“Annabelle 2: Creation”, ecco 3 motivi per cui è imperdibile
Il 3 agosto sbarca nelle sale “Annabelle 2: Creation”, secondo spin-off tratto dal fortunato franchise “L'evocazione – The Conjuring”, di James Wan, che stavolta figura come produttore, lasciando la cabina di regia a David F. Sandberg e la sceneggiatura a Gary Dauberman. In questo secondo capitolo, ad essere presi di mira dalla bambola demoniaca saranno un bambolaio e sua moglie che, dopo la morte della loro bambina, avvenuta due decenni prima, accolgono in casa una suora e delle bambine di un orfanotrofio. La furia di Annabelle non si farà attendere. Il primo capitolo ha avuto un seguito clamoroso e le aspettative su questa nuova pellicola sono davvero alte, anche perché scopriremo, finalmente, da dve proviene la maledizione, ma non solo. Ecco perché, qui di seguito, trovate 3 motivi per cui “Annabelle 2” è davvero imperdibile.
1. Uno straordinario filone horror interconnesso
L’idea originaria di un nuovo filone horror interconnesso è venuta ai produttori James Wan, il nuovo re Mida del genere, e Peter Safran. I due hanno subito fiutato che lo spin-off, partito dal blockbuster “L’evocazione – The Conjuring”, del 2013, avrebbe funzionato. Infatti, “Annabelle”, del 2014, diretto da John R. Leonetti, partendo da un budget di soli 6.5 milioni di dollari, ne ha incassati ben 250. Ciò che affascina ancora di più adesso, e che porterà sicuramente gli appassionati ad affollare le sale, è il fatto che questo secondo capitolo è stato strutturato come prequel (raccontando le origini della bambola del demonio) ma il finale si ricollegherà direttamente al primo capitolo, lasciando gli spettatori – secondo i commenti degli esperti del settore che l’hanno già visto – assolutamente interdetti.
2. Il fascino ipnotizzante della storia vera
Il valore aggiunto che fa degli spin-off di “Annabelle” un magnete per i cinefili più accaniti e per gli appassionati del genere horror, è il fascino ipnotizzante della storia vera. I fatti sono legati ai coniugi Ed e Lorraine Warren, i due demonologi americani coinvolti anche in casi di infestazione clamorosi come quello di “Amityville”, ripreso anche con successo sul grande schermo (vedi “Amityville: Il risveglio”). I due, nel 1970, incapparono, infatti, in Annabelle. Infatti, Donna, una studentessa, ebbe in regalo questa bambola – molto diversa da quella che vediamo nel film poiché, in realtà, fatta di pezza – ma subito notò strani “movimenti”. La ragazza chiamò una medium, la quale subito si accorse che la bambola ospitava lo spirito di una bimba di 7 anni, Annabelle Higgins, morta molti anni prima. Dopo altri strani e pericolosi eventi legati ad essa, la ragazza chiamò i Warren che esorcizzarono la casa e portarono via Annabelle, mettendola nel loro Museo dell’Occulto (situato a Monroe, nel Connecticut), in una teca di vetro con sopra una croce.
3. Le recensioni internazionali tutte positive
Contrariamente a quanto accaduto con il primo capitolo, che è stato un successo enorme al botteghino ma non ha fatto impazzire i critici, “Annabelle 2: Creation” ha incontrato anche il plauso della critica specializzata. Sul sito Rotten Tomatoes, al momento, ha il 100% di consensi (percentuale basata però su poche recensioni, circa 10) ma anche su alcuni dei maggiori siti internazionali, la pellicola ha raccolto commenti più che positivi. Variety, The Hollywood Reporter e The Wrap hanno elogiato le impressionanti capacità registiche di Sandberg ammirandone, soprattutto, la capacità di saper sfruttare alla grande l’uso delle luci (come già ampiamente dimostrato in “Lights Out – Terrore nel buio”) per terrorizzare gli spettatori, ma rispettando le convenzioni dei classici cult dell’horror quando si tratta di scegliere le giuste atmosfere, la suspense da cardiopalma e gli “shock” improvvisi. La coppia Sandberg/Wan, attraverso questo ennesimo capolavoro horror, secondo loro è riuscita ad espandere l’impatto emotivo a dismisura, senza pensare con cinismo al mero risultato che potrà avere al box office. E la curiosità di vederlo al cinema, adesso, non ha limiti.