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Anonymous, il mistero sulle opere di Shakespeare visto da Emmerich [La recensione]

il regista ci racconta la storia della misteriosa tesi sulle opere di William Shakespeare, secondo la quale le stesse sarebbero state in realtà scritte da Edward De Vere, Conte di Oxford, un aristocratico elisabettiano costretto a fare uso di un prestanome per veder prendere vita sul palconscenico, o sulla carta, i proprio scritti.
A cura di Ciro Brandi
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Rhys Ifans

Il “catastrofista” Roland Emmerich stavolta abbandona per un attimo i suoi cataclismi (“Independence Day”,“L’alba del giorno dopo”, “2012”) e ci porta in epoca elisabettiana con una pellicola davvero eccezionale.  Servendosi di un cast di prim’ordine – Rhys Ifans, Vanessa Redgrave e Rafe Spall – il regista ci racconta la storia della misteriosa tesi sulle opere di William Shakespeare, secondo la quale le stesse sarebbero state in realtà scritte da Edward De Vere, Conte di Oxford, un aristocratico elisabettiano costretto a fare uso di un prestanome per veder prendere vita  sul palconscenico, o sulla carta, i propri scritti.

Emmerich ci porta quindi nel mondo del nobile Edward de Vere, bambino prodigio nel campo della letteratura fin dall'età di nove anni. Il giovane si esibisce a corte in una prima versione della commedia “Sogno di una notte di mezza estate” nel ruolo di Puck, da lui stesso scritta, davanti ad una altrettanto giovane ed estasiata regina Elisabetta I. Dopo la morte dei genitori, il ragazzo viene cresciuto in casa di William Cecil, primo consigliere della regina, in un clima puritano e repressivo. Anni dopo, il giovane De Vere uccide un uomo (in un modo che ricorda l'omicidio di Polonio nell'”Amleto”) e Cecil lo ricatta, costringendolo a sposare sua figlia Anne e a rinunciare alla scrittura. In seguito il Conte diventa l'amante della regina generando, senza saperlo, un figlio illegittimo che viene dato in adozione e diventa Henry Wriothesly, terzo conte di Southampton. Le sue opere non vengono mai pubblicate, dal momento che il teatro è considerato disdicevole e viene ostacolato dalla censura dei burocrati di corte, che temono la satira contenuta nei testi e rivolta contro i potenti. De Vere inoltre trascura il proprio ingente patrimonio, già ridotto dalle ruberie di Cecil, preferendo agli affari la letteratura, andando sempre più verso la rovina economica. Nonostante ciò, verso la fine dell'età elisabettiana, Edward trova un modo per mettere in scena le sue opere: attribuire il suo lavoro ad un altro. Chiama pertanto un giovane e promettente poeta, Ben Jonson e lo convince ad accettare, imponendogli il segreto sul loro accordo. Jonson tuttavia disdegna il compito assegnatogli, preferendo impegnarsi nella scrittura delle proprie opere. In tal modo i manoscritti di De Vere vengono in mano ad un semplice attore, illetterato, di nome William Shakespeare, che decide di presentare come proprie le opere, godendo di un successo crescente sia tra il popolo che frequenta i teatri sia a corte, entrando da subito nelle grazie della Regina stessa. Ma i segreti e i sotterfugi non dureranno a lungo.

Roland Emmerich ha fatto di nuovo centro con un genere, quello del dramma storico, che non gli è mai appartenuto, e per questo i suoi meriti valgono il doppio. “Anonymous” è dannatamente ben diretto, maestoso, un thriller con un’ambientazione dettagliata e costruita ad arte. L’Inghilterra elisabettiana viene messa in risalto attraverso la sapiente fotografia nebbiosa e grigiastra di Anna Foerster e le fantastiche scenografie di Sebastian T. Krawinkel. Da rimanere a bocca aperta. La sceneggiatura di John Orloff non ha alcun difetto, ci trascina in un vortice di recitazione, teatro nel teatro, dialoghi brillanti e taglienti, senza mai farci annoiare o appisolare.

Di per sé la storia incuriosisce moltissimo. Shakespeare è uno dei drammaturghi più amati di sempre ed Emmerich ne è consapevole. C’è addirittura chi attribuisce le sue opere ad un gruppo di vari scrittori, ma il regista si sofferma ad analizzare la tesi oxfordiana (ovviamente opinabile!) – sostenuta anche da Freud – secondo la quale fu, appunto, Edward De Vere, 17° Conte di Oxford, a comporle, e che quindi Shakespeare non c’entri nulla, o che addirittura non sia mai esistito.

Il film di apre e si chiude ai giorni nostri, con l’attore Derek Jacobi, al centro di un palcoscenico di un teatro di Manhattan, che ci fa da narratore e c’introduce nel vivo della storia. Meraviglioso, e da Oscar, Rhys Ifans nel ruolo di Edward De Vere (da adulto) e fantastica Vanessa Redgrave in quello di Elisabetta I (l’attrice reciterà anche in “Coriolanus” di Ralph Fiennes). I due attori si muovono in questo dramma  fatto di intrighi politici, scandali di corte, il conflitto anglo-spagnolo, dimostrando ancora una volta la loro grande maestrìa e dinamicità. Bravo anche Rafe Spall nel ruolo del Bardo William Shakespeare, forse messo un pò troppo in cattiva luce in tutta la pellicola, ma molto affascinante.

Correte al cinema, “Anonymous” non va assolutamente perso.

Voto: 9

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