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“Che Vuoi Che Sia” è il Black Mirror che ci meritiamo in Italia

A partire da uno spunto degno della serie britannica, il nuovo film di Edoardo Leo con Anna Foglietta dimostra quanto non siamo pronti ad una riflessione matura sui problemi del presente.
A cura di Gabriele Niola
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Il successo di pubblico, critica e vendite internazionali di Perfetti Sconosciuti non è passato indolore, anzi sembra stia cominciando a dare forma ad una commedia italiana diversa, che racconta storie diverse, mettendole in scena diversamente. È quel che accade in Che Vuoi Che Sia, il nuovo film di Edoardo Leo, con lo stesso Leo e Anna Foglietta alle prese con una storia non solo italiana. I due sono in bolletta, lei insegna, lui ha un progetto per un’app che vuole finanziare via crowdfunding ma nessuno dona niente. Frustrati, tristi e ubriachi una sera i due fanno un video pieno di insulti a tutti quelli che non gli hanno donato niente, promettendo invece un porno “l’unica cosa che vi interessa”. E lo postano sulla pagina del crowdfunding.

A questo punto nella trama entra di prepotenza Black Mirror, cioè quel tipo di intreccio malato tipico della serie britannica (diventata americana nella nuova stagione), per il quale gli eventi prendono una piega a spirale, sempre più verso il basso e sempre peggio, sospinti dalla parte peggiore della società che circonda i protagonisti. Il tutto ovviamente alimentato dalla tecnologia. Così dopo aver messo online il video con la promessa di un porno iniziano ad arrivare donazioni a pioggia, raggiungendo una cifra altissima in poco tempo, talmente alta che comincia a diventare un problema rifiutarla, dire che era uno scherzo e che il video non si farà. Come se non bastasse i due, loro malgrado, vista la popolarità della campagna crowdfunding diventano celebrità di basso rango.

C’è una società intorno ai protagonisti che a partire da un loro errore crea un caso, che li mette sulla gogna solo perché la tecnologia gliene dà la possibilità, intanto loro sono tentati da quel che sta accadendo e dalla possibilità che quella stessa tecnologia gli sta offrendo. Nonostante in teoria potrebbe essere uno degli episodi di Black Mirror, nella pratica invece è quanto di più lontano ci possa essere dalle raffinate idee e riflessioni della serie, perché la voglia di affrontare i temi più importanti del vivere contemporaneo non bastano e sembra davvero che non siamo pronti ad una riflessione matura.

Il segreto del successo di Black Mirror infatti non è tanto cosa racconti ma come lo faccia, con quale maturità riesca ad individuare i nodi irrisolti del presente e come li rappresenti senza scadere in soluzioni banali o retorica da bar (il “si stava meglio prima”). Che Vuoi Che Sia, muovendosi sul terreno della commedia e dell’equivoco di una coppia normale trasformata in protagonista di un porno, come già Cameron Diaz e Jason Siegel avevano fatto in Sex Tape, si dimostra invece immaturo proprio per le soluzioni cui giunge. O forse semplicemente è il Black Mirror che ci meritiamo in un paese in cui sembra sempre che internet e i social media siano portatori di problemi e mai di opportunità.

Come se fosse cambiato solo un abito senza che si trasformi anche chi lo indossa, Che Vuoi Che Sia affronta temi che solo un paio d’anni fa le commedie italiane nemmeno toccavano, ma lo fa con il medesimo atteggiamento retrogrado. Se prima l’impressione era che semplicemente le nuove tecnologie non esistessero, che il sogno di chiunque dovesse essere fuggire in un paesino di provincia primitivo dove il tempo si è fermato, e che anche quando compariva qualche sparuta traccia di modernità questa era sempre fonte di ridicolo, ora la modernità è ovunque (qui c’è anche un’agenzia che gestisce campagne web e brand a cui Edoardo Leo si rivolge) ma il sogno rimane la piccola bottega di fotografia di una volta, la fuga da ogni social e quel grande classico del nostro cinema che è la tirata arrabbiata strappapplausi contro ogni tipo di ossessione moderna.

Così per quanto Che Vuoi Che Sia individui uno spunto interessante e un tema forte intorno al quale far muovere dei personaggi e fargli prendere delle decisioni (le conseguenze di quel nuovo tipo di notorietà che viene dall’essere oggetto dello scherno in rete), lo stesso sembra che non siamo capaci di ragionarci da adulti, ovvero individuando le vere questioni e svicolando le soluzioni più ingenue.

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