Daddy Sitter, Travolta e Williams padri in ritardo
Superati i 50 anni scatta qualcosa che ci fa fare gesti stupidi o sconsiderati per riacquistare un po’ di fiducia in sé stessi. Capita ai personaggi di Daddy Sitter, il nuovo film di Walt Becker (Svalvolati on the road), ma soprattutto capita ai due protagonisti, John Travolta e Robin Williams, che ormai invecchiati e imbolsiti cercano di rifarsi una carriera puntando alle famiglie e ai più piccoli (garantisce la produzione Disney), ma senza considerare le conseguenze.
I due (ex)divi interpretano i ruoli di Charlie e Dan, due soci e amici che hanno dedicato la vita al divertimento e al lavoro; ma l’arrivo degli imprevisti figli di Dan costringerà i due a mettere, più o meno, la testa a posto. Trama standard per famiglie quella scritta da David Diamond e David Weissman, che va a comporre una commedia per tutti che in realtà corre il rischio di non attirare nessuno.
Un po’ perché i temi trattati affondano nella banalità e nella melassa, un po’ perché il modo di trattarli è patetico e convenzionale, con le lacrime che scattano a comando ogni 20 minuti inframezzate a risate forzate, senza gag serie a trascinarle. Operazione che in America è andata piuttosto bene, incassando quasi 50 milioni di dollari, ma che in Italia (dove uscirà in pochissime sale) ha l’unico interesse nella coppia d’attori: Williams pare una sorta di Lino Banfi italiano nell’ipocrisia con cui gestisce humour e ipocrisia lacrimosa, mentre Travolta, occluso dalla chirurgia plastica, sembra una maschera sorridente. Proprio come una gag del film vorrebbe ironicamente irridere.
Emanuele Rauco