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I 45 anni di Christian Bale nei suoi 10 film essenziali

Il 30 gennaio compie 45 anni e ha già al suo attivo ben 42 pellicole. Christian Bale, trasformista numero uno di Hollywood, ha già in bacheca un Oscar per “The Fighter” ma è impossibile non ricordare altri cult come “American Psycho”, “L’uomo senza sonno” e la trilogia di “Batman”. In attesa di vedere se riuscirà a portare a casa un seconda statuetta grazie a “Vice – L’uomo dell’ombra”, ecco 10 suoi film essenziali che non potete non aver visto.
A cura di Ciro Brandi
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Il trasformista numero uno di Hollywood, il 30 gennaio, compie 45 anni. Il grande Christian Bale, ha già girato 42 film, facendosi conoscere al grande pubblico grazie a “L’impero del sole”, di Steven Spielberg, del 1987. Il talentuoso divo ha in bacheca un Oscar come Miglior attore non protagonista per “The Fighter”, di David O. Russell, ma è impossibile non ricordare altri cult come “American Psycho”, “L’uomo senza sonno”, la trilogia di “Batman” firmata da Christopher Nolan e, naturalmente, il suo ultimo capolavoro, “Vice – L’uomo nell’ombra”, dove interpreta il ruolo di Dick Cheney e che potrebbe regalargli il suo secondo Oscar. Nell’attesa, ecco 10 suoi film essenziali che non potete non aver visto.

“L’impero del sole”(1987), di Steven Spielberg

Steven Spielberg, nel 1987, portava al cinema la storia dell’11enne Jim (Christian Bale), figlio di inglesi che vive in una lussuosa villa a Shangai. Quando nel 1941 l’esercito giapponese invade la Cina proprio a Shangai, Jim perde di vista i suoi genitori per recuperare un aeroplanino giocattolo. Mentre si aggira da solo per le strade della città s’imbatte in Basie (John Malkovich), ladruncolo americano che vuole approfittare della sua ingenuità, ma entrambi saranno condotti dai giapponesi in un campo di concentramento. I due resteranno qui tre anni, fino all’intervento degli americani, vivendo anche il lancio della bomba atomica e ad un finale commovente e profondo. Spielberg sfoggia tutti i suoi virtuosismi registici, supportati anche dalla straordinaria fotografia di Allen Daviau, dalle scenografie di Norman Reynolds e dagli effetti speciali della Industrial Light & Magic. Impossibile non ricordare le musiche del grande John Williams e l’alchimia perfetta tra un piccolo ma già gigantesco Christian Bale e Malkovich. Bale, all’epoca, aveva solo 13 anni ma già riuscì a portare a casa il suo primo Young Artist Awards e il plauso della critica specializzata.

“American Psycho”(2000), di Mary Harron

Nel film di Mary Harron, ispirato al romanzo di Bret Easton Ellis, Bale è Patrick Bateman, uno yuppie che lavora nella Wall Street del 1987. Perfezionista estremo, amante dei bei vestiti, del fisico perfetto e della bella vita in generale, di notte si trasforma in un efferato assassino, invidioso e arido, che eliminerà chiunque si metta sul suo cammino anche per motivi molto futili. Molto crudo, a tratti anche disturbante, il film riuscì a rilanciare alla grande l’attore dopo alcune pellicole non proprio riuscite e a dipingere un quadro della società degli anni ’80 molto ben delineato, grazie anche alla strepitosa sceneggiatura scritta dalla Harron con Guinevere Turner.

“L’uomo senza sonno”(2004), di Brad Anderson

Per interpretare il ruolo dell’operaio Trevor Reznik, Bale arrivò a trasformare il suo corpo fino ad arrivare a pesare circa 52 chili. Reznik è un uomo debilitato nella mente e nel fisico che non riesce a dormire da un anno e inizia ad avere anche terribili allucinazioni. Quando provocherà un incidente molto grave ad un suo collega, i suoi sensi di colpa e le sue ansie si faranno ancora più forti. Le sue allucinazioni, però, hanno terribili radici profonde che risalgono a molti anni prima. Il ruolo di Reznik è decisamente uno dei più spaventosamente riusciti di Bale e rientra in uno di quegli storici errori di cui si è macchiata l’Academy che l’ha totalmente snobbato. La fotografia di Xavi Gimenez, le musiche di Roque Banos e le scenografie di Alain Bainée sono semplicemente eccezionali e, se non l’aveste mai visto, allora è il caso di recuperare.

La trilogia di “Batman” di Christopher Nolan

L’avventura di Bale nei panni dell’Uomo Pipistrello parte nel 2005, quando Nolan lo sceglie tra una rosa di pretendenti che conta la presenza di star del calibro di Henry Cavill, Jake Gyllenhaal e Cillian Murphy. Da Uomo senza sonno si trasforma in eroe nerboruto e agile, conquistando la critica e il botteghino e riportando in auge l’amatissimo personaggio della DC Comics dopo il disastroso “Batman & Robin”, del 1997, con George Clooney. "Batman Begins" incassa circa 374 milioni di dollari e spiana la strada al sequel, “Il cavaliere oscuro”, uscito nel 2008. Stavolta, Batman deve vedersela con Joker (Heath Ledger) e Due Facce (Aaron Eckhart) e le nuove avventure sbancano il box office, arrivando ad incassare più di 1 miliardo di dollari globalmente. Nel terzo capitolo, “Il cavaliere oscuro – Il ritorno”(2012), il nemico numero uno è il potente Bane (Tom Hardy), ma in suo aiuto l’eroe avrà la bella e coraggiosa Catwoman interpretata da Anne Hathaway. Il risultato? 1.4 miliardi di dollari e un posto nella storia come trilogia di un supereroe che non potrà mai essere eguagliata.

