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I 70 anni di David Lynch, regista di “Velluto Blu” e “Twin Peaks” ancora senza Oscar

Il visionario ed eclettico regista di capolavori come “The Elephant Man”, “Velluto Blu”, “Cuore selvaggio” e la serie cult “I segreti di Twin Peaks” è uno dei personaggi più originali del cinema internazionale. Il 20 gennaio compie 70 anni e, con una manciata di pellicole, ha portato a casa svariati ma mai l’Oscar, a cui è stato candidato 3 volte. Lynch sta lavorando alla nuova serie di “Twin Peaks” che, probabilmente, vedremo nel 2017.
A cura di Ciro Brandi
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Visionario, eclettico, onirico e meravigliosamente complesso. Questi sono gli aggettivi più esatti per definire la figura di David Lynch, pluripremiato regista di film cult come “Velluto Blu”, “Mulholland Drive”, “Strade Perdute”, “The Elephant Man”, “Cuore selvaggio” e della serie cult “Twin Peaks”. Pochi film (10) sono bastati a fargli avere tre nomination agli Oscar, il Premio César per il Miglior film straniero, due volte la Palma d’Oro a Cannes e il Leone d’Oro alla carriera. Artista a 360 gradi, Lynch è anche pittore, musicista, attore, scenografo e scrittore e sta ultimando di girare i nuovi e attesissimi episodi di “Twin Peaks”. Una manna per tutti i suoi fan.

La passione per la pittura e i cortometraggi

Lynch nasce a Missoula, nel Montana, il 20 gennaio 1946, da genitori di origini finlandesi. A causa del lavoro del padre, ricercatore, girerà vari stati degli USA. Sin da piccolo, ha sempre alimentato una delle sue più grandi passioni: la pittura. S’iscriverà, infatti, anche alla Corcoran School of Art di Washington e alla School of the Museum of Fine Arts di Boston. Successivamente, si trasferisce in Europa, a Salisburgo, per studiare i pittori espressionisti, ma torna in USA dopo pochi giorni. Nel 1966, si stabilisce a Philadelphia e s’iscrive alla Pennsylvania Academy of Fine Arts. In quel periodo, inizia ad appassionarsi anche al cinema e, infatti, nello stesso anno gira il corto “Six Figures Getting Sick”, una videoinstallazione composta da un'animazione di un minuto proiettata su una scultura che fa da schermo. La scultura è composta da 3 figure umane e il corto mostra sei persone che si ammalano e vomitano. La componente surreale, l’angoscia e la dimensione onirica del corto gli fanno vincere il premio annuale dell’Accademia. Nel 1968, gira un altro corto “The Alphabet”, dove , combinando animazione in stop motion e recitazione, racconta in maniera simbolica e surreale, gli effetti negativi dei metodi educativi imposti ai bimbi. Nel 1967 sposa Peggy Lentz, dalla quale avrà la figlia Jennifer Lynch. Il loro matrimonio durerà fino al 1974. Nel 1970, è la volta del corto “The Grandmother” dove Lynch narra la storia un bimbo che fa crescere una nonna da un seme per cercare riparo dagli abusi dei genitori. Il corto è senza dialoghi e ha solo effetti sonori.

“Eraserhead – La mente che cancella”, il suo primo film

Nel 1971, Lynch va a vivere a Los Angeles e frequenta il conservatorio dell’American Film Institute. Proprio grazie ad una sovvenzione dell’Istituto, inizia a lavorare al suo primo lungometraggio “Eraserhead – La mente che cancella”. Tra problemi di budget e pause forzate, il film viene terminato nel 1977. Lynch, anche sceneggiatore, compositore e curatore degli effetti speciali, racconta la storia di Henry Spencer (Jack Nance), un tipografo che vive in squallida città. Un giorno, la sua fidanzata, Mary (Charlotte Stewart) partorisce uno strano feto e, da quel momento, partiranno i suoi incubi e deliri. In realtà, la storia è solo un pretesto attraverso cui Lynch da sfogo alle sue ansie, paure e angosce. Col tempo, la pellicola è diventata un vero e proprio cult del genere underground e surrealista, nonché apprezzatissima dalla critica, che lo innalza a nuovo rappresentante del cinema d’avanguardia. Nel 1977, sposa Mary Fisk, che gli darà il figlio Austin Jack. Anche questo matrimonio, però, naufragherà dopo pochi anni, precisamente nel 1987.

“The Elephant Man” e “Velluto Blu”

Verso la fine degli anni ‘70, Lynch inizia a cercare i fondi per girare il biopic “The Elephant Man”. Mel Brooks, e la sua Brooks Film, decisero di dargli fiducia e di produrlo. Il film esce nel 1980 e si basa sulla storia vera di Joseph Merrick, uomo affetto da deformità fin dalla nascita (Sindrome di Proteo), vissuto in età vittoriana. I protagonisti sono Anthony Hopkins, John Hurt, Anne Bancroft e John Gielgud e il film viene candidato a ben 8 Oscar, senza portarne a casa nessuna, anche se critica e pubblico lo apprezzarono molto. Nel 1984, è la volta del film di fantascienza “Dune”, tratto dal romanzo di Frank Herbert, del 1965. Prodotto da Dino De Luarentiis, il film si rivela un fiasco colossale e ciò sfiduciò totalmente il regista, che tornò a coltivare le sue passioni per la fotografia e la pittura. Tuttavia, Dino De Laurentiis gli da ancora fiducia e gli affida la regia del thriller “Velluto Blu”. Il film racconta la storia di Jeffrey Beaumont (Kyle MacLachlan), uno studente che, dopo un macabro ritrovamento di resti umani, scopre che nella sua cittadina esiste un mondo sotterraneo fatto di violenza, sesso, droga e corruzione. Nel film c’è anche Isabella Rossellini, che intreccerà una relazione con Lynch, il quale riceverà la sua seconda nomination agli Oscar come Miglior regista. La pellicola segna anche l’inizio del sodalizio con il compositore e amico Angelo Badalamenti.

