi, niente paura.

Perché da stasera 2 giugno Rete 4 trasmetterà la settima stagione di 24 (tra le migliori forse della serie), anticipata da un bel tv-movie, 24: Redenzione, girato a cavallo tra la sesta e la settima stagione per riprendere un po’ la mano dopo il lungo sciopero degli sceneggiatori americani. La storia vede Jack Bauer che, per scappare dalle maglie della giustizia americana (che vuole incriminarlo per tortura), si trova in Africa, dove si occupa di una scuola; ma quando un generale comincia a dare la caccia ai minori per farne il proprio esercito, dovrà tornare alla carica, entrando a contatto forzato con l'ambasciata americana. Nel frattempo, in patria, il primo presidente donna sta per insediarsi.

Scritto da Howard Gordon e diretto da Jon Cassar, il film parte dal pretesto delle innumerevoli guerre civili africane per raccontare a suo modo il rapporto tra USA e Africa, anche se in questo senso è un po’ più univoco del solito, facendo filtrare l’aura del congenito paternalismo bianco verso l’Africa; più complesso e problematico lo sguardo sul fronte interno, sia per la storia dei misteri attorno al presidente, sia soprattutto per l’atmosfera torbida che Cassar e soci riescono a creare: basti pensare che per Jack, tornare a casa, significa compiere la sua missione, ma soprattutto condannarsi alla prigione. Lo scontro morale e il senso del sacrificio da sempre alla base della serie sono rispettati, anche se il lavoro sul tempo reale è più faticoso su 2 ore che su 24; ma la suspense e la tensione non mancano e la figura di Jack Bauer viene sottoposta a una rilettura che, in tempi di presidenti donne o neri, era francamente necessaria. Da non perdere per gli amanti delle grandi serie tv.

Emanuele Rauco

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