“The Prestige”(2006), di Christopher Nolan

Nel 2006, Nolan volle ancora lavorare con Bale, al quale affiancò Hugh Jackman per il suo fenomenale “The Prestige”. Il regista gli affida, rispettivamente, i ruoli di Alfred Borden e Robert Angier, due famosi maghi della Londra di inizio ‘900. I due si conoscono da quando erano giovani prestigiatori in erba e hanno avuto lo stesso maestro. Da adulti, però, sono diventati acerrimi nemici e sono soliti rubarsi i segreti dei loro trucchi. La loro rivalità diventerà una vera e propria ossessione. Partendo dall’omonimo romanzo di Christopher Priest, Nolan, riesce a mettere a segno un’altra perla cinematografica, ipnotizzando lo spettatore dall’inizio alla fine, mescolando thriller, fantasy e dramma in un crescendo di suspense quasi asfissiante. Capolavoro.

“The Fighter”(2010), di David O. Russell

Il meraviglioso “The Fighter” è incentrato sulla storia di Dicky Eklund (Christian Bale), ex promessa della boxe, ma una volta ritiratosi dal ring, diventato un tossicodipendente. L’uomo diventa allenatore del fratellastro Mickey (Mark Wahlberg), trovando finalmente un nuovo scopo nella vita. Purtroppo, il destino non sarà dalla sua parte e per Dicky ci saranno altri guai da superare, ma da cui riuscirà a risorgere come una fenice. Il film è ispirato alla storia vera del pugile Micky Ward e O. Russell è sensazionale nel portare sul grande schermo i concetti di riscatto, lealtà e solidarietà che gli valsero 2 Golden Globe e 2 Oscar andati a Christian Bale come Miglior attore non protagonista e a Melissa Leo come Miglior attrice non protagonista.

“I fiori della guerra”(2011), di Zhang Yimou

Il film di Yimou è forse uno dei meno noti di Bale ma la sua performance è impressionante. Il regista nella Nanchino del 1937, al tempo dell’occupazione dei giapponesi, che portò distruzione e guerra. L’attore è nei panni di John Haufman, un impresario di pompe funebri americano che aiuterà un gruppo di studentesse e prostitute a sfuggire agli abusi sessuali e alla morte certa, fingendosi missionario. Basato sul romanzo “13 Flowers of Nanjing” della scrittrice Geling Yan, il film è anche un manifesto di una delle pagine più cupe della storia asiatica, portata sul grande schermo con tutta la sua dirompente forza, grazie anche alla sceneggiatura scritta da Heng Liu. Da recuperare.

“American Hustle – L’apparenza inganna”(2013), di David O. Russell

David O. Russell, nel 2013, portava al cinema la storia vera dell'operazione Abscam, creata dall'F.B.I. verso la fine degli anni settanta per indagare sulla corruzione dilagante nel Congresso degli Stati Uniti d'America e in altre organizzazioni governative. Bale è l’irriconoscibile truffatore Irving Rosenfeld che si ritroverà, suo malgrado, a collaborare col l’agente Richie DiMaso (Bradley Cooper) per incastrare politici e mafiosi. La pellicola è già un cult ed è stata premiata con tre Golden Globe, tre BAFTA e ha ottenuto ben dieci nomination agli Oscar 2014, inclusa quella a Bale come Miglior attore protagonista.

“La grande scommessa”(2015), di Adam McKay

Nel film di Adam McKay, Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling e Brad Pitt, nei panni di un gruppo di scaltri e lungimiranti investitori che avevano capito quello che stava succedendo all’economica mondiale, prima che precipitasse nella crisi finanziaria mondiale a partire dal biennio 2007-2008. La pellicola racconta la crisi dal loro punto di vista e il risultato sono 5 nomination agli Oscar – tra cui quella come Miglior attore non protagonista andata proprio a Christian Bale – ma una sola statuetta portata a casa, quella alla Migliore sceneggiatura non originale.

“Vice – L’uomo nell’ombra”(2018), di Adam McKay

Adam Mckay vuole ancora Christian Bale per il difficile ruolo di Dick Cheney, che lo costringe a trasformare di nuovo il suo aspetto con risultati sempre più sorprendenti. “Vice” ripercorre la sua vita, dalla corsa politica fino alla vicepresidenza degli Stati Uniti accanto a George W. Bush. Spinto dalla moglie Lynne (Amy Adams), Cheney, da operaio elettrico rurale diventa un abile burattinaio politico, fornendo molti spunti sul concetto di uso e abuso del potere istituzionale. Bale ha già portato a casa il Golden Globe come Miglior attore protagonista e agli Oscar 2019 il suo concorrente numero uno sarà Rami Malek, quotato protagonista di “Bohemian Rhapsody”.

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