Il successo de “I segreti di Twin Peaks”,

Verso la fine degli anni ’80, David Lynch e il produttore Mark Frost danno vita ad un progetto televisivo che è entrato nella storia della televisione. Si tratta della serie “I segret di Twin Peaks”, trasmessa dalla ABC, dall’aprile 1990 al giugno 1991.Ambientata nella cittadina fittizia di Twin Peaks, nello stato di Washington, la serie è incentrata sulle indagini dell’agente dell’FBI Dale Cooper (Kyle MacLachlan) conseguenti al ritrovamento del cadavere di Laura Palmer (Sheryl Lee), figlia di un noto avvocato. Lynch è bravissimo nel mescolare umorismo, scene surreali, elementi sovrannaturali e thriller, creando un vero e proprio cult che, ancora oggi, è ritenuto uno dei migliori prodotti televisivi di sempre. Sempre nel 1990, il regista gira anche il film “Cuore selvaggio”, thriller con Nicolas Cage, Laura Dern, Diane Ladd, Harry Dean Stanton e Willem Dafoe. Basato  basato sul romanzo omonimo di Barry Gifford, il film vince la Palma d'oro come miglior film al 43º Festival di Cannes. Sempre nel 1990, con Angelo Badalamenti, porta in teatro lo spettacolo “Industrial Symphony No. 1: The Dream of the Broken Hearted”, mix di azione e musica sul palco. Gli interpreti sono Nicolas Cage, Laura Dern, Julee Cruise e Michael J. Anderson.

Il prequel “Fuoco cammina con me” e “Una storia vera”

Nel 1992, Lynch scrive e gira “Fuoco cammina con me”, prequel per il grande schermo della seria “I segreti Twin Peaks”. Tratto parzialmente dal romanzo “Il diario segreto di Laura Palmer”, di Jennifer Lynch, il film racconta le indagini sull'omicidio di Teresa Banks e gli ultimi sette giorni di vita di Laura Palmer. I protagonisti sono Sheryl Lee, Moira Kelly, Ray Wise, Chris Isaak e David Bowie. Il prequel, però, si rivela un enorme flop di critica e di pubblico. Nel 1997, è la volta del thriller “Strade perdute”, con Bill Pullman e Patricia Arquette, ma la critica e il pubblico ne decretano il flop totale, anche se, come spesso accaduto con i suoi progetti, col tempo è diventato l’ennesimo cult. Due anni dopo, gira il road movie “Una storia vera”, con Richard Farnsworth e Sissy Spacek, basata su fatti realmente accaduti. Lynch narra la storia del vecchio Alvin Straight, che un giorno prende il tagliaerba e parte, facendo chilometri e chilometri, dallo Iowa al Wisconsin, per andare a trovare il fratello Lyle, colto da infarto.

“Mulholland Drive”, i corti per la televisione e “Inland Empire – L’impero della mente”

Due anni dopo, nel 2001, Lynch gira il complesso “Mulholland Drive”, con Naomi Watts, Laura Harring e Justin Theroux. La trama è alquanto contorta (o inesistente): Rita perde la memoria in seguito ad un incidente avvenuto sulla Mulholland Drive, a Hollywood. La donna incontra Betty Elms, un'attrice australiana che è appena sbarcata a Los Angeles. Grazie al suo aiuto Rita tenta di ritrovare la memoria e la sua identità, ma alla sua storia s’intrecceranno anche quelle di altri strani. Il film vale a Lynch la Palma d’Oro come Miglior regia al Festival di Cannes e la terza nomination agli Oscar, nella stessa categoria. Negli anni successivi, lavora ad una serie di cortometraggi per la tv: “Pierre and Sonny Jim”(2001), “Cannes diary”(2002), “Darkened Room”(2002), “Dead Mouse with Ants”(2002), “Rabbits”(2002), “Dumbland”(2002), “Lamp”(2003), “Bug Crawls”(2004) e “Ballerina”(2006). Nel 2006, gira il thriller-piscologico “Inland Empire – L’impero della mente”, suo primo film girato interamente in digitale. Lynch racconta la storia  dell'attrice Nikki Grace viene scelta per interpretare il remake di un film maledetto, mai concluso a causa della morte violenta dei due protagonisti. Da quel momento, inizierà il suo incubo. Durante la presentazione del film al Festival di Cannes, il regista riceve il Leone d’Oro alla carriera. Dal maggio al giugno 2006 è stato sposato con la montatrice e produttrice Mary Sweeney, che gli ha dato il suo terzo figlio, Riley. Nel 2009, invece, è convolato a nozze con Emily Stofle, con la quale ha messo al mondo Lula Boginia.

Il documentario “Duran Duran: Unstaged” e la nuova seria di “Twin Peaks”

Nel 2011, il regista segue il concerto dei Duran Duran al Mayan Theatre di Los Angeles e, da quell’esperienza, ne trarrà il documentario “Duran Duran: Unstaged”. Nell’ottobre 2014, Lynch ha annunciato di essere al lavoro per una nuova stagione di nove episodi de “I segreti di Twin Peaks”, in collaborazione con Mike Frost. Gli episodi, poi, sono stati portati a 18 e, al momento, si sa solo che usciranno per il 2017.

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