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Andò voce dell’appello del cinema: “Fondi o boicottiamo festival di Venezia”

Il regista di “Viva la libertà”, premiato con il Nastro d’Argento per la sceneggiatura, ha datovoce ad una protesta degli addetti ai lavori contro il taglio statale della tax credit all’audiovisivo. MInaccia azioni forti, a cominciare dal boicottaggio del prossimo festival di Venezia.
A cura di Andrea Parrella
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Il panorama del cinema italiano si schiera duramente contro il taglio del tax credit di 90 milioni previsto nei fondi allo spettacolo.  A portare avanti con forze una protesta che rischia di mettere a repentaglio la regolare riuscita della mostra del cinema di Venezia di settembre, è Roberto Andò, regista premiato ai David di Donatello ed anche ai Nastri d'argento di Taormina per la migliore sceneggiatura per il film "Viva la libertà".  Il regista ha letto davanti alla stampa un lungo discorso firmato da tutte le categorie del cinema, dai 100 Autori all'Anica fino all'Arem, minacciando di fatto iniziative di forte protesta qualora il tax credit non sarà reintegrato. Tra queste proteste, appunto, il boicottaggio della stessa celebrazione per la consegna dei Nastri d'Argento (ecco tutti i premi assegnati) e l'appuntamento di Venezia di inizio settembre. Ma ecco le parole dure e forti, totalmente riportare, che il regista ha pronunciato davanti alla stampa:

L'Italia potrebbe essere un grande paese industriale. Ma oggi fa costruire le sue auto a Detroit, fa cucinare i suoi vestiti in Cina e da oggi vuole che si smetta di produrre cinema. Perché tagliare il FUS e dimezzare il tax credit vuol dire: L'audiovisivo non serve a far credere l'Italia. 2500 lavoratori da oggi sono a rischio licenziamento, le intelligenze, le alte qualifiche di chi fa cinema e televisione in Italia sono costrette al silenzio e all'inattività. Che Paese vuole questo Governo? Un Paese dove queste eccellenze devono emigrare per poter emergere! E' per questo che chiediamo a Letta, Bray e Zanonato e al ministro dell'economia Zanonato di ripristinare immediatamente il tax credit sulla cifra minima indispensabile di 90 mln di euro. Di stabilizzarlo definitivamente ed avviare un immediato percorso di rilancio del settore audiovisivo. Il taglio del tax credit e la sua scadenza a fine 2014 rendono impossibile progettare nuove produzioni cinematografiche, condannando il settore alla chiusura; questa grave inadempienza vanifica l'effetto attrattivo nei confronti delle produzioni internazionali che stavano tornando a girare in Italia, ed invece preferiranno nuovamente altre location europee, con gravissimo danno per Cinecitta e i nostri Teatri di Posa! Così come, la mancata estensione del tax credit all'audiovisivo, continua a fare dell'Italia un paese ostile allo sviluppo della produzione indipendente. I fondi necessari al reintegro ci sono. Sono le accise sui carburanti stabilite da un decreto di tre anni fa. Quelle accise non sono state cancellate quindi le coperture permangono. Il tax credit ha riportato nelle casse dello stato risorse infinitamente maggiori di quelle investite con la defiscalizzazione. Tutte le categorie che contribuiscono a fare cinema e audiovisivo, hanno quindi unitariamente deciso di procedere con le seguenti iniziative: 1)proclamazione di uno stato d'agitazione permanente, con un presidio delle sedi del ministero della Cultura; 2)Mobilitazione e iniziativa di lotta il 6 luglio alla consegna dei Nastri d'Argento a Taormina. Se in occasione della Conferenza Stampa per la presentazione della Mostre del cinema di Venezia il tax credit sarà stato reintegrato, festeggeremo il risultato con il Governo. In caso contrario saranno messe in campo forme di protesta che potranno arrivare anche al boicottaggio di ogni manifestazione pubblica del cinema italiano cominciando proprio dal prossimo festival di Venezia.

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