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“Il Padrino” compie 45 anni: ecco 5 motivi per cui è un cult immortale

Il 14 marzo 1972, si teneva a New York la premiere del gangster movie più grande della storia del cinema. “Il Padrino”, diretto da Francis Ford Coppola, e interpretato da Marlon Brando, Al Pacino, James Caan, Robert Duvall e tantissime altre star, è un cult immortale che non ci stancheremmo mai di vedere. Ma quali sono le ragioni di un così enorme successo a 45 anni dall’uscita?
A cura di Ciro Brandi
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La premiere del più grande gangster movie di tutti i tempi si teneva il 14 marzo 1972, a New York. “Il Padrino”, capolavoro assoluto di Francis Ford Coppola, ha come protagonista l’inimitabile Marlon Brando, nei panni di Don Vito Corleone, capo di una famiglia mafiosa di New York (siamo nel dopoguerra, tra la seconda metà degli anni ’40 e la prima metà dei ’50) e i suoi figli (e figliocci), tra cui Michael Corleone (Al Pacino), che cercherà di prendere in mano le redini dell’impero criminale, dopo che il padre rimane vittima di un attentato. Scritto da Mario Puzo (autore dell’omonimo romanzo) e dallo stesso Coppola, il film, oltre ad essere stato pluripremiato ed osannato a non finire, è stato inserito anche dall’American Film Institute al terzo posto nella classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi. Ma quali sono i motivi di un successo così clamoroso che dura ancora a 45 anni di distanza dall’uscita? Eccone 5 più che validi che, probabilmente, vi faranno venire voglia di rivederlo per l’ennesima volta.

Il cast di sole stelle

Il film è passato alla storia, soprattutto, per la presenza di un cast da Oscar e letteralmente stellare. L’iconico Don Vito Corleone, il patriarca da rispettare a costo della vita, fu creato proprio da Marlon Brando, e Francis Ford Coppola gli diede carta bianca. Brando decise il modo di parlare, l’aspetto e i comportamenti del personaggio e le sue idee si rivelarono più che vincenti, portandolo a vincere l’Oscar come Miglior attore protagonista. Al Pacino, invece, è Michael Corleone, suo terzo figlio, che prenderà il suo “pericoloso” e impegnativo posto. Il film lo lanciò nel firmamento di Hollywood dato che, fino ad allora, aveva girato solo “Me, Natalie”(1969), di Fred Coe e “Panico a Needle Park”(1971), diretto da Jerry Schatzeberg. Anche Pacino fu candidato agli Oscar come Miglior attore non protagonista. Straordinaria è la performance di James Caan, nei panni di Santino Corleone, primo figlio di Don Vito, che fece guadagnare anche a lui la nomination agli Academy come Miglior attore non protagonista, assieme al grandissimi Robert Duvall, indimenticabile Tom Hagen, figlio adottivo del patriarca, nonhcè avvocato di famiglia. E’ impossibile, non menzionare Diane Keaton (Kay Adams), John Cazale (Fredo Corleone) e Talia Shire (Connie Corleone).

La fenomenale colonna sonora

Le musiche di Nino Rota (1911-1979) sono semplicemente straordinarie, un vero e proprio monumento delle sette note. La colonna sonora de “Il Padrino” uscì proprio nel 1972, pubblicata dalla Paramount Records e conteneva 12 tracce, composte da Rota e dirette da Carlo Savina. Oltre all’inconfondibile “Main Title (Gopdfather Waltz)”, è impossibile non ricordare “I Have But One Heart”, pezzo cantato da Al Martino, presente anche nel film nei panni di Johnny Fontane, uno dei figliocci di Don Vito. Straordinarie sono anche le tracce “The New Godfather” e “The Baptism”. LP del 1972 è una vera rarità, quindi, se lo aveste nella vostra collezione, ritenetevi sfacciatamente fortunati, nonchè veri intenditori.

L'inizio di una saga intricata e appassionante

“Il Padrino”, del 1972, è il primo capitolo, ma in realtà, è la colonna portante di una saga che è oggetto di culto da parte dei cinefili di tutto il mondo. Tutte le vicende della famiglia Corleone sono tratte dall’omonimo romanzo di Mario Puzo, scrittore e sceneggiatore nato a New York, ma di origini avellinesi. Il libro è uscito nel 1969 e, due anni dopo, la Paramount Pictures ne comprò i diritti e inizialmente, fu scelto per la regia Sam Peckinpah, che fu però licenziato per incomprensioni con la produzione. Fu allora che fu assoldato Francis Ford Coppola, che ha girato i tre capitoli – “Il Padrino”(1972), “Il Padrino – Parte II”(974) e “Il Padrino – Parte III”(1990) – coinvolgendo altre star del calibro di Robert De Niro ed Andy Garcia, e conquistando, in tutto, ben 9 Oscar e 5 Golden Globe. Intrighi familiari, amori, faide e vendette, hanno portato milioni di spettatori ad affollare le sale e, infatti, gli incassi sono stati di circa 442 milioni di dollari, non tenendo conto dell’inflazione, dato che, ad oggi, si parlerebbe di circa 1.2 miliardi di dollari. Un trionfo che ha veramente pochi precedenti.

Punto di riferimento per film e serie tv

Indubbiamente, “Il Padrino” ha fatto da capostipite e da apripista a tantissimi film e serie tv molto amate e straseguite. Tra le serie, naturalmente c’è quella de “I Soprano”, con James Gandolfini nei panni di Tony Soprano, boss della mafia italoamericana del New Jersey, andata in onda con un seguito spaventoso, dal 1999 al 2007, fino addirittura alla recente “I Medici”, con Dustin Hoffman e Richard Madsen, che presenta echi molto espliciti alla vita dei Corleone (tralasciando le inesattezze storiche), soprattutto nelle storie dei vari personaggi. Tra i film, richiami a “Il Padrino” li ritroviamo in cult come “Quei bravi ragazzi”(1990); “Scarface”(1983), “The Departed – Il bene e il male”(2006), “Era mio padre”(2002) e tantissimi altri capolavori.

Tematiche sempre attuali

Sfortunatamente, le tematiche, i personaggi e le dinamiche mostrate da Francis Ford Coppola, a 45 anni di distanza, non sono molto dissimili da fatti di cronaca contemporanea. E’ vero che magari in USA, ormai, le notizie su faide mafiose non sono più così forti – o interessanti – come negli anni ’70 e ’80, anche se sono sempre presenti, soprattutto sulla East Coast. In Italia, naturalmente, la situazione è ben diversa e le storie di associazioni mafiose sono state, più volte, riprese e narrate in fiction come “La piovra”, “Il capo dei capi” e molte altre.

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