GLBT Festival: El Nino Pez, la passione al femminile
Oltre agli interessanti film in anteprima nazionale, tra cui The City of your Final Destination di James Ivory, analizzando i lungometraggi in concorso al GLBT Festival di Torino, spicca senz'altro sopra agli altri El Niňo Pez, dell'argentina Lucia Puenzo, figlia del regista Luis, e già premiata alla Settimana della Critica al Festival di Cannes nel 2007 per il suo precedente lavoro XXY.
Il film, tratto da un romanzo scritto dalla stessa Puenzo, narra una storia d'amore tutta al femminile tra Lala, ragazza figlia di un giudice benestante di Buenos Aires, e Guayi, la donna delle pulizie paraguayana che lavora in casa sua. Le due sviluppano un rapporto di complicità, affetto, sessualità e fiducia incorruttibile, ma un delitto le separa. Il padre di Lala viene ucciso, Guayi è arrestata, la sua compagna va fino in Paraguay per cercare di scoprire le origini della sua amata, e poi cerca di tirarla fuori dal carcere, accusandosi dell'omicidio. Le due tenteranno la fuga, verso la libertà, e verso il futuro.
El Niňo Pez parte come un melodramma sentimentale, colorato e intenso, sensuale e fiammeggiante, come nella miglior tradizione ispanica, e poi gradualmente si trasforma in un thriller misterioso e oscuro, con retaggi parzialmente derivati dal cinema di Chabrol, e derive quasi da soap opera. Una pellicola che pur con qualche ingenuità sa essere coinvolgente, ed è capace di nuotare a metà tra più generi senza mai perdere il filo del discorso; il tutto, coadiuvato da musiche trascinanti, direzione abile e sicura, stile variopinto, e due attrici belle, erotiche e bravissime, Ines Efron e Mariela Vitale.
Dopo tanti film dedicati all'omosessualità maschile, qui applaudiamo con convinzione una bella storia di amore lesbico, in una pellicola caliente, appassionante, intelligente, e portavoce di un'idea di cinema concreta e originale.
Alessio Gradogna