Luca Marinelli festeggia 35 anni con la Coppa Volpi ma senza nomination agli Oscar 2020
Il 22 ottobre compie 35 anni e ha già all’attivo 17 film per il grande schermo e una manciata di serie tv di successo. Luca Marinelli è, senza dubbio, uno degli attori italiani più amati, talentuosi e richiesti degli ultimi anni, dimostrato di avere la recitazione nel sangue fin dall’esordio nel 2010 con La solitudine nei numeri primi, esplodendo poi nel 2015 con Lo chiamavano Jeeg Robot. Lo scorso settembre, ha alzato la Coppa Volpi a Venezia per la sua straordinaria performance in Martin Eden, film che era stato selezionato anche per la corsa agli Oscar 2020, ma che purtroppo ha dovuto lasciare il passo a Il Traditore, di Marco Bellocchio. Poco male, perché a breve lo vedremo nei panni di un iconico personaggio per la gioia di tutti i suoi fan.
L’esordio con La solitudine dei numeri primi
Marinelli è nato a Roma e, già a 19 anni, aveva il pallino della recitazione. Infatti, in quel periodo seguì un corso di sceneggiatura e recitazione con Guillermo Glanc e, dopo il diploma al liceo classico Cornelio Tacito, si diploma anche all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma, nel 2009. Nel frattempo, prende parte ad alcuni episodi delle serie tv I Cesaroni (2008) e Provaci ancora Prof! (2008). L’esordio al cinema, invece, risale al 2010, quando Saverio Costanzo gli affida il ruolo di Mattia nel bellissimo La solitudine dei numeri primi. Seguiranno L’ultimo terrestre (2011), di Gian Alfonso Pacinotti; Waves (2011), diretto da Corrado Sassi e Nina (2011), di Elisa Fuksas.
Lo Zingaro nel pluripremiato Lo chiamavano Jeeg Robot
Grazie a Tutti i santi giorni (2012), di Paolo Virzì, Luca Marinelli riceve le candidature ai David di Donatello e ai Nastri d’argento come Miglior attore protagonista. Nel 2013, invece, è sul set del pluripremiato La grande bellezza, di Paolo Sorrentino e lo vedremo anche nel drammatico Il mondo fino in fondo, diretto da Alessandro Lunardelli. Nel 2015 è il protagonista di Non essere cattivo, diretto da Claudio Caligari, che gli frutta un’altra nomination ai David di Donatello e gli fa vincere il Premio Pasinetti al Festival di Venezia. Finalmente, grazie al ruolo dello Zingaro nello straordinario Lo chiamavano Jeeg Robot (2015), di Gabriele Mainetti, riesce a portare a casa Il David, il Nastro d’argento e il Ciak d’oro come Miglior attore non protagonista, oltre al plauso della critica specializzata che impazzisce per lui.
Fabrizio De André – Principe Libero e la serie Trust, di Danny Boyle
Nel 2016, Marinelli è sul set di Slam – Tutto per una ragazza, di Andrea Molaioli e nel 2017 gira altre tre pellicola: Il padre d’Italia, di Fabio Mollo; Lasciati andare, per la regia di Francesco Amato e Una questione privata, diretto dai fratelli Paolo e Vittorio Taviani. L’anno successivo sorprende ancora pubblico e critica con Fabizio De André – Principe libero, biopic in cui è nei panni del famoso cantautore scomparso nel 1999 ed è protagonista del film Ricordi?, di Valerio Mieli. Sempre nel 2018, è Primo, killer della ‘ndrangheta, nella serie tv scritta e diretta da Danny Boyle, Trust.
La Coppa Volpi per Martin Eden e Diabolik dei Manetti Bros.
Ad inizio settembre, lo abbiamo ammirato in Martin Eden, diretto da Pietro Marcello e tratto dall’omonimo romanzo di Jack London, del 1909. Il ruolo di Eden gli ha fatto vincere la Coppa Volpi per la Migliore interpretazione maschile all’ultimo Festival di Venezia e il film è stato selezionato nella rosa dei candidati agli Oscar 2020, superato in corsa da Il Traditore, di Marco Bellocchio. Poco male perché l’attore è già tornato sul set, stavolta nei panni di Diabolik, protagonista dell’omonimo film dei Manetti Bros. che uscirà nei nostri cinema nei primi mesi del 2020.