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Esce “Ognuno ha diritto ad amare – Touch Me Not”, Orso d’oro al Festival di Berlino 2018

La rumena Adina Pintilie, l’anno scorso, portava a casa l’Orso d’oro esplorando le emozioni e l’intimità di tre personaggi principali, Laura, Christian e Tudor. Durante una sorta di workshop, questi sconosciuti parleranno liberamente delle problematiche personali che li affliggono, rivelando le proprie paure, ansia e fantasie senza alcuna inibizione. Al cinema dal 14 febbraio.
A cura di Ciro Brandi
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Finalmente, “Ognuno ha diritto ad amare – Touch Me Not” (“Touch Me Not”), il film diretto dalla regista rumena Adina Pintilie, vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino 2018 e del Premio per la Migliore Opera Prima, arriva nelle sale italiane. La pellicola, al confine tra film e documentario, esplora le emozioni e l’intimità di tre personaggi principali: Laura, Christian e Tudor. Durante una sorta di workshop in cui questi sconosciuti parlano liberamente delle problematiche personali che li affliggono, Laura dichiara di non sopportare più di essere toccata e per sbloccarsi decide di andare a letto con un escort, ma l’esperienza risulta inutile. Christian, invece, nonostante le menomazioni fisiche, riesce a rivelare apertamente cosa gli piace e non sopporta nel sesso con sua moglie. il più disinibito e consapevole del proprio corpo sembra Tudor. Gli attori protagonisti sono Laura Benson, Tomas Lemarquis e Christian Bayerlein.

La regista, che ha scritto anche la sceneggiatura, a proposito del suo originale film ha detto:

Quando avevo 20 anni pensavo di sapere tutto sull’amore e su come funziona il desiderio. Dopo vent’anni di difficoltà, tutte le opinioni che avevo sull'intimità perdevano la loro definizione e diventavano sempre più complesse e contraddittorie. "Touch Me Not" è una ricerca artistica sul desiderio umano e sulla (in)capacità di toccare ed essere toccati, di entrare in contatto. L’intimità gioca un ruolo centrale nell’esperienza umana, avendo le sue radici nell’iniziale legame fisico, emotivo e psicologico tra la madre e il neonato. Il primo contatto modella il cervello del bambino, influenzando l’autostima, le aspettative sugli altri e, in seguito come si avvicina all’intimità da adulto. Oltre al suo ruolo cruciale nella formazione dell'identità, una sana intimità a livello individuale ha importanti implicazioni a livello sociale, consentendo una rete psicosociale di esseri umani connessi attraverso solidi legami emotivi.

La direzione della fotografia è stata curata da George Chiper-Lillemark mentre la Pintilier ha voluto occuparsi personalmente anche del montaggio. Le musiche, invece, sono di Ivo Paunov mentre i costumi sono di Maria Pitea. “Ognuno ha diritto ad amare – Touch Me Not” sarà distribuito nelle nostre sale da I Wonder a partire dal 14 febbraio.

La trama

Il film segue i percorsi emotivi di Laura, Tudor, Christian e di altri personaggi lanciando uno sguardo enormemente empatico sulle loro vite. Sul confine tra realtà e finzione, desiderosi di trovare una forma di intimità ma allo stesso tempo terrorizzati da essa, i protagonisti sono al lavoro su se stessi per superare vecchi schemi mentali, tabù e meccanismi di difesa, per trovarsi finalmente liberi dalle proprie paure.

Il cast

Laura Benson (Laura) ha girato precedentemente i film “The American”(2004) e “Dr. Knock”(2017) mentre l’islandese dagli occhi di ghiaccio Tómas Lemarquis (Tudor) è apparso in pellicole ad alto tasso adrenalinico come “Snowpiercer”, “3 Days to Kill”, “X-Men – Apocalisse” e “Blade Runner 2049”. Il resto del cast è composto da: Christian Bayerlein (Christian), Grit Uhlemann (Grit), Hanna Hofmann (Hanna), Seani Love (Seani), Irmena Chichikova (Mona), Rainer Steffen (Stefan), Georgi Naldzhiev (escort), Annett Sawallisch (Infermiera) e Dirk Lange (Radu).

Le curiosità sul film che dovete sapere

1. Il film è stato girato senza una vera e propria sceneggiatura fissa fatta di dialoghi o battute, ma il tutto è stato girato con molta improvvisazione.

2. “Touch Me Not” è la seconda pellicola rumena della storia ad aver visto l’Orso d’oro “Il caso Kerenes”(2013), di Cãlin Peter Netzer

3. La regista ha dichiarato di aver girato circa 250 ore di film ed è stato difficilissimo selezionare i 125 minuti per il grande schermo.

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