I 60 anni di John Travolta: Tony Manero è ancora in pista e sogna 007
E’ uno dei più grandi divi di Hollywood viventi. Attore, cantante, ballerino, pilota di aerei, John Travolta ci ha regalato successi che sono incastonati come diamanti nella storia del cinema mondiale, anche se – clamorosamente – non è mai stato premiato con l’Oscar. John Joseph Travolta è nato ad Englewood, nel New Jersey, da Salvatore, un giocatore di football italo-americano, e da Helen, attrice di origini irlandesi. A 16 anni, John lasciò gli studi e due anni dopo era già a Broadway con lo spettacolo “Rain”. Sempre a teatro, riscuote un enorme successo col musical “Grease”, e nel 1975 è sul set del film “Il maligno” e nella serie tv “I ragazzi del sabato sera”, nel ruolo di Vinnie Barbarino.
Gli esordi e il successo de “La febbre del sabato sera”
E’ proprio negli anni ’70 che la notorietà bussa alla sua porta. Brian De Palma lo vuole per il suo horror “Carrie – Lo sguardo di Satana”, diventato poi un cult del genere ma è John Baldham che lo consacra al successo internazionale con il ruolo di Tony Manero, il giovanotto italiano che vive a Brooklyn, ne “La febbre del sabato sera”, che gli regala una nomination agli Oscar. Il mondo intero impazzisce per quel ragazzo che balla sulle note dei Bee Gees. Nel 1977, diventa un membro di Scientology e, l’anno successivo, Randal Kleiser lo vuole come protagonista della versione cinematografica di “Grease”, nel celeberrimo ruolo di Danny Zuko, il leader dei Thunderbirds che s'innamorerà della bella australiana Sandy (Olivia Newton-John). I due film lo portarono ad essere l’icona della disco-music di quegli anni e il sex-symbol per antonomasia del cinema.
Il periodo buio
Dopo quello straordinario periodo di clamore e red carpet, arrivarono anche gli insuccessi. Nel 1980 “Urban Cowboy”, “Blow Out” e “Staying Alive”, di Sylvester Stallone – seguito de “La febbre del sabato sera” (poi diventato un grande cult) – e “Due come noi”, non fecero faville al botteghino. Forse, il pubblico era stanco del personagggi di Tony Manero e voleva qualcosa di nuovo. In quegli anni, però, Travolta non riuscì ad evolversi e peggiorò la situazione, rifiutò anche i ruoli da protagonista in film cult come “American Gigolò” e “Ufficiale gentiluomo”, entrambi andati a Richard Gere. A risollevare un po’ la situazione ci pensarono le commedie “Senti chi parla”(1989) e i sequel “Senti chi parla 2” e “Senti chi parla adesso”.
La rinascita con “Pulp Fiction”
La rinascita per la sua carriera avviene nel 1994, quando Quentin Tarantino gli propone la parte di Vincent Vega nello straordinario “Pulp Fiction” che gli regalò nomination agli Oscar, al Festival di Cannes e a quello di Berlino. Come non ricordare la scena del ballo con Uma Thurman sulle note di "You never can tell", di Chuck Berry? Un vero trionfo. Successivamente, ha girato “Get Shorty”, per il quale ha ricevuto il Golden Globe come Miglior attore, “Phenomenon”, “Face/Off – Due facce di un assassino”, con Nicolas Cage e “La figlia del generale”, tutti con un buon successo al box office. All’inizio degli anni ‘90’ arrivò anche il matrimonio con Kelly Preston, dal quale sono nati i tre figli Jett, Elle Bleu e Benjamin.
La tragica morte del figlio Jett
Gli anni Duemila si aprono col successo al botteghino del thriller “Codice: Swordfish”(2001) e “The Punisher” (2004) e nel musical “Hairspray – Grasso è bello” (2007), completamente trasformato per il ruolo della formosa ed esilarante Edna Turnblad. All’inizio del 2009, però, una tragedia immane si abbatte sulla sua famiglia. Jett, il figlio di 16 anni, muore mentre è in vacanza con i suoi alle Bahamas, probabilmente per un attacco epilettico. Il ragazzo, secondo quanto dichiarato dalla famiglia, soffriva della sindrome di Kawasaki, che causa gravi problemi al cuore, anche se, papà John non ha mai voluto ammettere che soffriva anche di autismo, sin da quando era piccolissimo, e in molti lo hanno accusato di non voler guardare in faccia la realtà.
Sogno nel cassetto? Essere il cattivo di 007
Dopo il dramma, Travolta ha girato “Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana”(2009), del compianto Tony Scott, “From Paris with Love” (2010), “Le belve” (2012) di Brian De Palma e il thriller “Killing Season”, con Robert De Niro, inedito in Italia. Dopo le squallide vicende legate ad uno scandalo sessuale, dovuto ad una sua presunta relazione omosessuale e clandestina con un co-pilota, l’attore, ultimamente, è apparso decisamente più rilassato e, in un’intervista al Telegraph, di pochi giorni fa, ha dichiarato che non gli piace l’idea di compiere 60 anni, visto che nell’anima si sente ancora un ragazzino. Ricordando la tragedia di suo figlio Jett, Travolta ha affermato che non ce l’avrebbe fatta a superare il dolore se non ci fosse stata Scientology e che aveva, addirittura, deciso di lasciare la recitazione dopo il lutto. Decisione, per fortuna mai presa, anche perché nel corso del 2014 uscirà il poker movie “The Forger”, diretto da Philip Martin, e nel 2015 interpreterà John Gotti, detto anche “il Boss elegante”, nella biografia dedicata al temuto personaggio della mafia. Se gli chiedete qual è il sogno che intende ancora realizzare, vi risponderà in un solo modo: essere il cattivo di 007, non nel capitolo 24, ma nel prossimo, e ne ha già parlato ai produttori. Vedremo se il sogno di quest’icona di Hollywood sarà realizzato per il suo 61esimo compleanno.