Barbara Bouchet: “Quentin Tarantino è un gran maleducato”
Barbara Bouchet al veleno contro Tarantino, il talentuoso regista americano, che più volte ha esaltato artisticamente una delle protagonista della commedia sexy all'italiana, genere filmico che imperversò a cavallo tra anni '70 e '80. Tutti ricordano infatti, della stima profonda dimostrata dal regista di Pulp Fiction quando a Venezia, molti anni fa, confessò di essere appunto un appassionato fan di quel genere di film, elogiando Lino Banfi e molte delle protagoniste femminili di quegli anni. Eppure la Bouchet, che Tarantino l'ha incontrato molte volte ed è stata anche protagonista di una retrospettiva a Beverly Hills da lui organizzata, in relazione alle pellicole di cui era protagonista, in un'intervista a Il Fatto Quotidiano non ha speso grandi parole per Quentin, sottolineando l'assoluto talento del regista di "The Hateful Eight", film speciale già nella modalità di produzione, ma non dimenticando un tratto caratteriale per lei indigesto, ovvero la maleducazione:
È inaffidabile. È un bambino. So quel che dico. La storia parte da lontano. Il primo a tentare di riunirci fu un bravo artista italiano, Francesco Vezzoli, uno che pur essendo grande, ha la rara grazia di chi non si sente nessuno. Il contrario di Quentin. All’epoca non lo conoscevo. Voleva fare il remake di Caligola di Brass e propose il ruolo a Tarantino. Lui fu secco: “Lo faccio solo se Barbara interpreta mia moglie”. Arrivammo a Los Angeles io, Helen Mirren, Adriana Asti, Benicio del Toro. Tutti ad aspettarlo. La baracca pronta a partire. L’emozione. Lui fece chiamare dalla segretaria: “Il signor Tarantino non se la sente”. Sosteneva di sentirsi grasso. Fuori forma. Fu solo la prima di tante altre sole.
La Bouchet rievoca anche le collaborazioni con altri registi di levatura internazionale, tra cui ad esempio Martin Scorsese (con cui ha collaborato in "Gangs of New York), che definisce di tutt'altra pasta, proprio mettendo in evidenza il fatto che il talento non conceda di essere scostumati. E poi ha raccontato anche altri aneddoti, nei quali Tarantino abbia dimostrato un certo grado di inaffidabilità:
Gli viene in mente di dedicarmi una retrospettiva al Beverly Hills Theatre. Vuole far proiettare tutti i miei film. Mi sento onorata. Lo raggiungo. E ci casco un’altra volta. La prima sera va benissimo. Lui cinguetta, è complimentoso, affettuoso. Poi inizia a sparire, a mandare Joe Dante al suo posto a presentare i film: “Pensa Barbara- mi dice Dante-non lo vedevo da un anno”, a comportarsi da Quentin. “Excuse me honey” dice e si dilegua. L’ultima volta è stata a Venezia. Mi dà appuntamento in un club privato. Lo aspetto fino alle due di notte. Poi chiamo Julie, l’assistente e chiedo lumi. Lei minimizza: “Non so dove sia, ma tu ti diverti, no?”. Le rispondo a brutto muso: “Tu non hai capito niente. Non vado da sola a divertirmi e men che mai in un night club a mezzanotte”. Se mi telefona un’altra volta per un appuntamento non mi presento. Giuro.